Fatti e opinioni 2021

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#33# La falsa retorica della Francia nucleare che ci salva dai blackout

23/12/2021

I fanatici pro nucleare propagandano molto la storiella secondo cui le esportazioni di energia elettrica francese, derivanti dal fatto di avere un apparato sovradimensionato di produzione RIGIDA nucleare, sarebbero determinanti per “salvare” le reti elettriche di paesi vicini come Germania, Italia e Spagna, che sarebbero poco affidabili e instabili a causa della forte presenza di fonti rinnovabili non programmabili.

In realtà che la Francia non sia determinante lo si può vedere bene dalla particolare situazione attuale, nella quale a causa della chiusura per manutenzione di alcune centrali i francesi si ritrovano con un deficit di energia. In un tale contesto, non solo non riescono più ad esportare niente (come saldo, ovviamente) ma addirittura stanno importando parecchia energia. E da dove? Praticamente da tutti, ma soprattutto dalla Germania, seguita da Spagna, Regno Unito e Svizzera. Perfino l’Italia riesce in diversi giorni ad esportare nel complesso un poco di energia. Ma anche nei giorni in cui l’Italia importa si può dire che quell’energia non è garantita più dalla Francia ma dai paesi detti in precedenza. Bello, comunque, vedere come le interconnessioni fra i vari paesi europei riescano a compensare crisi come quella attuale francese. Per avere il quadro della situazione potete vedere qui:
https://www.rte-france.com/en/eco2mix/cross-border-electricity-trading

Il 22 dicembre la situazione era questa:

Francia trasferimenti energia estero

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#32# Come si cerca di calpestare i risultati dei referendum sul nucleare

17/12/2021

https://www.open.online/2021/12/13/roberto-cingolani-nucleare-nuova-generazione/

Se i virgolettati di Cingolani riportati nell’articolo sono corretti, la faccenda si fa preoccupante, non solo per la questione del nucleare, ma per la credibilità del Ministro. Ormai sta vaneggiando.

Innanzitutto il Ministro se ne esce con:

“Noi abbiamo votato dei referendum che hanno escluso il nucleare. Era il nucleare di prima generazione, non quello di cui si parla adesso.”

In realtà nel 2011 il referendum ha bocciato le centrali di terza+ generazione (tipo l’EPR). Le centrali di prima generazione sono quelle vecchissime degli anni ’60, quindi non c’entrano niente.

Poi prosegue dicendo che vuole le centrali di quarta generazione (i cui reattori non sono ancora disponibili commercialmente e sono tecnologie poco usate, sperimentali e particolarmente costose), aggiungendo però:

“la mia posizione di tecnico è che non farei le centrali di prima e seconda generazione, che sono complesse e hanno problemi con le scorie radioattive.”

Dire di essere contrari alla realizzazione di nuove centrali di prima e seconda generazione è assurdo, perché si tratta di tecnologie vecchie che non sono nemmeno più considerate dalle aziende che costruiscono reattori. E tralasciamo la questione delle scorie radioattive, che in realtà non viene risolta da nessuna generazione di reattori a fissione. Ma l’aspetto più rilevante è che il Ministro evita accuratamente di citare la terza generazione di reattori, che è proprio quella che invece viene installata attualmente…

E non a caso poi dice:

“Sono sicuro che vadano studiati i piccoli reattori modulari”

Infatti nella maggior parte dei casi i piccoli reattori modulari (SMR) sono solo versioni più piccole dei reattori di terza generazione. Peraltro questi reattori vengono spesso presentati come soluzione più economica ma in realtà, proprio a causa della loro piccola dimensione, alla fine costeranno più di quelli grandi in rapporto alla potenza erogata per questioni di minore efficienza e diseconomie di scala. Ad esempio, la U.S. Energy Information Administration (ente governativo degli Stati Uniti) nell’ambito del suo Annual Energy Outlook 2021 ammette candidamente che il costo iniziale d’impianto delle centrali basate su SMR sarà il 7,4% più elevato delle normali centrali nucleari (6.802 $/kW rispetto a 6.336 $/kW). Vedere qui nella tabella 3 a pagina 6:
https://www.eia.gov/outlooks/aeo/assumptions/pdf/electricity.pdf

Anche articoli che sembrano ben documentati come questo non parlano molto bene degli SMR:
https://wiseinternational.org/nuclear-monitor/872-873/smr-cost-estimates-and-costs-smrs-under-construction

