Andamento del PIL trimestrale nel periodo della crisi covid-19 (anno 2022)

La crisi covid-19 ha portato notevoli problemi in ambito sanitario ma anche economico. Dopo aver seguito l’andamento del PIL trimestrale nel 2020 e 2021, vediamo ora come sta andando il 2022.


(dati aggiornati al QUARTO trimestre 2022)
(05/03/2023 – modificata e aggiornata la nota sul deflatore del PIL)
(i testi relativi ai precedenti trimestri sono riportati sotto)

Dopo ben 7 trimestri di variazioni congiunturali positive (rispetto al PIL del trimestre precedente) nel quarto trimestre 2022 arriva una variazione negativa, seppur modesta (-0,1%). Infatti da una parte si iniziano a sentire gli effetti della crisi energetica ed inflazionistica, dall’altra sono completamente passati gli effetti del “rimbalzo” dell’economia dopo la crisi covid, visto che ormai i valori sono superiori a quelli del 2019.

La variazione tendenziale (rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente) continua invece ad essere positiva (+1,7%) perché pesano ancora le variazioni congiunturali positive avute negli scorsi trimestri. Il valore si sta comunque riducendo (era il 2,7% il trimestre precedente) e continuerà così fino ad approssimarsi allo zero probabilmente già dal secondo trimestre 2023.

D’altra parte il Governo nel recente Documento Programmatico di Bilancio (DPB) ha previsto un PIL annuale nel 2023 al +0,3% (tabella pagina 8). Considerando che la media delle variazioni trimestrali tendenziali (che sono corrette per effetti di calendario e destagionalizzati) da come risultato la variazione annuale del PIL, si può ben capire la situazione.

Anche se per ora viene diffuso un certo ottimismo sulle prospettive dell’economia, quasi tutti gli indicatori economici mensili hanno mostrato un netto peggioramento negli ultimi mesi del 2022 e inevitabilmente influenzeranno anche i primi mesi del 2023. Non sarebbe strano avere quindi nel 2023 un PIL annuale peggiore di quanto previsto dal Governo, anche negativo.

Come sempre andiamo a vedere il grafico con i valori monetari del PIL reale trimestrale dal 2019 (prima della crisi covid) ad oggi:

PIL quarto trimestre 2022 italia graficoCome si vede l’interruzione della tendenza alla crescita del quarto trimestre 2022 è modesta e i valori rimangono ancora superiori a quelli pre-crisi covid del 2019 e anche superiori ai primi due trimestri 2022 (soprattutto il primo), motivo per il quale nel 2023 anche con qualche piccola variazione negativa il PIL annuale potrebbe risultare di poco positivo.

Per avere più chiara la situazione vediamo la tabella che riepiloga tutti i PIL trimestrali dal 2019 e le associate variazioni percentuali per l’Italia e le altre principali economie dell’Unione Europea:

PIL quarto trimestre 2022 paesi tabellaCome si vede, con il dato dell’ultimo trimestre la variazione annuale del PIL nel 2022 risulta del +3,9%, leggermente migliore delle previsioni che la davano al +3,7%. Va ricordato che questi dati, oltre ad essere provvisori e quindi suscettibili di piccole correzioni future, sono basati sui valori destagionalizzati e corretti per calendario, mentre il dato effettivo del PIL annuale viene calcolato sui dati grezzi (non corretti). Questo può dare origine a piccole differenze nelle stime del PIL (ad esempio se il numero di giorni lavorativi tra i due anni è diverso). Il dato del PIL annuale effettivo sarà diffuso dall’ISTAT a marzo.

Attribuendo ai trimestri del prossimo anno il valore del PIL dell’ultimo trimestre disponibile è possibile calcolare la cosiddetta variazione annuale acquisita che, come si vede, per il 2023 risulta del +0,4%. In pratica se nel 2023 il PIL trimestrale non crescesse e rimasse stabile, la variazione annuale del PIL sarebbe comunque quella.

Da notare quindi come la variazione acquisita sia maggiore delle previsioni del Governo (+0,3%). In pratica è già stato messo in conto che nel 2023 ci sarà almeno un’altra piccola variazione trimestrale congiunturale negativa dopo quella del quarto trimestre 2022.

