Andamento del PIL trimestrale nel periodo della crisi covid-19 (anno 2021)

La crisi covid-19 sta portando a notevoli problemi in ambito sanitario ma anche economico. Dopo aver seguito l’andamento del PIL trimestrale nel 2020, vediamo ora come sta andando il 2021.


(i testi relativi ai precedenti trimestri sono riportati sotto)

Nel quarto trimestre 2021 il PIL italiano ha continuato a crescere in termini congiunturali (ovvero rispetto al trimestre precedente) ma ad un passo decisamente più lento, facendo segnare un +0,6% (nel terzo trimestre era del +2,6%). La variazione tendenziale (rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente) fa segnare un +6,4%, in miglioramento rispetto al dato precedente (+4,0%) grazie al fatto che nel quarto trimestre 2020 avevamo avuto un temporaneo peggioramento della variazione congiunturale.

Il rallentamento della crescita congiunturale segna la fine dalla fase “di rimbalzo” dell’economia, infatti il valore monetario del PIL trimestrale è tornato praticamente sugli stessi livelli del 2019, prima della crisi. Da qui in avanti eventuali crescite congiunturali trimestrali non potranno più raggiungere i picchi elevati visti durante il 2021 (con variazioni sopra il +2%) ma si manterranno su valori ben più modesti, che difficilmente supereranno il +0,6%.

Per avere più chiara la situazione dell’andamento del PIL trimestrale, vediamo un grafico con i valori monetari dal 2019 (prima della crisi covid) ad oggi:

PIL quarto trimestre 2021 italia graficoCome si vede il dato del quarto trimestre 2021 è tornato quasi sullo stesso livello del quarto trimestre 2019. Come già detto nei commenti degli altri trimestri, questo risultato era abbastanza prevedibile perché già dall’inizio del 2021 tutti i principali indicatori economici mensili facevano segnare valori in netta ripresa.

Peraltro si può notare come gran parte del recupero sia avvenuto già durante il 2020, nello specifico, con il grande rimbalzo del terzo trimestre.

Ora che abbiamo i dati di tutti e quattro i trimestri è possibile calcolare la stima della variazione annuale del PIL. Vediamo quindi una tabella che riepiloga tutti i PIL trimestrali dal 2019 e le associate variazioni percentuali per l’Italia e le altre principali economie dell’Unione Europea:

PIL quarto trimestre 2021 paesi tabellaPossiamo così vedere come la stima della variazione annuale sia per l’Italia del +6,5%, un dato migliore del +6,0% previsto dal Governo nel DPB di ottobre 2021. Si tratta della stima preliminare e basata sui dati destagionalizzati e corretti per effetto di calendario, quando invece le stime definitive sono basate sui dati grezzi, quindi in seguito sono possibili piccole correzioni.

Nello stesso DPB il Governo ha stimato una crescita per il 2022 del +4,7%, ma proprio in virtù della maggiore crescita registrata nel 2021, questa previsione sarà sicuramente rivista al ribasso. Come variazione annuale acquisita per il 2022, ovvero ipotizzando che in tutti i trimestri del 2022 il valore monetario del PIL rimanga costante (variazione congiunturale pari a zero), si parte da un +2,4%. Probabile che alla fine la crescita 2022 sia tra il 3,5% e il 4,0%.

Osservando gli altri paesi indicati in tabella, si nota come la migliore variazione annuale del PIL spetta alla Francia con un +7,0%, mentre la peggiore è quella della Germania, con un +2,8%. La Germania, però, era il paese che partiva da una condizione migliore, avendo registrato nel 2020 un calo del PIL decisamente meno grave rispetto agli altri paesi (-4,9%).

Se si considera il livello di recupero del PIL rispetto al periodo pre-crisi sui singoli trimestri (indicato in tabella con la voce “indice 2019”), si nota come nel quarto trimestre la Francia abbia recuperato completamente (andando sopra di uno 0,9%); l’Italia segue rimanendo sotto di uno 0,5%; la Germania sotto dell’1,5%; la Spagna, più staccata, sotto del 4,0%. Se invece dell’ultimo trimestre si considera l’intero anno, il miglior indice (non indicato in tabella) risulta sempre quello della Francia (98,4), seguita dalla Germania (97,7), Italia (96,9) e Spagna (93,6). In termini annuali, quindi, un completo recupero del PIL sul 2019 avverrà solo nel 2022.

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(testo del 01/11/2021 relativo al terzo trimestre)

Nel terzo trimestre 2021 il PIL italiano continua a crescere con una variazione congiunturale (ovvero rispetto al trimestre precedente) sostenuta, pari al +2,6%, mentre la variazione tendenziale (rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente) segna un +3,8%.