Insomma, l’impressione è che il Ministro Cingolani con queste affermazioni un po’ vaneggianti stia cercando di delegittimare il risultato del referendum del 2011 per riaprire la porta al nucleare, anche quello di terza generazione, correggendo le sue stesse precedenti dichiarazioni che invece lo escludevano. Vedere:
https://www.lapresse.it/ultima-ora/2021/12/02/energia-cingolani-non-escludere-nucleare-di-nuova-generazione/

Inoltre il Ministro propone di “studiare” la tecnologia dei reattori SMR (che sono ancora in fase di sviluppo). Se il Governo italiano decidesse di partecipare e finanziare la ricerca su questi reattori (magari in collaborazione con la Francia, che ha annunciato un’iniziativa in proposito poco tempo fa), sarebbe un modo per riportare di fatto il nucleare in Italia, visto che ovviamente la ricerca non la fai per sport ma per avere poi dei risultati da utilizzare. Oltretutto sarebbe un modo subdolo, difficile da contrastare anche con un referendum.

In definitiva il Ministro, oltre a calpestare i risultati dei referendum passati, ormai sembra sempre più impegnato a tutelare gli interessi di qualche lobby nucleare piuttosto che gli interessi del Paese. Viene da chiedersi se non sia il caso di trovare qualcun altro per ricoprire quel ruolo.

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#31# Il reale scopo di inserire il nucleare nella tassonomia verde europea

06/12/2021

Sulla questione dell’includere il nucleare nella tassonomia verde europea, ovvero una lista di tecnologie considerate ambientalmente sostenibili e quindi meritevoli eventualmente di ricevere sostegno pubblico nell’ambito della transizione ecologica, è intervenuta recentemente la commissaria europea all’Energia Kadri Simson che in un discorso ha sostenuto:
https://ec.europa.eu/commission/commissioners/2019-2024/simson/announcements/speech-commissioner-simson-world-nuclear-exhibition_en

“Extending their lifetime [dei vecchi reattori], safely, requires between 45-50 billion euro. And to keep roughly the same nuclear generation capacity as today more than ten Member States are planning about 400 billion euro in investments for new capacity installed by 2050. These are significant investments and the cost of financing will play a key role in making nuclear energy production possible and competitive. That’s why the discussion surrounding the inclusion of nuclear in the EU taxonomy is so important, and so polarised.”.

In pratica lo scopo principale sarebbe quello di favorire il mantenimento della potenza nucleare esistente nei paesi che utilizzano questa tecnologia, spendendo soldi nella manutenzione dei vecchi reattori per estenderne la durata e sostituendo quelli che chiudono con nuovi. Non c’è una particolare volontà di espandere il parco reattori. D’altra parte non è una sorpresa; la nucleare oltre ad essere una tecnologia problematica da gestire è anche costosa e in Europa è in declino già da tempo (vedere il grafico sulla produzione di energia per fonte).

L’Italia, che per fortuna non ha un vecchio apparato nucleare da gestire, è totalmente esclusa da questo programma, quindi per tutelare i propri interessi a rigor di logica dovrebbe schierarsi contro il supporto al nucleare (come Germania e Spagna), e invece, come al solito, manteniamo posizioni ambigue, non si sa bene per tutelare gli interessi di chi.

Ci ritroviamo quindi con un Ministro Cingolani che pur dichiarando di non essere interessato a supportare le attuali generazioni di reattori (ed è già qualcosa), lascia però la porta aperta a non ben identificati piccoli reattori modulari (small modular reactor, SMR). Peccato che la maggior parte dei reattori SMR che vengono sviluppati non sono altro che versioni più piccole di normali reattori di terza generazione. Anche i pochi che possono essere considerati di nuova generazione, oltre ad essere particolarmente costosi e problematici da gestire, non risolvono il problema delle scorie radioattive, perché, al contrario di quanto detto in passato da Cingolani, i reattori a fissione che “non producono scorie o quasi” non possono esistere, proprio da un punto di vista “fisico”.

Insomma, con questa posizione poco chiara, Cingolani, ipotizzando un lontano, improbabile, costoso e discutibile futuro nucleare per l’Italia, in realtà finisce solo per avvantaggiare oggi i paesi che devono mantenere almeno in parte in funzione il loro vecchio antieconomico carrozzone nucleare. Si conferma, come detto al punto #30# precedente, che l’Italia è il paese più fesso del mondo.