Come detto, da una parte viene diffuso un certo ottimismo sulla fine della crisi energetica e inflazionistica, dall’altra gli indicatori economici mensili mostrano una rallentamento dell’economia anche peggiore di quanto indicato dalle variazioni del PIL trimestrale. Non è facile quindi capire come andrà il 2023.

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Nota a margine: come detto le variazioni del PIL a cui si fa normalmente riferimento sono quelle espresse in valori reali, ovvero depurati dall’effetto dell’inflazione. Approssimando si può dire che la variazione del PIL reale è data dalla variazione del PIL nominale (ovvero quella concretamente registrata) meno il tasso di inflazione. Lo scopo di questi calcoli è evidente: se c’è un aumento generalizzato dei prezzi anche il PIL (che è calcolato sui consumi di beni) cresce di pari passo, ma non è un aumento reale perché la quantità di beni venduti in realtà magari rimane la stessa. Il PIL reale indica quindi un valore più oggettivo.

Il tasso di inflazione utilizzato per calcolare il PIL reale (deflatore del PIL) è però diverso dalla normale inflazione sui consumi (indice NIC). I due tassi, seppur diversi da un punto di vista contabile, non sono comunque mai molto distanti tra loro.

Nel 2022 il tasso deflatore del PIL risulta del 3,0% mentre secondo gli ultimi dati disponibili la normale inflazione annuale sui consumi è dell’8,1%. C’è una differenza di ben 5,1 punti percentuali. In tutta la storia della contabilità del PIL dal 1960 non c’è mai stato uno scostamento negativo così ampio (al massimo si era arrivati a 2,3 punti ma la media è ben più bassa).

In generale questa situazione capita in quanto la normale inflazione è calcolata su tutta la spesa mentre nel calcolo del PIL si considera la spesa prodotta e consumata internamente, al netto delle importazioni, più le esportazioni. La crisi inflazionistica ha colpito molto proprio i beni di importazione (energetici e non solo), facendo schizzare in alto la normale inflazione, mentre ha colpito decisamente meno i beni prodotti e consumati internamente e le esportazioni, portando quindi ad un deflatore del PIL ben più basso. Infatti secondo la nota metodologica riportata dall’ISTAT stessa (nella parte destra) a pagina 3, il deflatore sulle importazioni sarebbe di ben il +21,5%, rispetto ad un +10,9% sulle esportazioni, un +5,2% per la spesa delle pubbliche amministrazioni e un +7,4% per i consumi privati (ma questi ultimi due dati comprendono le importazioni). Diciamo quindi che nel 2022 l’inflazione si è trasferita al mercato interno in modo parziale, ma è possibile che ci siano degli effetti tardivi in tal senso.

Bisogna dire che durante la grande crisi inflazionistica degli anni ‘70 (causata anch’essa dai prodotti energetici) questo tipo di scostamenti tra i due indici dei prezzi non si sono riscontrati, anzi, erano prevalentemente di segno opposto. Sarebbe interessante quindi avere dall’ISTAT qualche informazione in più…

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Tornando ai dati della tabella, si può notare come rispetto alla situazione pre-covid (indicata in tabella con la voce “Indice 2019”) il PIL nel quarto trimestre 2022 sia ormai l’1,8% superiore. Anche a livello annuale (che volendo può essere calcolato come media dell’indice dei quattro trimestri) il PIL è ritornato sopra il valore del 2019 con un indice annuale di 100,8.

Andando a vedere la situazione nelle altre principali economie dell’UE si può notare come solo la Spagna abbia una variazione annuale del PIL nel 2022 maggiore dell’Italia. La Spagna partiva però da un dato peggiore nel 2020 e 2021, infatti come recupero sul 2019 rimane comunque il paese messo peggio.

Come recupero medio annuale sul 2019 il paese migliore risulta la Francia (100,9), poi, come detto, a poca distanza l’Italia (100,8), la Germania (100,3) e la Spagna (98,7).

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(02-11-2022)
(dati del TERZO trimestre 2022)

Come ipotizzato nel commento del precedente trimestre, nel terzo trimestre 2022 l’economia in Italia continua a far segnare variazioni congiunturali positive con un +0,5% (variazione rispetto al PIL del trimestre precedente). Si tratta di una variazione anche abbastanza sostenuta e superiore alle previsioni. La variazione tendenziale (rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente) fa segnare un +2,6%, in rallentamento, ad indicare la progressiva uscita dalla fase di “rimbalzo” dell’economia dopo la crisi covid. Infatti le precedenti variazioni tendenziali molto positive risentivano ancora della veloce crescita dell’economia avuta durante il 2021. Ora la situazione si sta stabilizzando.

