Fatti e opinioni 2020

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#23# Gli effetti economici della seconda ondata covid non saranno gravi come la prima

13/12/2020

Come si sa dai primi giorni di novembre in Italia sono stati adottati nuovi provvedimenti di chiusura di alcune attività e restrizioni negli spostamenti a causa della seconda ondata coronavirus. Si è trattato comunque di provvedimenti più mirati rispetto al primo evento, sia dal punto di vista geografico che da quello delle attività colpite.

I consumi di energia elettrica seguono abbastanza bene l’andamento dell’economia, quindi rappresentano un buon indicatore per capire come vanno le cose. Terna ha diffuso il report mensile di novembre con i dati dei consumi elettrici destagionalizzati e corretti per effetti di calendario:
https://www.terna.it/it/sistema-elettrico/pubblicazioni/rapporto-mesile

Domanda energia elettrica per meseLa variazione congiunturale è stata del -0,3% mentre quella tendenziale del -1,7%; ben poca cosa rispetto al vero e proprio crollo visto nel marzo e aprile scorsi (vedere il grafico).

Probabile quindi che alla fine la variazione del PIL annuale 2020 non sia molto lontana dal -9% stimato dal Governo nella NADEF prima dell’aggravarsi della seconda ondata covid-19. La situazione attuale del PIL nel 2020 la potete vedere in questo articolo.

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#22# Più spesa pubblica e meno tasse?

30/11/2020

Ho notato che alcuni politici chiedono a gran voce di aiutare la popolazione in difficoltà a causa della crisi covid spendendo miliardi della spesa pubblica come fossero noccioline; allo stesso tempo chiedono insistentemente di attuare una grande riduzione delle tasse.

Possibile che nessuno si renda conto dell’incongruenza?

Spesa pubblica ed entrate fiscali sono due facce della stessa medaglia. Se da una parte i soldi escono, dall’altra devono entrare. Se la spesa pubblica aumenta, anche le entrate fiscali devono aumentare.

Non seguire questi principi significa creare dei notevoli disavanzi di bilancio di carattere strutturale, con conseguente crescita esponenziale del debito. Infatti la spesa pubblica può anche essere basata su interventi “una tantum”, giusto per superare una crisi, e in tal senso possono anche essere tollerati, ma la politica fiscale dovrebbe avere un orizzonte più ampio.

In sostanza, una vera riduzione delle tasse implica sempre anche una riduzione della spesa pubblica. L’alternativa è il default. Certi politici si scordano sempre di ricordare questo aspetto.

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#21# Il PIL rimbalza del 16,1%, per i giornali di destra la notizia non esiste

31/10/2020

Capisco che le notizie sono giustamente dominate dall’argomento coronavirus, ma i giornali tradizionalmente di destra (che non cito per decenza) sui siti online non hanno riportato la notizia del notevole rimbalzo del PIL; nemmeno un piccolo articolo, proprio niente, come se non esistesse.

E’ sempre triste avere la consapevolezza di quanto sia patetica e ridicola la destra che ci ritroviamo in Italia.

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#20# Incremento dei morti per covid-19

23/09/2020

Sulla mortalità nei mesi della crisi covid l’ISTAT aveva già reso note delle stime fatte in anticipo per cercare di fornire più informazioni possibili sull’evento. In condizioni normali l’ISTAT redige dei bilanci demografici mensili a cadenze regolari e sono ora disponibili i dati dei primi quattro mesi del 2020. Rispetto alle stime fatte in precedenza si tratta quindi di dati più affidabili, seppur sempre provvisori.

Qui potete vedere i dati del 2020 (premere sul pulsante “Tavola” sulla sinistra):
http://demo.istat.it/bilmens2020gen/index.html

Qui quelli del 2019:
http://demo.istat.it/bilmens2019gen/index.html

Si può osservare come nel mese di marzo i morti siano passati da 57.752 nel 2019 a 84.989 nel 2020 (+47,2%). Nel mese di aprile sono passati da 51.344 nel 2019 a 70.957 nel 2020 (+38,2%).

Si tratta di variazioni decisamente anomale a conferma, tante volte ce ne fosse bisogno, che l’epidemia covid-19 non è un’invenzione.