Si tratta di un risultato decisamente buono e sopra le attese, anche se lo stabilizzarsi della variazione congiunturale (il precedente trimestre era del +2,7%) indica l’inizio di una inevitabile fase di rallentamento della crescita man mano che usciamo dall’effetto di “rimbalzo” dell’economia. E’ evidente, infatti, che dopo una crisi intensa ma tutto sommato breve come quella covid, ritornare sui livelli pre-crisi è più facile che andare oltre tali livelli. Il rallentamento è inevitabile anche considerando il progressivo affievolirsi del supporto pubblico all’economia nel dopo crisi (il deficit è previsto che passi dal 9,4% del 2021 al 5,6% nel 2022 e al 3,9% nel 2023).

Come sempre, vediamo un grafico che rappresenta l’andamento del PIL trimestrale dal 2019 (anno prima della crisi covid) ad oggi:

PIL terzo trimestre 2021 italia graficoCome si vede, con questi dati è possibile che il PIL trimestrale torni sui livelli del 2019 già alla fine di quest’anno. Come detto in passato, si tratta comunque di un risultato abbastanza prevedibile considerando che quasi tutti i principali indicatori economici mensili sono su livelli prossimi o superiori al 2019 già dall’inizio dell’anno.

Per quanto riguarda la stima del PIL annuale del 2021, il Governo ha finalmente aggiornato i valori nel recente DPB di ottobre portando il dato al +6,0% (nel DEF varato in primavera era al +4,5%). Curiosamente si tratta dello stesso valore stimato per il 2021 dal precedente Governo nel DPB di un anno prima. Si trattava quindi di una stima abbastanza azzeccata, e solo con i primi accenni di crisi di governo sono iniziate a fioccare da diverse parti assurde previsioni di un PIL intorno al +3-4% che non avevano senso.

Come ormai visto più volte, con i dati dei trimestri disponibili del 2021 è possibile calcolare la variazione acquisita, ovvero ipotizzando che nei successivi trimestri dell’anno il PIL rimanga costante (variazione congiunturale pari a zero) e confrontando poi la somma annuale con quella dell’anno precedente. Mancando ormai solo un trimestre alla fine dell’anno, questo dato è ora più rilevante.

Vediamo quindi una tabella che riepiloga tutti i PIL trimestrali dal 2019 e le associate variazioni percentuali per l’Italia e le altre principali economie dell’Unione Europea:

PIL terzo trimestre 2021 paesi tabellaSi può notare come per l’Italia la variazione annuale acquisita per il 2021 sia del +6,1%, quindi un valore già di poco superiore a quello stimato nel DPB. Essendo probabile avere un’altra variazione congiunturale positiva nell’ultimo trimestre, il PIL finale dovrebbe essere ancora superiore. A puro titolo di esempio, con una variazione congiunturale nel quarto trimestre del +1,5%, il PIL finale annuale sarebbe del +6,5%.

Nel recente DPB il Governo per il 2022 ha stimato un PIL annuale al +4,7%. Con una crescita superiore al previsto nel 2021, comunque, è quasi certo che tale stima venga ridotta in futuro di qualche decimale.

Per quanto riguarda gli altri paesi indicati in tabella, si registrano per il secondo trimestre consecutivo tutte variazioni positive. Come variazione annuale acquisita, la Francia si conferma il paese con il valore migliore (+6,6%), staccando nettamente la Germania (+2,6%), il paese con il valore peggiore.

Grazie al buon risultato del terzo trimestre, la Francia riesce a diventare il primo paese anche come recupero dei valori pre-crisi, indicati in tabella alla voce “Indice 2019”. Come si vede nel terzo trimestre il valore della Francia è appena uno 0,4% inferiore al dato 2019, con buone probabilità di andare sopra nell’ultimo trimestre. Ad ogni modo la Germania, grazie al fatto di aver subito il calo meno grave del PIL nel 2020, rimane al secondo posto come recupero sul 2019. L’Italia segue non troppo lontana. Solo la Spagna continua ad essere un po’ più staccata.

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(testo del 07/08/2021 relativo al secondo trimestre)

Come previsto, nel secondo trimestre 2021 il PIL italiano è tornato a crescere in maniera più accentuata, con una variazione congiunturale (ovvero rispetto al trimestre precedente) del +2,7% e una tendenziale (rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente) del +17,3%.

La notevole variazione tendenziale non è una sorpresa, visto che fa riferimento ad un confronto con il secondo trimestre 2020, quando a causa delle chiusure totali per covid il PIL raggiunse il punto più basso. Tale variazione indica comunque come negli ultimi 12 mesi gran parte del calo del PIL sia stato recuperato, in particolare grazie al notevole rimbalzo congiunturale del terzo trimestre 2020.