Come scritto nel comunicato ISTAT, la buona crescita congiunturale del terzo trimestre deriva dalla ripresa del settore terziario, il settore che ancora subiva i maggiori residui effetti della crisi covid (basta pensare alla piena riapertura del settore turistico).

Continua quindi il ciclo positivo delle variazioni congiunturali partito nel primo trimestre 2021. Vengono anche smentite tutte le previsioni catastrofiste e farlocche di molti troll della propaganda populista e sovranista che ipotizzavano un crollo dell’economia a causa della guerra in Ucraina e della crisi energetica. Un rallentamento dell’economia c’è (la variazione del PIL poteva essere anche maggiore questo trimestre) e ci sarà nel prossimo futuro, ma niente di catastrofico, a meno che nel frattempo non subentrino altri e nuovi fattori negativi (e il nuovo Governo lascia molti interrogativi).

Come sempre andiamo a vedere il grafico con i valori monetari del PIL reale trimestrale dal 2019 (prima della crisi covid) ad oggi:

PIL terzo trimestre 2022 italia graficoCome si vede il PIL trimestrale era tornato su livelli più elevati di quelli pre-covid già il trimestre scorso ed ora è andato ancora più su. Anche a livello annuale (la somma dei quattro trimestri) è molto probabile che alla fine il PIL del 2022 sia superiore a quello del 2019.

Per avere il quadro della situazione vediamo la tabella che riepiloga tutti i PIL trimestrali dal 2019 e le associate variazioni percentuali per l’Italia e le altre principali economie dell’Unione Europea:

PIL terzo trimestre 2022 paesi tabellaCome si vede, attribuendo ai trimestri mancanti (il quarto in questo caso) il valore dell’ultimo trimestre disponibile (variazione congiunturale pari a zero), può essere calcolata la cosiddetta variazione annuale acquisita, pari per l’Italia al +3,9%. Si tratta di un valore che se venisse confermato sarebbe superiore alle stime fatte dal Governo nel DEF di aprile 2022 (+3,1%).

E’ molto probabile che nel quarto trimestre ci sia un rallentamento dell’economia, ma a questo punto è praticamente certo che il PIL annuale 2022 sarà superiore alle previsioni (per fare peggio ci vorrebbe una variazione congiunturale negativa del -3,2% nel quarto trimestre, un po’ troppo).

Il recupero rispetto ad una condizione pre-covid sul singolo trimestre è indicato alla voce “Indice 2019”. Come si vede nel terzo trimestre il PIL è al +1% rispetto allo stesso trimestre del 2019. Anche a livello annuale il PIL acquisito risulterebbe superiore a quello del 2019 (+0,8%).

Facendo un confronto con gli altri paesi si nota come l’Italia nel terzo trimestre abbia fatto registrare il risultato congiunturale migliore tra le principali economie dell’UE (dopo un secondo trimestre già buono).

Grazie ai risultati particolarmente positivi degli ultimi due trimestri, l’Italia è diventata (caso insolito) il paese che nell’attuale trimestre fa registrare il recupero maggiore sul 2019 tra i paesi considerati, con buone probabilità di confermarlo nel quarto trimestre e anche a livello annuale.

Allo stato attuale, dopo l’Italia il recupero migliore sul 2019 spetta nell’ordine alla Francia, Germania e Spagna, con quest’ultimo paese un po’ più staccato rispetto agli altri. Infatti la Spagna, pur facendo registrare la maggiore variazione annuale acquisita (+4,6%), è anche il paese che aveva perso di più nel 2020, quindi per tornare sui livelli 2019 deve recuperare di più.

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(02/08/2022)
(dati del SECONDO trimestre 2022)

Dopo un certo rallentamento nel primo trimestre, l’economia in Italia torna a crescere più decisamente nel secondo trimestre con una variazione congiunturale del +1,0% (rispetto al trimestre precedente) e una variazione tendenziale del +4,6% (rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente). La variazione congiunturale precedente era stata del +0,1%.