Da notare che essendo il picco dei contagi rientrato abbastanza velocemente (almeno per ora), il dato complessivo annuale sui morti potrebbe anche non mostrare variazioni eccessive. Ad esempio, se nei successivi 8 mesi del 2020 i morti fossero gli stessi del 2019, la variazione complessiva annuale sarebbe intorno al +6%, un valore alto ma comunque già visto in passato. Questa considerazione non sminuisce comunque la gravità di quanto successo nei due mesi del picco dei contagi; semplicemente si è trattato di un fenomeno che, per fortuna, è durato poco e quindi non è in grado di incidere più di tanto sulle statistiche di lungo periodo.

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#19# La crisi covid-19 nei dati mensili della produzione industriale

12/09/2020

Ecco l’andamento dell’indice della produzione industriale per l’Italia e la Germania prendendo come riferimento il mese di febbraio 2020 (prima dell’inizio della crisi):

Produzione industriale italia crisi covidCome si vede l’Italia ha subito molto le chiusure totali dei mesi di marzo e aprile ma poi ha recuperato abbastanza bene tanto da superare la Germania.

E’ evidente, comunque, che la ripresa in Italia (e gran parte d’Europa) non è propriamente a forma di “V”, ma ha una forma più sbilenca, con la parte destra meno inclinata. Insomma, uscire dalla crisi richiede più tempo di quanto sia stato necessario per entrarci, situazione abbastanza inevitabile se si considera che il covid è tutt’altro che sparito, in Italia e nel mondo.

Fonte dati: Eurostat.
https://ec.europa.eu/eurostat/data/database?node_code=sts_inpr_m

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#18# Focolai di stupidità in Italia

27/07/2020

Io mi chiedo, ma come fa certa destra fascio-populista in Italia a portare avanti una propaganda basata sulla negazione della pericolosità del covid-19 e, ALLO STESSO TEMPO, fare il solito sciacallaggio sugli sbarchi dei migranti dicendo che sarebbero pericolosissimi perché portano il virus? Come fanno a non notare l’evidente contraddizione? Eppure insistono come se niente fosse.

Sono sempre più convinto che i fascio-populisti siano persone che non ci stanno con la testa.

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#17# Alcune considerazioni sul nuovo fondo per la ripresa europeo

23/07/2020

1. Non si tratta solo di soldi prestati. Grazie ai tassi più bassi ci sarà un risparmio in termini di interessi da pagare. Inoltre pare che la quota di fondi spettante all’Italia sia maggiore rispetto alla quota che verrà ripagata attraverso i finanziamenti al bilancio europeo. Insomma, una parte dei soldi può considerarsi effettivamente regalata. Immagino che qualcuno proverà a fare dei conti in proposito.

2. Questo accordo avrà un effetto positivo notevole anche sul debito nazionale italiano. I tassi sono calati ancora e, escludendo imprevisti, sarà improbabile per un bel po’ di tempo avere grossi problemi in questo ambito. Si tratta di altri soldi risparmiati.

3. Tra deficit nazionale e fondi europei ci sono a disposizione una marea di soldi, probabilmente più di quanto sia realmente necessario per uscire dalla crisi, visto che secondo me le stime per l’Italia sono troppo negative. Detto questo, sarà bene che tutti questi soldi presi a debito siano utilizzati per investimenti e spese una tantum e non per finanziare interventi di spesa corrente che diventino strutturali. Infatti i conti dovranno tornare in ordine e non si potrà sempre fare affidamento su enormi debiti e regali da altri paesi…

4. Politicamente si tratta di un grosso passo in avanti verso una maggiore integrazione europea. Frontiere in comune, moneta in comune, ora anche un debito in comune; pensare di tornare indietro da tutto questo sembra sempre più improbabile. Le istanze anti-europeiste rischiano di apparire sempre più inutili, velleitarie e dannose.

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#16# Nel 2019 installati 751,4 MW di nuovo fotovoltaico

25/06/2020

Secondo il rapporto statistico 2019 del GSE sono stati installati in Italia 751,4 MW di nuovi impianti fotovoltaici:
https://www.gse.it/dati-e-scenari/statistiche

In crescita rispetto al 2018 (439,8 MW) soprattutto grazie all’incremento dei grandi impianti con potenza superiore a 1 MW, che passano da 28,5 MW a 233,1 MW. Tali grandi impianti sono realizzati senza incentivi, visto che il nuovo sistema incentivante FER1 è partito solo da pochi mesi mentre la costruzione richiede tempi più lunghi (inoltre la partecipazione ai bandi è stata per ora scarsa).