Come al solito, per avere più chiara la situazione vediamo un grafico che rappresenta l’andamento del PIL trimestrale dal 2019 (anno prima della crisi covid) ad oggi:

PIL secondo trimestre 2021 italiaCome si vede, nonostante la crescita dell’ultimo trimestre il valore del PIL rimane sempre al di sotto dei valori pre crisi. Considerando, comunque, che la gran parte degli indicatori economici mensili e i consumi elettrici fanno segnare valori prossimi o superiori ai livelli del 2019, è probabile aspettarsi altre variazioni congiunturali positive nei prossimi trimestri. Entro la fine del 2021 il PIL trimestrale potrebbe quindi avvicinarsi molto a quello pre crisi, anche se per un effettivo recupero sarà probabilmente necessario aspettare il primo o secondo trimestre 2022.

Rimangono da valutare i possibili effetti negativi della quarta ondata covid in corso.

Per quanto riguarda la stima della variazione annuale del PIL per il 2021, come già detto, è possibile fare riferimento alla variazione acquisita, ovvero ipotizzando che nei successivi trimestri dell’anno il PIL rimanga costante (variazione congiunturale pari a zero) e confrontando poi la somma annuale con quella dell’anno precedente.

Vediamo la tabella che riepiloga tutti i PIL trimestrali dal 2019 e le associate variazioni percentuali per l’Italia e le altre principali economie dell’Unione Europea:

PIL secondo trimestre 2021 paesiCome si vede, ipotizzando per i restanti due trimestri del 2021 un PIL invariato, la variazione annuale acquisita risulta per l’Italia del +4,8%. Si tratta di un risultato già superiore a quello stimato dal Governo in primavera nel DEF 2021 (+4,5%).

Considerando che, come detto, nei restanti due trimestri del 2021 è probabile avere altre variazioni congiunturali positive, non sarebbe strano avere una variazione annuale del PIL finale anche sopra al 5%. A puro titolo di esempio, anche con delle variazioni congiunturali nel T3 e T4 abbastanza modeste nell’attuale contesto, come un +1,0% e un +0,5%, la variazione annuale finale sarebbe del +5,4%.

Osservando gli altri paesi si può notare come tutti siano tornati su variazioni congiunturali positive nel T2 2021, anche se con valori abbastanza diversi tra loro. Con questa impostazione la variazione annuale acquisita più elevata per il 2021 spetta all’Italia e alla Francia, mentre la più bassa alla Germania.

La Germania partiva però da una situazione migliore, avendo ottenuto nel 2020 il calo del PIL meno grave. Ponendo come valore 100 i PIL trimestrali del 2019 e applicando poi le variazioni tendenziali è possibile avere un riferimento sull’effettivo recupero della situazione pre covid. E’ quello che nella tabella è indicato come “Indice 2019”.

Come si vede, nonostante i risultati meno brillanti del 2021, la Germania è nel T2 il paese che ha recuperato di più sul 2019, seguita comunque a breve distanza dalla Francia e dall’Italia (che ha recuperato molto in questo trimestre). La Spagna risulta un po’ più staccata.

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(06/06/2021 – aggiornati i dati con le ultime revisioni per il primo trimestre)

Dopo aver seguito l’andamento del PIL trimestrale nel 2020, vediamo ora come sta andando il 2021.

Nel primo trimestre 2021 il PIL italiano ha fatto segnare una variazione rispetto al trimestre precedente (congiunturale) del +0,1% e rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (tendenziale) del -0,8%.

In sostanza, dopo il grande tonfo dell’economia avuto a causa delle chiusure totali per covid di marzo e aprile 2020 (che hanno inciso particolarmente sui risultati del secondo trimestre) e il promettente notevole rimbalzo positivo avuto nel terzo trimestre, il PIL non è riuscito più a crescere ulteriormente, anzi nel complesso è leggermente calato. La causa, come si sa, sono state le successive ondate covid che hanno portato di nuovo a dover adottare provvedimenti di chiusura e limitazioni negli spostamenti a partire da novembre 2020.

Va detto, comunque, che i successivi provvedimenti contro il coronavirus sono stati ben più leggeri e mirati rispetto a quelli per la prima ondata, infatti la riduzione del PIL avuta nel quarto trimestre 2020 è stata ben poca cosa in confronto e nel primo trimestre 2021, come detto, abbiamo addirittura una leggera crescita.

Per capire meglio la situazione, vediamo un grafico che rappresenta l’andamento del PIL trimestrale dal 2019 (anno prima della crisi covid) ad oggi:

PIL primo trimestre 2021 italia graficoDopo il notevole rimbalzo del T3 2020 si sperava in una possibile ripresa a forma di “V” (ovvero con una linea discendente e ascendente sostanzialmente speculari), ma le successive ondate covid, come si vede, hanno reso impossibile la cosa. Tornare sugli stessi livelli di PIL trimestrale del 2019 richiederà tempi più lunghi, bisogna vedere quanto.