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#30# Pure nella Francia zeppa di nucleare installano più fotovoltaico che in Italia

02/12/2021

https://www.pv-magazine.com/2021/11/26/france-deployed-more-than-2-gw-of-pv-in-first-nine-months-of-2021/

France’s Ministry of Ecological Transition has published new statistics for solar and wind energy deployment for the third quarter of 2021. The good news for the sector is that newly deployed solar power in the first nine months of the year totaled 2,034 MW, which compares to 761 MW in the same period of 2020.

This year’s growth is explained by an increase in the number of connections but also by a high share of utility-scale solar installations. Around 65% of the new connected power corresponds to installations bigger than 250 kW, which represent less than 1% of the number of new connections. Small-sized installations, less than 9 kW, represent nearly 83% of the number of newly connected units and around 7% of the installed capacity. (…)

In pratica in Francia, nonostante abbiano un enorme apparato di produzione RIGIDA nucleare e sia quindi più problematico installare nuovi impianti rinnovabili non programmabili (vedi quanto scritto qui), riescono comunque ad installare ben più potenza fotovoltaica di quanto si faccia in Italia.

Questo perché da noi l’installazione di nuovi impianti rinnovabili continua ad essere frenata da mille vincoli burocratici che impediscono di ottenere le necessarie autorizzazioni.

In Italia abbiamo investito pesantemente in nuove fonti rinnovabili circa 10 anni fa, quando costavano un botto e quasi nessun altro paese lo faceva. Oggi che sono diventate le fonti più economiche in assoluto, tutti i paesi del mondo ci investono sopra mentre in Italia abbiamo smesso. L’Italia è il paese più fesso del mondo.

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#29# Avevano ragione i populisti-sovranisti-euroscettici

29/11/2021

Draghi: «Inevitabile correggere regole bilancio Ue»

https://www.ilsole24ore.com/art/draghi-e-macron-firmano-trattato-quirinale-AEYvGRz

In conferenza stampa il premier italiano ha anche rimarcato che «le regole di bilancio in vigore fino alla pandemia, già allora non erano sufficienti, erano regole procicliche che per certi aspetti aggravavano il problema invece di aiutare a risolverli. Una revisione era necessaria, oggi è inevitabile», tanto più che «senza un forte sostegno non saremmo passati attraverso la pandemia, non ce l’avremmo fatta». Di qui l’invito a «correggere il passato» e «disegnare il futuro» con le nuove regole. «Questo va fatto con l’Ue e bisogna che i Paesi si dotino strumenti che li rendano più forti in questa discussione: in questo modo Italia e Francia vogliono procedere».

Insomma, Draghi, nominato Presidente del Consiglio da una manovra di palazzo e tanto amato dall’area più “liberale” del paese, sulle regole di bilancio europee dice oggi le stesse identiche cose che i populisti-sovranisti-euroscettici hanno sempre sostenuto. Che brutta fine…

Sarcasmo a parte, da un punto di vista politico sulle regole di bilancio si potrebbe parlare per ore, perché è un argomento complesso e con punti di vista diversi. C’è chi sostiene che fare debito pubblico per far crescere l’economia non è un problema, e c’è chi ritiene invece che i conti pubblici vadano tenuti in ordine. Ovviamente si parla di regole da seguire in un contesto “normale” e non di crisi; durante le crisi tutti sono più o meno d’accordo che l’economia vada sostenuta anche con il debito.

In genere chi è a favore di un indebitamento senza limiti ritiene di essere più “a sinistra” degli altri, ma bisogna ricordare che esistono esempi di segno opposto; ad esempio, i paesi scandinavi sono stati governati quasi sempre da partiti socialisti, hanno uno Stato molto presente, e nonostante ciò hanno debiti pubblici molto esigui. E’ evidente quindi che spesa pubblica e indebitamento non sono inevitabilmente correlati; nei paesi scandinavi le spese sono semplicemente coperte dalle entrate (probabilmente hanno una bassa evasione fiscale) e tali soldi sono utilizzati da un apparato pubblico che funziona, senza sprechi e ruberie. In tal senso l’indebitamento può essere considerato solo un sintomo di un sistema pubblico che non funziona.

Ad ogni modo, attualmente in Italia se il deficit non torna sotto controllo, tra un paio di anni è possibile che il rapporto debito-PIL torni a crescere ancora. Se davvero si vogliono meno vincoli di bilancio bisognerebbe anche spiegare come si intende gestire questa situazione.

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#28# Continua la surreale campagna di propaganda pro nucleare

20/10/2021

Come già fatto notare al punto #26#, la campagna di propaganda pro nucleare che viene portata avanti da qualche tempo in Italia (e non solo) cerca di far passare alcune decisioni prese in altri paesi come grandi successi di questa tecnologia, quando in realtà le cose sono ben diverse.