In totale sono installati in Italia 20.865,3 MW di fotovoltaico.

Nel frattempo è da poco stato allacciato alla rete l’impianto fotovoltaico più grande d’Italia (103 MW) in Puglia, anch’esso, ovviamente, senza incentivi:
https://www.pv-magazine.com/2020/06/25/italys-largest-pv-project-comes-online/

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#15# W il Giappone

15/06/2020

Secondo molti populisti fanta-economisti in Italia l’inflazione è bassa perché negli anni abbiamo perso la nostra sovranità monetaria e non possiamo più “stampare moneta” per stimolare la nostra economia.

A parte che i dati sugli aggregati monetari dimostrano che con l’euro abbiamo avuto una politica monetaria espansiva, ma la cosa davvero divertente è che i populisti portano spesso come modello di paese “sovrano” il Giappone.

Ci si aspetterebbe quindi un paese che negli ultimi decenni ha avuto una crescita economica strepitosa e un’inflazione sostenuta. In realtà la crescita economica è stata in media di poco superiore a quella italiana, vedi:
https://data.worldbank.org/indicator/NY.GDP.MKTP.KD.ZG?end=2018&locations=JP-IT&start=1990

Ma la cosa davvero particolare è l’inflazione. Ecco qui un grafico (indice deflatore del PIL):
https://data.worldbank.org/indicator/NY.GDP.DEFL.KD.ZG?end=2018&locations=JP-IT&start=1990

E’ un paese che in pratica negli ultimi 25 anni è quasi sempre stato in deflazione. Credo sia un caso unico al mondo, almeno tra i paesi ad economia avanzata.

Altro aspetto particolare del Giappone è che nonostante l’aiuto dello Stato la società rimane molto liberale e competitiva. Infatti i deficit sono utilizzati non tanto per alimentare la spesa pubblica ma per tenere basse le tasse. Basta vedere i dati della spesa pubblica rispetto al PIL per rendersene conto:

Aggiungiamoci che i giapponesi studiano e lavorano come matti. Sono questi aspetti che rendono l’enorme debito pubblico giapponese sostenibile.

Insomma, il Giappone è un paese molto diverso da quello che i populisti credono o vorrebbero farci credere.

Fonti
I dati sulla spesa pubblica sono tratti dal sito OCSE sezione “National Accounts; National Accounts at a Glance; General government” selezionando la voce opportuna.

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#14# Il PIL deve crescere in modo sostenuto per far scendere il debito/PIL?

20/05/2020

La risposta breve è: no.

Per far scendere il debito/PIL è necessario che il PIL cresca ad una percentuale superiore rispetto al debito. Quindi la differenza tra questi due valori percentuali è un parametro di riferimento importante.

La percentuale di crescita del PIL è un valore noto più o meno a tutti. In genere è nota la crescita reale del PIL. In questo caso si fa riferimento alla crescita nominale che è data da quella reale + l’inflazione.

La percentuale di crescita del debito è data dal tasso di interesse medio che si paga su tutto lo stock di debito, determinato dal rapporto tra il valore degli interessi e il debito dell’anno precedente. In Italia nel 2019 gli interessi sono stati di 60,3 miliardi su un debito del 2018 di 2380,6 miliardi, quindi il tasso medio è stato del 2,5%. Tale tasso non cambia velocemente proprio perché influenzato da tutto il debito accumulato negli anni precedenti.

Quindi in sostanza per far calare il debito/PIL sarebbe sufficiente che la crescita del PIL + l’inflazione sia più grande del 2,5%. Non poi molto, quindi.

Tutto questo ipotizzando che il saldo tra entrate e spese al netto degli interessi (saldo primario) sia pari a zero. In Italia tale saldo è quasi sempre positivo da decenni, anche di parecchio. Negli ultimi anni l’avanzo primario è sempre stato tra l’1,5 e il 2% del PIL. L’eventuale avanzo primario andrebbe a sommarsi alla crescita nominale del PIL. Quindi per ridurre il debito/PIL sarebbe sufficiente che la crescita del PIL + l’inflazione + l’avanzo primario sia superiore al 2,5%.