Da dire che nonostante il risultato fiacco del PIL nel primo trimestre di quest’anno, per ora tutti gli indicatori economici segnano una ripresa abbastanza veloce. Anche i consumi di energia elettrica sono sostanzialmente tornati sui livelli precedenti la crisi già a marzo. L’impressione è quindi che nel secondo e terzo trimestre ci possa essere un nuovo piccolo rimbalzo che possa portare i valori trimestrali non molto lontani da quelli del 2019.

Ma nel complesso, quanto potrà essere la variazione annuale del PIL nel 2021?

Il Governo nel recente DEF 2021 ha stimato una variazione del +4,5%.

Come detto nei commenti del precedente anno, per capire come stanno andando le cose è possibile calcolare la cosiddetta variazione acquisita, ovvero ipotizzando che nei successivi trimestri dell’anno il PIL rimanga costante (variazione congiunturale pari a zero) e confrontando poi la somma annuale con quella dell’anno precedente.

Vediamo una tabella che riepiloga tutti i PIL trimestrali dal 2019 e le associate variazioni percentuali per l’Italia e le altre principali economie dell’Unione Europea:

PIL primo trimestre 2021 paesi tabellaPer l’Italia si notano le variazioni trimestrali del 2020 che hanno portato complessivamente il PIL annuale ad un -8,9%.

Per il 2021 è riportato il dato del primo trimestre mentre per i successivi, come detto, si è ipotizzato che il PIL rimanga uguale, senza subire variazioni. Il risultato è che per ora la variazione del PIL acquisita nel 2021 è del +2,6%. Siamo solo al primo trimestre, quindi tale dato ha un significato modesto, considerando anche che per i prossimi trimestri sono previste variazioni congiunturali positive.

La variazione acquisita può essere considerata comunque un punto di partenza. Oggettivamente, vista la situazione positiva degli indicatori economici, raggiungere la variazione del +4,5% stimata nel DEF non sembra così difficile, anzi ci sono buone probabilità che il risultato sia migliore (sempre se la situazione sanitaria non peggiora di nuovo).

Per avere un’idea: dall’attuale situazione per raggiungere un +4,5% annuale nel 2021 sarebbe necessario avere una variazione congiunturale nel T2 positiva ma non esagerata (+1%), più positiva nel T3 (+2,0%) e più modesta nel T4 (+0,5%). Non si tratta di una previsione, è solo per fare un esempio e capire quali numeri sono in gioco.

Da notare come nel T2 2021 l’Italia farà in ogni caso registrare una variazione tendenziale molto positiva (quella acquisita è del +14,0% ma verosimilmente sarà di più). Non c’è da sorprendersi; è una cosa normale per le variazioni tendenziali quando nell’anno precedente si registra un calo intenso e di breve durata come quello visto nel T2 2020.

Osservando i dati degli altri paesi si può notare come per ora la variazione acquisita più bassa per il 2021 spetti alla Germania e la più alta alla Francia. Ma va detto che la Germania partiva da una situazione migliore perché nel 2020 aveva avuto il calo del PIL meno grave.

Per capire quindi nel complesso chi sta recuperando più velocemente rispetto al 2019, ovvero rispetto alla situazione pre-crisi covid, bisogna osservare l’andamento di un indice che abbia come base 100 proprio quell’anno. E’ quello che in tabella è indicato come “Indice 2019”. Come si vede la Germania, nonostante il rallentamento attuale, rimane il secondo paese che sta recuperando più in fretta. L’Italia è terza, prima della Spagna.

 


Fonti

I dati del PIL trimestrale per l’Italia e gli altri paesi europei sono tratti dal sito Eurostat sezione “Economy and finance; National accounts; Complete database; Quarterly national accounts; Main GDP aggregates; GDP and main components (output, expenditure and income) (namq_10_gdp)”.

Le variazioni percentuali vengono calcolate basandosi sui dati destagionalizzati e corretti per effetto di calendario. Inoltre si tratta dei valori reali (Chain linked volumes). Per i valori assoluti sono stati considerati i dati con anno di riferimento il 2015.

Trattandosi di statistiche recenti è possibile che Eurostat apporti piccole rettifiche successive.

Da notare che le statistiche annuali sulle variazioni del PIL sono basate sui dati grezzi (ovviamente), ovvero non destagionalizzati e non corretti per effetto di calendario. Ciò può portare a piccole differenze rispetto ai dati annuali calcolati nella tabella di sopra. In genere si tratta al massimo di un decimale di punto. In questo specifico caso il dato 2020 della Germania mostra uno scostamento maggiore (sui dati grezzi il dato è del -4,6% invece del -4,9%, ma si tratta ancora di dati provvisori).

 

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