La notizia questa volta riguarda il Regno Unito, dove il Governo sarebbe propenso a supportare i progetti per la futura costruzione di reattori di piccola dimensione modulari (SMR) da 470 MW. Vedi:
https://www.theguardian.com/business/2021/oct/15/uk-poised-to-confirm-funding-for-mini-nuclear-reactors-for-green-energy

Le aziende promotrici di questo progetto dicono di volerne costruire 16 ma in realtà per ora hanno raccolto fondi solo per 210 milioni di sterline quando un singolo reattore ha un costo stimato di 1,8 miliardi. Non a caso sperano di ricevere dei fondi pubblici ma anche in questo modo gran parte della somma necessaria per un solo reattore è mancante e ci sarà la necessità di trovare altri finanziatori. Inoltre questi piccoli reattori SMR commercialmente ancora non esistono; sono ancora alla fase di progetto e quindi ci sarà bisogno di tempo prima di arrivare alla fase di costruzione. Infatti i proponenti sperano di riuscire ad avviare il primo SMR nel 2031, tra dieci anni.

Nel frattempo la situazione del nucleare britannico è tutt’altro che florida. Nel Regno Unito la produzione nucleare ha raggiunto un picco nel 1998 con 99,5 TWh (dati BP statistical review). Nel 2020 la produzione è stata di 50,3 TWh, ovvero la metà del 1998. Nei prossimi 5 anni a causa della chiusura di altri vecchi impianti è previsto che la produzione nucleare si dimezzi ancora. Però tra una decina di anni forse la centrale di Hinkley Point C entrerà in funzione (la costosissima centrale che riceverà oltre 124 euro/MWh di prezzo minimo garantito dallo Stato per 35 anni) e forse anche il piccolo reattore SMR di cui si è detto.

Nel Regno Unito, al contrario della Francia, non sono molto propensi ad estendere la vita operativa standard dei reattori di vecchia generazione oltre i 40 anni. Considerando che la potenza nucleare operativa installata attualmente è di 7.833 MW e che i vecchi impianti avviati negli anni ’70 e ’80 da dismettere entro i primi anni del prossimo decennio sono 6.635 MW, con la possibile entrata in funzione di Hinkley Point C (3.260 MW) e il piccolo reattore SMR (470 MW), la potenza operativa nel Regno Unito andrebbe a 4.928 MW, meno della potenza attuale. Anche in questo caso, quindi, più che di un rilancio del nucleare si tratta in realtà di un ulteriore disimpegno. Per i dati sui reattori vedere l’IAEA (cliccando sull’intestazione della tabella potete ordinare i dati):
https://pris.iaea.org/PRIS/CountryStatistics/CountryDetails.aspx?current=GB

D’altra parte il fatto stesso che il Regno Unito (come la Francia e gli USA) punti per il prossimo futuro a inesistenti piccoli reattori SMR invece che agli attuali moderni reattori di terza+ generazione (tipo gli EPR da 1.600 MW), fa capire perfettamente la crisi profonda nella quale si trova l’industria nucleare. I recenti programmi di Francia e Regno Unito non sono un rilancio del nucleare, sono piuttosto la definitiva e ufficiale presa d’atto che tutta la tecnologia nucleare esistente è un fallimento. I piccoli reattori SMR sono una trovata di marketing di un’industria nucleare disperata che cerca di evitare il totale tracollo con una soluzione di ripiego la cui validità è tutta da dimostrare.

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#27# Chi vuole evitare i recenti aumenti della bolletta elettrica può farlo in modo semplice

14/10/2021

Chi ha ancora il contratto di fornitura di energia elettrica con il servizio di maggior tutela saprà sicuramente che di recente il prezzo dell’energia elettrica è aumentato notevolmente. La causa è l’incremento del costo dei combustibili fossili che ha fatto inevitabilmente salire il costo della componente energia delle bollette, arrivato ormai a circa 0,22 euro/kWh. Vedi:
https://www.arera.it/it/dati/eep35.htm

L’aumento così rapido del prezzo dipende anche dal fatto che l’Acquirente Unico, l’ente che acquista l’energia all’ingrosso per rivenderla ai clienti del servizio di maggior tutela, per legge può operare solo sul mercato a pronti, dove il prezzo viene definito in modo continuo e quindi segue le improvvise variazioni del mercato. Vedi:
http://www.acquirenteunico.it/attivita/acquisti-energia

Nella stessa situazione si trova chi non è sul servizio di maggior tutela ma ha un contratto con prezzo variabile associato a quello del mercato elettrico a pronti (PUN).