Ad esempio, basterebbe che quei tre valori siano solo all’1% ciascuno per riuscire a ridurre il debito/PIL.

Si tratta di calcoli approssimati ma comunque validi (calcoli più precisi richiederebbero delle piccole correzioni). Chi vuole approfondire può far riferimento al grafico sui tassi di interesse medi pagati sul debito pubblico.

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#13# Ancora sulle previsioni del PIL per il 2020

06/05/2020

Stima del calo dei consumi privati secondo una recente analisi dell’ISTAT (pag.19):

Per le stime, effettuate a valori correnti, sono state realizzati due scenari. Nel primo si assume che la limitazione delle attività produttive si manifesti per i soli mesi di marzo e aprile; nel secondo che le limitazioni si protraggano fino a fine giugno. In entrambi gli scenari i confronti sono realizzati confrontati i dati con quelli riferiti a una situazione di assenza di lockdown.

In particolare il primo scenario, più aderente agli ultimi sviluppi dei provvedimenti governativi sulle riaperture, implica che alla fase di interruzione nei mesi di marzo e aprile si affianchi una immediata ripresa dei normali ritmi produttivi. Il confronto tra le due simulazioni fornisce quindi una forchetta entro la quale potrebbe trovarsi la caduta dei consumi connessa al lockdown. Nel primo scenario il calo dei consumi sarebbe pari al 4,1% mentre nel secondo raggiungerebbe il 9,9%. Per il 2020 la stima del quadro tendenziale proposto dal Governo riporta una variazione negativa dei consumi privati pari al 7,2%, valore interno all’intervallo identificato dai due scenari.

Quindi secondo lo scenario più aderente alla realtà, il calo dei consumi privati (la componente maggiore del PIL) sarebbe del 4,1% mentre il Governo nel DEF ha indicato un ben peggiore 7,2%.

Poi ci sono le stime della Commissione Europea che prevedono un calo dei consumi privati di ben il 10,9%:

Mi pare evidente che qualcuno sta sbagliando di grosso. A me la previsione della Commissione sembra davvero troppo pessimistica. Io tifo per la stima ISTAT.

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#12# Quanto debito pubblico “nuovo” quest’anno?

02/05/2020

Ogni anno scadono e vengono rinnovati circa 3-400 miliardi di titoli del nostro debito pubblico. Ad esempio, nel 2019 sono scaduti titoli per 355 miliardi. Nel 2020 sono previste scadenze per 342 miliardi. Per i dati vedi:
http://www.dt.mef.gov.it/it/debito_pubblico/dati_statistici/scadenze_titoli_suddivise_anno/

A questi si sommano ovviamente i miliardi dell’incremento del debito pubblico dell’anno in corso. Quest’anno in particolare tale incremento è previsto che sia molto corposo. A regola se alla fine dell’anno il deficit sarà davvero del 10,4% si potrebbe trattare di qualcosa come circa 170 miliardi.

342 + 170 = 512 miliardi

Vuol dire che quest’anno circa un 1/5 del valore del debito sarà composto da titoli nuovi. Insomma, i tassi ottenuti sui titoli quest’anno peseranno più del solito.

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#11# Stima dei costi di produzione elettrica per fonte negli USA

29/04/2020

L’Energy Information Administration (EIA), un ente governativo USA che si occupa di energia, nell’ambito del suo “outlook” redige ogni anno una stima a breve termine (5 anni) e lungo termine (20 anni) sui costi di generazione di elettricità delle varie fonti secondo il metodo del “Levelized cost of energy” (LCOE).

https://www.eia.gov/outlook/aeo/electricity_generation.php

La stima a breve termine di fatto rappresenta il presente se si considera che per costruire una grande centrale di produzione, dal progetto all’entrata in funzione, possono passare anni.

Costi di produzione dell'elettricità per fonte negli USAProbabilmente per molti i risultati saranno sorprendenti nel vedere come le fonti rinnovabili siano ormai diventate molto competitive dal punto di vista economico, soprattutto il solare fotovoltaico.