Continua quindi il ciclo positivo in termini congiunturali iniziato nel primo trimestre 2021 anche se, come detto in precedenza, la gran parte della fase di “rimbalzo” dell’economia è passata e quindi le eventuali variazioni positive attuali sono più modeste rispetto ai picchi raggiunti nel 2021.

Come al solito vediamo il grafico con i valori monetari del PIL reale trimestrale dal 2019 (prima della crisi covid) ad oggi:

PIL secondo trimestre 2022 italia graficoCome si vede, con questa variazione positiva nel T2 il PIL trimestrale è tornato per la prima volta dopo tre anni sopra ai valori precedenti la crisi covid. In pratica possiamo dire che statisticamente la crisi covid è finita questo trimestre (salvo eventuali ricadute).

Anche a livello annuale è possibile che il PIL quest’anno sia superiore a quello pre-crisi del 2019.

Per avere più chiara la situazione vediamo la tabella che riepiloga tutti i PIL trimestrali dal 2019 e le associate variazioni percentuali per l’Italia e le altre principali economie dell’Unione Europea:

PIL secondo trimestre 2022 paesi tabellaCome al solito per abbozzare una stima di riferimento per l’anno è consuetudine attribuire ai trimestri mancanti il valore monetario dell’ultimo trimestre registrato (variazione congiunturale pari a zero) in modo da calcolare quella che viene definita la variazione annuale acquisita. Come si vede, tale variazione per l’Italia è del +3,4%, un valore superiore alla stima del PIL indicata dal Governo nel DEF di aprile (+3,1%). Non è facile dire come evolverà la situazione nei prossimi trimestri viste le incertezze relative alla crisi di approvvigionamento delle materie prime e alla guerra in Ucraina. Certo è che il settore turistico quest’anno sembra girare a pieno ritmo dopo le vacche magre della crisi covid e il settore industriale non mostra per ora particolari problemi per la crisi delle materie prime. Avere quindi almeno un altro trimestre con variazione positiva non sarebbe strano.

In termini monetari a quella variazione acquisita corrisponde un valore del PIL di 1732,9 miliardi (la somma dei 4 trimestri) che sarebbe già superiore al PIL annuale del 2019 (1729,0 miliardi).

Il recupero rispetto ai valori pre-crisi è indicato in tabella a livello di singolo trimestre come “Indice 2019”. Un valore di 100,2 nel secondo trimestre indica che il PIL è lo 0,2% superiore a quello del 2019.

Per quanto riguarda gli altri paesi si può notare come per ora nel 2022 Germania e Francia hanno complessivamente un passo più lento rispetto a Italia e Spagna, ma si tratta anche dei due paesi che erano usciti meglio dalla crisi covid del 2020. Infatti alla fine come Indice 2019 nel secondo trimestre la Francia è il paese che mostra il recupero maggiore, seguita da Italia, Germania e Spagna (che rimane più staccata).

Anche in termini di variazione annuale acquisita la Spagna e l’Italia sono messe meglio rispetto a Germania e Francia, ma vale quanto detto in precedenza. La Spagna in particolare come valori annuali risulta ancora indietro sul recupero rispetto al 2019. L’Italia invece come recupero ha superato di poco la Germania ed ha buone possibilità di mantenere la posizione.

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(07/06/2022 – aggiornato con l’ultima revisione del PIL)
(dati del PRIMO trimestre 2022)

Come scritto a proposito del quarto trimestre 2021, il periodo di rimbalzo dell’economia, che aveva fatto segnare variazioni congiunturali particolarmente positive dopo il tonfo della crisi covid del 2020, è finito e da qui in avanti eventuali variazioni positive saranno di entità più modesta.

A peggiorare la situazione è anche subentrata la crisi dei prezzi delle materie prime (comprese quelle energetiche), partita alla fine dell’estate 2021 come conseguenza di una maggiore domanda dovuta alla ripresa economica e agli strascichi degli effetti del covid sulla filiera produttiva e distributiva che non è stata in grado di garantire un’adeguata offerta.