Aver fatto una tale scelta è stata una soluzione buona negli ultimi anni, perché il prezzo dell’energia all’ingrosso è rimasto abbastanza stabile o in leggero calo. Con i recenti aumenti, però, la situazione è cambiata ed è possibile che i prezzi dell’energia rimangano alti fino al primo o secondo trimestre del 2022, per poi scendere lentamente.

Per fortuna alcuni distributori di energia non acquistano solo sul mercato all’ingrosso a pronti ma anche con contratti a lungo termine stipulati con i produttori a prezzi fissi. Ciò consente a questi distributori di offrire ai clienti contratti di fornitura a prezzi fissi molto più bassi di quelli attuali di mercato.

Nell’attuale contesto, quindi, chi si trova nella situazione suddetta e vuole evitare gli aumenti della bolletta elettrica può farlo facilmente valutando le migliori offerte del mercato, ad esempio con il servizio messo a disposizione dall’ARERA:
https://www.ilportaleofferte.it/portaleOfferte/

In questo momento per chi ha consumi di 4.000 kWh annui si possono raggiungere risparmi intorno ai 200 euro (ipotizzando che i prezzi dell’energia all’ingrosso rimangano sui livelli attuali), ma fino a poco tempo fa i risparmi erano maggiori; anche i prezzi di queste offerte vanno crescendo (immagino per la maggiore domanda). Chi si è mosso subito ha fatto sicuramente un buon affare.

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#26# Il caso francese e la propaganda pro nucleare sempre più surreale

13/10/2021

Nella propaganda pro nucleare portata avanti in Italia da qualche tempo a questa parte si inseriscono anche i tentativi di enfatizzare notizie provenienti da altri paesi.

Ecco quindi che si riprendono dichiarazioni entusiaste sul nucleare di politici francesi alle prese con la campagna elettorale per le presidenziali e quindi inevitabilmente inclini a straparlare. Vedere ad esempio quest’articoletto:
https://www.ilpost.it/2021/10/13/francia-energia-nucleare-crisi-energetica/

La Francia, come si sa, è il paese più “nuclearizzato” al mondo; il nucleare è ormai una sorta di istituzione “storica” del paese e i politici vi fanno spesso riferimento proprio per richiamare generici sentimenti patriottici. La realtà attuale di questa tecnologia, però, è decisamente misera.

D’altra parte basta valutare per quello che sono le dichiarazioni riportate nell’articolo. Si dice che il Governo francese avrebbe stanziato un miliardo per la possibile costruzione di 6 piccoli reattori da 300 MW. Come sussidio pubblico ad un progetto nucleare un miliardo non è poco ma per la costruzione completa ne serviranno molti di più… Inoltre, di quali reattori si parla? I piccoli reattori SMR sono una trovata di marketing recente di un’industria nucleare che non sa più che pesci prendere dopo aver passato gli ultimi anni a convincere tutti che i reattori di grandi dimensioni erano la scelta migliore. Di SMR ce ne sono pochi che abbiano la licenza ad operare in Europa. Ma poi, io ero rimasto che in Francia avessero intenzione di costruire 6 nuovi reattori EPR da 1600 MW, altro che 300 MW… Ci hanno ripensato?
https://www.dv8worldnews.com/dossier-epr2-dedf/article/2021/05/07/nucleaire-en-france-6-nouveaux-reacteurs-epr-a-letude?hl=en

Come riportato anche nell’articolo appena citato, l’obiettivo della Francia rimane quello di ridurre la dipendenza dal nucleare portando la quota di produzione dal 75% al 50% entro il 2035. Nonostante l’articolo de Il post auspichi in modo un po’ patetico una sorta di ripensamento, questo programma non mi pare sia stato smentito da nessuno.