Ovviamente il costo non è l’unica variabile da tenere in considerazione per scegliere una fonte di produzione. Come indicato nella tabella, alcune fonti non sono “dispacciabili”, ovvero la loro produzione non è modulabile in base alle necessità o comunque non è caratterizzata da adeguata continuità. Inoltre una fonte deve anche dimostrare di avere le risorse per produrre quantità significative di energia. Il geotermico, ad esempio, risulta economico, ma può essere utilizzato solo in zone limitate.

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#10# Previsioni contenute nel DEF 2020

26/04/2020

Il DEF da poco approvato in CdM è scaricabile da qui:
http://www.mef.gov.it/inevidenza/Approvato-il-DEF-2020-ripartire-dopo-lemergenza/

Nel 2020 previsto un calo del PIL annuale dell’8%. L’andamento trimestrale sarebbe:
1 : -5,5%
2 : -10,5%
3 : +9,6%
4 : +3,8%

Tra le componenti del PIL:
Consumi: -7,2%
Investimenti: -12,3%
Esportazioni: -14,4%
Importazioni: -13,5%
Spesa PA: +0,7%

Deficit al 10,4% e debito/pil al 155,7%.

Con il calo dell’8% il PIL 2020 sarebbe di 1644,7 miliardi. Quindi il deficit al 10,4% a regola sarebbe pari a 171 miliardi.

I valori di entrate e spese che generano quel deficit non è chiaro perché sono stati aggiunti 55 miliardi (3,3% del PIL) di nuovi interventi che non risultano nel riepilogo.

Senza quei 55 miliardi abbiamo:
Entrate: 784,5 miliardi (47,7% sul pil)
Spese: 901,3 (54,8%)

Variazioni rispetto al 2019:
Entrate: -56,9 miliardi (-6,8%)
Spese: +30,6 (+3,5%)

Per il 2021 previsto pil al +4,7%, deficit al 5,7% e debito/pil al 152,7%.

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#9# Eurobond e la farsa dei sovranisti

21/04/2020

Insomma, fino a fine marzo, pochi giorni fa, certi partiti sovranisti lodavano a scena aperta Mario Draghi e dicevano che bisogna fare più debito con una solidarietà tra gli Stati europei (in sostanza gli eurobond).

Poi l’epidemia da coronavirus si è un po’ alleggerita, si parla di riapertura, e i sovranisti si sono resi improvvisamente conto che la creazione di un debito comune europeo, dopo la moneta unica, sarebbe la definitiva pietra tombale su ogni velleità di uscire dall’Unione o dall’euro. In pratica sparirebbe una delle ragioni stesse dell’esistenza dei sovranisti.

Ecco così che al Parlamento europeo votano una mozione (non vincolante) contro gli eurobond. Situazione ridicola ma abbastanza prevedibile…

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#8# La BCE stampa moneta

18/04/2020

Giusto per informazione, ad aprile la BCE con il suo nuovo strumento di politica monetaria “Pandemic emergency purchase programme (PEPP)” ha immesso nel sistema euro liquidità per circa 50 miliardi fino al 13 aprile. A regola a fine mese dovrebbero arrivare a circa 83 miliardi e continuare ogni mese così fino alla fine dell’anno.
https://www.ecb.europa.eu/mopo/implement/pepp/html/index.en.html

A questo si somma il normale Quantitative easing relativo all’Asset purchase programmes (APP) che a regola dovrebbe erogare 32 miliardi al mese (anche se a marzo ne ha erogati di più).
https://www.ecb.europa.eu/mopo/implement/omt/html/index.en.html

Insomma, in totale stiamo sui 115 miliardi al mese di immissione di nuova liquidità. Mai raggiunti tali livelli.

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#7# Quanto calerà il PIL nel 2020?

15/04/2020

Si vedono molte stime e opinioni in proposito. Volendo provare a fare una mia personale stima, ho provato a prendere come riferimento il livello dei consumi elettrici:
https://www.terna.it/it/sistema-elettrico/transparency-report/total-load

Ho considerato gli ultimi 7 giorni non festivi o prefestivi di marzo e i primi 7 giorni dello stesso tipo di aprile, poi ho confrontato i valori con quelli del 2019. Risultato: marzo -22,7%; aprile -22,9%.