Il risultato è che in Italia nel primo trimestre 2022 il PIL reale trimestrale fa segnare una variazione congiunturale del +0,1% (rispetto al trimestre precedente) e una variazione tendenziale del +6,2% (rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente). La variazione congiunturale prosegue il ciclo positivo iniziato ad inizio 2021, anche se ormai è modesta (nella prima stima rilasciata il dato era addirittura negativo). La variazione tendenziale è ancora molto positiva proprio perché risente delle variazioni congiunturali positive dei trimestri precedenti. Nei prossimi trimestri la variazione tendenziale andrà sicuramente diminuendo, soprattutto se le variazioni congiunturali saranno negative o poco positive.

Per avere più chiaro il quadro della situazione, come al solito vediamo il grafico con i valori monetari del PIL reale trimestrale dal 2019 (prima della crisi covid) ad oggi:

PIL primo trimestre 2022 italia graficoCome si vede la variazione del primo trimestre 2022 è comunque modesta e i valori rimangono quindi in prossimità di quelli pre-crisi covid del 2019. Bisogna vedere ora se la crisi dei prezzi delle materie prime inciderà negativamente sulle variazioni del PIL o se rientrerà. Lo scoppio della guerra in Ucraina non ha certo migliorato la situazione, anche se in realtà l’effetto sui prezzi si è visto poco (i prezzi erano già alti da prima).

Vediamo quindi la tabella che riepiloga tutti i PIL trimestrali dal 2019 e le associate variazioni percentuali per l’Italia e le altre principali economie dell’Unione Europea:

PIL primo trimestre 2022 paesi tabellaCome al solito, per i trimestri successivi del 2022 si è ipotizzata una variazione congiunturale pari a zero in modo da evidenziare quella che viene definita la variazione annuale acquisita. Come si vede per l’Italia tale variazione si attesta al +2,6%.

Difficile per ora fare stime su quale possa essere la variazione del PIL annuale a fine 2022, visto che siamo solo al primo trimestre e vista l’instabile situazione nella quale ci troviamo tra effetti residuali del covid, crisi dei prezzi e guerra in Ucraina. Diciamo che se le tendenze dovessero rimane come le attuali, ovvero di poco positive, il PIL annuale finale sarebbe intorno al +2,8%. Ma anche ipotizzando uno scenario peggiore, difficilmente quest’anno il PIL annuale può scendere in area negativa, questo a causa delle notevoli variazioni congiunturali positive avute durante il 2021.

Nel DEF 2022 varato il 6 aprile, il Governo ha indicato per quest’anno una variazione del PIL del +3,1%, già rivista al ribasso rispetto al +4,7% indicato nel DPB di ottobre 2021. Il DEF stesso nello scenario peggiore aggiornato agli ultimi eventi prevede un PIL al +0,6%, ma rispetto alle previsioni tendenziali, ovvero senza considerare i maggiori interventi di sostegno pubblico che si avrebbero in tale contesto. Probabile quindi che anche nel peggiore scenario il PIL si attesti su un +0,8/+1,0%.

Per quanto riguarda gli altri paesi, le variazioni congiunturali registrate nel primo trimestre non sono molto diverse da quella italiana. Per ora la migliore variazione acquisita nel 2022 spetta alla Spagna (+3,6%), che deve però recuperare una situazione peggiore rispetto agli altri. Infatti se si va a vedere l’indice che rappresenta il recupero sul contesto pre-covid (indicato come indice 2019), la Spagna risulta ancora indietro. L’Italia è seconda sia come variazione annuale acquisita, sia come recupero sui valori pre-covid nel primo trimestre 2022.

 


Fonti

I dati del PIL trimestrale per l’Italia e gli altri paesi europei sono tratti dal sito Eurostat sezione “Economy and finance; National accounts; Complete database; Quarterly national accounts; Main GDP aggregates; GDP and main components (output, expenditure and income) (namq_10_gdp)”.

Le variazioni percentuali vengono calcolate basandosi sui dati destagionalizzati e corretti per effetto di calendario. Inoltre si tratta dei valori reali (Chain linked volumes). Per i valori assoluti sono stati considerati i dati con anno di riferimento il 2015.

Trattandosi di statistiche recenti è possibile che Eurostat apporti piccole rettifiche successive.

Da notare che le statistiche annuali sulle variazioni del PIL sono basate sui dati grezzi (ovviamente), ovvero non destagionalizzati e non corretti per effetto di calendario. Ciò può portare a piccole differenze rispetto ai dati annuali calcolati nella tabella di sopra. In genere si tratta al massimo di un decimale di punto.

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