E d’altra parte basta andare a vedere i numeri per capire perché. In Francia hanno la bellezza di 48.700 MW di impianti nucleari avviati nei lontani anni ’70 e ’80 e progettati per avere una vita operativa di 40 anni. Vedi:
https://pris.iaea.org/PRIS/CountryStatistics/CountryDetails.aspx?current=FR

Hanno già esteso in modo sofferto la durata a 50 anni per alcuni reattori, e saranno obbligati per forza di cose ad estenderla ulteriormente. Ma è evidente che non riusciranno mai a sostituire tutta quella potenza con nuovi reattori, e non ne hanno la minima intenzione. Nessuno al mondo ormai lo farebbe. Il nucleare è una tecnologia vecchia, problematica e costosa. Vedi l’articolo:
https://grafici.altervista.org/sfatiamo-un-po-di-miti-positivi-sul-nucleare/

Non volendosi far mancare niente, l’articoletto de Il post sostiene anche che la Francia “è stata praticamente immune dalla grave crisi energetica che sta colpendo il resto dell’Europa”, il che è abbastanza ridicolo se si pensa che gas naturale e petrolio vengono ovviamente utilizzati molto in altri settori oltre a quello della produzione elettrica (riscaldamento, trasporti, processi industriali).

Oltretutto, quell’enorme apparato di produzione RIGIDA basato sul nucleare, peraltro sovradimensionato rispetto al funzionamento ideale, ha sempre avuto bisogno di mantenere in funzione oltre un 20% di fonti FLESSIBILI (idro e termiche a gas) perché altrimenti il sistema elettrico non regge. Il risultato è che il prezzo sul mercato elettrico a pronti francese è comunque alto come negli altri paesi. Vedi:
https://www.quotidianoenergia.it/module/news/page/entry/id/471043
Per i motivi vedi quanto scritto nell’articolo precedente al numero 25.

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#25# Prezzi alti e funzionamento del mercato elettrico

07/10/2021

Attualmente in Italia, come in altri paesi, il prezzo dell’energia sul mercato elettrico all’ingrosso spot (ovvero a pronti) viene definito in base al meccanismo del cosiddetto “ordine di merito”. In pratica per ogni ora della giornata le offerte di energia dei produttori vengono ordinate per prezzo crescente fino al punto in cui raggiungono la quantità richiesta dal mercato. Il prezzo dell’ultimo impianto selezionato (tecnologia marginale) viene pagato anche a TUTTI gli altri.

Con l’impennata del prezzo del gas sono ovviamente gli impianti termoelettrici basati su questo combustibile a “fare il prezzo” sul mercato elettrico, che da febbraio scorso è praticamente quadruplicato. Il fatto è che, come detto, questo prezzo lo prendono anche tutti gli altri impianti che non usano il gas e che quindi non hanno avuto particolari incrementi dei costi.

Questo è il motivo per cui il prezzo dell’energia elettrica sui mercati a pronti è cresciuto più o meno nella stessa maniera in tutti i paesi che utilizzano una quota anche solo bassa ma significativa di produzione termoelettrica a gas. Quindi paesi europei come Italia, Germania, Spagna e Francia si sono ritrovati tutti con alti prezzi spot. Vedi la recente notizia:
https://www.quotidianoenergia.it/module/news/page/entry/id/471043

La soluzione per evitare, almeno in parte, aumenti del prezzo per i consumatori di energia elettrica sarebbe quella di far utilizzare meno il mercato spot a tutti quegli impianti che non dipendono dai combustibili fossili e che quindi sono più economici. La questione è trattata molto chiaramente in questo articolo:
https://www.qualenergia.it/articoli/prezzi-elettrici-alle-stelle-tutta-colpa-prezzo-marginale/

Sebbene condivida le conclusioni riportate nell’articolo, io a qualche meccanismo automatico che operi direttamente sul mercato spot solo nei casi “estremi” per limitare i prezzi delle tecnologie più economiche, un pensierino ce lo farei.

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#24# L’aumento dei prezzi dell’elettricità è influenzato dalla variabilità della produzione rinnovabile?

23/09/2021

Sulla questione dell’aumento del prezzo dell’energia elettrica, derivato a sua volta dall’incremento del prezzo del gas naturale, si leggono in giro articoletti approssimativi come questo:
https://www.ilpost.it/2021/09/23/europa-gas-riserve-prezzo-energia-elettrica/

che cercano di attribuire in qualche modo la responsabilità anche alle fonti rinnovabili. In particolare si sostiene che un calo della produzione eolica a causa del minor vento in alcuni paesi avrebbe richiesto maggior consumo di gas come compensazione, facendo incrementare i prezzi.