Ora, il blocco delle attività ha colpito più duramente il terziario che ha una intensità energetica inferiore alla media (consumi/PIL). Quindi arrotondare il tutto al 30% mi sembra ragionevole e prudente.

Il PIL nel 2019 è 1.787,7 miliardi. Ipotizzando per semplicità che sia distribuito equamente durante l’anno, il singolo mese vale 149 miliardi (PIL/12). Il 30% di 149 è 44,7 miliardi. Quindi per due mesi di blocco il calo del PIL sarebbe di 89,4 miliardi (44,7*2).
In percentuale corrisponde ad un calo del 5% (89,4/1787,7).

Anche se le attività riaprissero tutte, bisogna poi considerare gli strascichi derivanti dalla inevitabile prosecuzione delle misure di distanziamento sociale ancora per mesi. Allo stesso tempo bisogna considerare un probabile effetto “rimbalzo” derivante dal fatto che finalmente verranno effettuate molte spese che nei due mesi di blocco sono rimaste sospese. Va ricordato che la maggioranza delle persone ha continuato a lavorare e a percepire reddito mentre per chi ha smesso di lavorare ci sono gli interventi statali.

Ci sarebbe poi da considerare l’effetto sulla bilancia commerciale. Una crisi degli scambi internazionali penalizza maggiormente chi ha una bilancia positiva, come l’Italia. Il saldo positivo nel 2019 era di 54,9 miliardi. Se anche si azzerasse completamente (assai improbabile) corrisponderebbe comunque al 3% del PIL.

Insomma, in giro ho visto stime che davano un PIL nel 2020 in calo del 10% e oltre, ma valutando l’insieme della situazione a me sembrano valori eccessivi; penso (e spero) che la riduzione sarà minore.

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#6# Qualche dato statistico sui decessi per coronavirus

18/03/2020

Dati basati sul report dell’Istituto Superiore di Sanità aggiornato al 17 marzo.

Numero di pazienti deceduti considerati: 2.003.

L’età media dei pazienti deceduti e positivi a COVID-19 è 79,5 anni.

I morti sotto i 60 anni sono il 3,6%. Sotto i 50 anni sono lo 0,8%. Sotto i 40 anni sono lo 0,2%.

Le donne sono il 30%; gli uomini il 70%.

Il 99,2% dei decessi presentava almeno 1 patologia cronica preesistente. Il 74,1% presentava 2 o più patologie. Questo dato per ora è basato su un campione del 17,7% dei casi considerati.

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#5# Sale la pressione fiscale nel 2019

10/03/2020

La pressione fiscale passa dal 41,9% del 2018 al 42,4% del 2019.

Ciò è derivato dal fatto che le entrate sono aumentate in proporzione più del PIL, per la precisione le entrate hanno fatto segnare un +2,7% mentre il PIL ha fatto un +1,2% (incremento nominale).

Il 2019 è stato il primo anno con il bilancio fatto dal governo populista giallo-verde, che ha anche governato per tre trimestri su quattro. Ricordiamoci tutti i bei discorsi, soprattutto da parte leghista, sulla riduzione delle tasse durante il periodo del loro governo…

Peraltro, grazie a questo buon risultato delle entrate, i conti pubblici sono andati molto meglio delle previsioni. Il deficit ha fatto segnare addirittura solo l’1,6% del PIL, che è il secondo deficit più basso dal 1980 (l’altro era l’1,3% nel 2007). Anche il rapporto debito-PIL non si è incrementato ma è rimasto stabile al 134,8%.

Se si pensa che i populisti proponevano durante il loro governo di sforare addirittura il limite del 3% di deficit in nome del sovranismo economico dell’Italia e contro i “burocrati di Bruxelles”, questi risultati sono davvero insoliti.

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#4# Storia di sciacalli

02/03/2020

Dicono che il virus ha colpito in particolar modo l’Italia perché nel nostro paese non sono state prese adeguate misure preventive. Ma in realtà l’Italia si è comportata come tutti gli altri paesi del mondo, anzi, no, per settimane siamo stati l’unico paese a bloccare i voli diretti dalla Cina (ricevendo pure critiche di fare troppo allarmismo). Quindi l’Italia è stata addirittura più prudente rispetto ad altri paesi.

Sciacalli e bugiardi.