Per prima cosa, l’articolo in questione stranamente parla solo del settore elettrico ma ovviamente il gas viene usato anche in altri settori. In Italia solo circa un terzo dei consumi di gas è destinato all’elettricità. Vedi il bilancio energetico nazionale qui (sulla destra):
https://dgsaie.mise.gov.it/ben.php

Inoltre, tirare in ballo la minore produzione eolica in tale questione non ha senso. Come al solito basterebbe andarsi a vedere i numeri per capire. In base ai dati Eurostat nell’UE nei primi 6 mesi del 2021 c’è stato un calo di produzione complessivo di 15,7 TWh rispetto al 2020. Questo su un consumo elettrico totale nei 6 mesi di 1.363 TWh. Stiamo parlando del nulla, soprattutto se si dovessero considerare i consumi PRIMARI di energia, non solo gli elettrici. Oltretutto nel complesso la minore produzione eolica è stata compensata dall’incremento delle altre fonti rinnovabili. I dati li potete trovare qui (bisogna usare i tasti “+” per selezionare fonti e mesi):
https://appsso.eurostat.ec.europa.eu/nui/show.do?dataset=nrg_cb_pem&lang=en

Insomma, sembra il tipico argomento pretestuoso creato ad arte per mettere in cattiva luce le fonti rinnovabili (pare che ora sia di moda così).

Peraltro proprio recentemente Terna, l’azienda che gestisce la rete elettrica nazionale, ha proposto la sua idea per evitare in futuro situazioni come quella attuale:

La ricetta che noi riteniamo sia alla base di una trasformazione auspicabile è quella di una maggiore penetrazione delle rinnovabili. Da un parte perseguono l’obiettivo di decarbonizzazione, dall’altra ci permetteranno di avere una minore dipendenza dalle commodity […] e una maggiore capacità di essere resilienti rispetto a tali stress.

Più chiaro di così…

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#23# Aumentano i prezzi

15/09/2021

E’ divertente vedere come in certi ambienti populisti-sovranisti fino a poco tempo fa si sosteneva che era necessaria una politica economica e monetaria fortemente espansiva per far crescere il PIL. “Basta con l’austerità!”, dicevano. Quando qualcuno faceva notare che questo poteva portare ad un incremento dell’inflazione, rispondevano: “Non è un problema!”. Beh, l’inflazione è arrivata. E i suddetti populisti-sovranisti che fanno? Stanno zitti? Macché, ovviamente ora si lamentano dell’inflazione. -LOL-

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#22# Interessante articolo sulla questione del fotovoltaico su terreni agricoli

06/07/2021

https://www.rinnovabili.it/energia/fotovoltaico/impianti-fotovoltaici-terreni-agricoli/

Un estratto:

Dati ufficiali ISTAT :

* SAT (Superficie Agricola Totale) in Italia : circa 17,4 milioni di ettari.

* SAU (Superficie Agricola Utilizzata) : circa 12,9 milioni di ettari.

Delta (SAT – SAU) : circa 4,5 milioni di ettari, una enormità, disponibili per il fotovoltaico che ne richiederà negli anni solo qualche percento.

Il fotovoltaico ad oggi (in oltre 40 anni) ha realizzato circa 21.000 MW, utilizzando circa 40.000 ettari di cui meno della metà su terreni agricoli (i citati 145 km quadrati, cioè 14.500 ettari) ed il resto su tetti di case, capannoni, pensiline o altro. Per raddoppiare al 2030 la potenza installata, possono servire nei prossimi 10 anni altri 40.000 ettari, cioè meno dell’ 1% del Delta tra SAT e SAU.

Ora, in realtà, controllando i dati ISTAT, la gran parte di quei 4,5 milioni di ettari di superficie risulterebbe occupata comunque da boschi, quindi non proprio libera. Classificati come “superficie agricola non utilizzata” o “altra superficie” sono circa 1,2 milioni di ettari, comunque molti di più di quelli che servono. Se si considerano anche i terreni utilizzati per coltivazioni a basso valore, come ad esempio i 3,2 milioni di ettari destinati a foraggio, non ne parliamo.

I dati ISTAT si trovano su:
http://dati.istat.it/
sezione “Agricoltura; Risultati economici e struttura delle aziende agricole; Struttura delle aziende agricole; Aziende e superfici” e, nella stessa posizione, “Aziende e superfici per coltivazione”.

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#21# Indice della produzione industriale sopra i livelli 2019

13/06/2021

L’indice di aprile fa segnare un +1,8% congiunturale rispetto a marzo e un +79,5% in termini tendenziali rispetto ad aprile 2020. Ma la cosa interessante è che l’indice corretto per gli effetti di calendario, quello utilizzato per le variazioni tendenziali, è superiore anche a quello del 2019 (103,4 rispetto a 102,3, l’1,1% in più).

https://www.istat.it/it/archivio/258438

Osservando l’andamento dell’indice destagionalizzato, usato per le variazioni congiunturali ma più adatto per avere una visione d’insieme, si può notare come, nonostante tutto, la crisi covid sia stata molto intensa ma di breve durata. In pratica dopo il tonfo dovuto alle chiusure totali di marzo e aprile 2020, l’indice è tornato su valori prossimi a quelli pre-crisi già ad agosto 2020, dopo quattro mesi.