Non contenti hanno iniziato, per questioni elettorali (ci sono le regionali), ad attaccare il governatore della Toscana, sempre dicendo di non adottare adeguate misure preventive, soprattutto nei confronti degli stranieri. Siccome non era abbastanza, hanno pure iniziato a dire che il virus poteva venire con gli sbarchi dei migranti nel Sud Italia. Risultato: il primo grosso focolaio del virus scoppia in Lombardia e Veneto.

Sciacalli, bugiardi e sfortunati.

A questo punto iniziano ad avere dubbi sulle loro azioni. I giornali nazional-populisti passano improvvisamente dall’allarmismo più sfrenato a posizioni rassicuranti. Il capo degli sciacalli propone addirittura di partecipare ad un Governo di larghe intese, magari insieme a Renzi, quello che, secondo la loro propaganda, è responsabile di aver portato 700.000 migranti africani in Italia.

Sciacalli, bugiardi, sfortunati e patetici.

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#3# Coronavirus: sigilliamo le frontiere!!!

25/02/2020

Come al solito i nazional-populisti non fanno mai mancare le loro azioni di sciacallaggio e terrorismo; lo fanno con l’argomento immigrazione, con la criminalità, con questioni tecnico-finanziarie come il MES, e ora si buttano pure sulle malattie infettive.

Stanno cercando di far passare l’idea che l’attuale diffusione del virus in Italia derivi dall’aver sottovalutato il pericolo nelle precedenti settimane non “sigillando” le frontiere, non attuando quarantene forzate su larga scala e controlli di massa per rilevare il virus.

In realtà nessun paese al mondo ha adottato misure così drastiche, anzi, l’Italia è stato per diverse settimane l’unico paese ad aver almeno interrotto i voli diretti dalla Cina (cosa per la quale il Governo è stato accusato di troppo allarmismo). L’approccio dell’Italia, quindi, è stato addirittura più prudente rispetto al resto del mondo. Se un focolaio della malattia è scoppiato per primo in Italia piuttosto che altrove, evidentemente dipende da altre variabili o semplicemente dal caso.

Se vi siete fatti prendere dal panico, è possibile razionalizzare un po’ la situazione facendo ricorso a qualche statistica.
Ad esempio, in Italia di normale influenza e polmonite muoiono in un anno 14.179 persone (dati ISTAT* del 2017). Si tratta oltretutto di dati basati sulla causa iniziale di morte, ovvero se uno ha una patologia precedente, prende l’influenza e muore, statisticamente viene indicata solo la prima malattia (nelle statistiche diffuse sugli attuali morti di coronavirus questa accortezza non viene utilizzata).
Si tratta di una vera e propria ecatombe che, per di più, capita ogni anno. Nonostante ciò nessuno si fa prendere dal panico o pretende di “sigillare” le frontiere. Ovviamente questo non significa che l’attuale coronavirus sia da ignorare, ma almeno ora abbiamo un parametro di riferimento per valutare la gravità della situazione.

* Fonte: dati.istat.it, sezione “Salute e Sanità; Cause di morte”.

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#2# L’economia del Giappone si è fermata

17/02/2020

https://www.ilpost.it/2020/02/17/giappone-economia-pil-contrazione/

Calo congiunturale dell’1,6% nel quarto trimestre 2019 che finirà probabilmente per rendere negativo il dato del PIL annuale nonostante i primi due trimestri positivi.

Ma il Giappone ha la sua moneta sovrana, può fare tutto il debito che vuole, ha una forte identità nazionale ed è etnicamente puro, come è possibile che vada male? [SARCASMO]

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#1# Il più noto pretesto usato dagli xenofobi

05/02/2020

Non vogliamo gli stranieri perché sono incivili, ignoranti, poveri e incapaci. Si tratta ovviamente di un pretesto dietro il quale molte persone nascondono il proprio razzismo.

E’ evidente che se gli immigrati stranieri in Italia fossero tutti istruiti, capaci e volenterosi il razzismo nei loro confronti non sarebbe minore, ma addirittura maggiore. All’istintiva diffidenza per il diverso si sommerebbe inevitabilmente anche l’invidia di molti. Sarebbe un razzismo forse meno evidente ma più profondo.

D’altra parte abbiamo già un esempio noto, gli ebrei, e sappiamo come è finita…