Produzione industriale aprile 2021Successivamente c’è stato qualche lieve decremento a causa delle successive ondate covid. Con il miglioramento della situazione sanitaria anche l’indice è tornato a crescere, bisogna vedere ora quanto lo farà in futuro.

Anche il PIL trimestrale ha avuto un andamento simile ma con un recupero meno deciso e i valori sono per ora rimasti sotto quelli pre-crisi.

Grafico tratto da:
https://www.istat.it/it/congiuntura

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#20# Analisi della situazione politica corrente

06/06/2021

Una prima osservazione da fare è che il centro-sinistra “allargato”, ovvero comprendente i 5 stelle e la parte liberal-riformista, governa assieme dentro al Governo Draghi. Sembra un po’ banale a dirsi ma in realtà non lo è, perché se tali forze governano già unite oggi, non si vede perché non possano farlo anche in futuro, in una prossima legislatura.

La stessa cosa non può dirsi per la destra-centro, che si è spaccata tra governo e opposizione. Ma c’è di più; di fatto la nascita del Governo Draghi ha sancito la fine di ogni ambizione della destra basata sul fascio-sovranismo-populismo di porsi come forza di governo del paese. E’ finita proprio una fase politica. I partiti lo hanno già capito bene, gli elettori ci metteranno un po’ di più.

A ribadire tale situazione c’è anche il ruolo futuro di Draghi. Mi pare ovvio che dopo una legislatura che molto probabilmente avrà un buon successo (non solo per meriti propri ma anche per il particolare contesto dal quale è partita) una persona come Draghi non potrà sparire nel nulla. Non sarebbe una cosa strana se fondasse un proprio movimento politico o entrasse in uno già esistente ma diverso da quelli di oggi. Ma la cosa importante è che questo ipotetico partito guarderebbe all’area di centro-destra, difficilmente al centro-sinistra.

In pratica Draghi potrebbe porsi come il fondatore di un’area di centro-destra che riesca ad andare oltre il berlusconismo e ad emarginare le derive fascio-sovraniste. Ripeto, queste cose i partiti le hanno già intuite tutte.

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#19# Prospettive economiche in miglioramento

27/05/2021

Draghi:

“le cifre di crescita di quest’anno probabilmente saranno riviste al rialzo”

https://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/radiocor/economia/dettaglio/draghi-stimiamo-rimbalzo-pil-in-ii-trimestre-al-rialzo-stime-2021-rco-nRC_20052021_1621_513194144.html

ISTAT:

Le aspettative per i prossimi mesi suggeriscono un generalizzato miglioramento. L’indice composito del clima di fiducia delle imprese ha evidenziato un deciso progresso, proseguendo il percorso positivo iniziato a dicembre 2020. La fiducia delle imprese è salita in tutti i settori, in modo più marcato nel commercio e nell’industria manifatturiera. In quest’ultima, il miglioramento è stato diffuso a tutte le componenti dell’indice, mentre nelle costruzioni ha riguardato solo i giudizi sugli ordini. Le attese sugli ordini hanno fornito il contributo maggiore al recupero della fiducia delle imprese dei servizi di mercato.

https://www.istat.it/it/files//2021/05/notamensile_-apr_2021.pdf
(pagina 3)

Vedo che finalmente al Governo stanno ammettendo che le previsioni di crescita per quest’anno stimate poco tempo fa nel DEF (PIL a +4,5%) potrebbero essere pessimistiche.

Da notare, come precisa l’ISTAT, che la tendenza positiva era già iniziata durante il 2020, con il precedente Governo. Draghi c’entra ben poco, anche perché è da poco che c’è.

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#18# Indicatori demografici 2020 e PIL

13/05/2021

Nei dati provvisori diffusi dall’ISTAT per il 2020 risulta un calo della popolazione di ben 384.000 persone, pari ad un -0,6%.
https://www.istat.it/it/archivio/257243

Statisticamente iniziano ad essere delle variazioni rilevanti. Ovviamente ha inciso l’epidemia covid-19 che ha incrementato i morti, ridotto le nascite e limitato l’apporto dell’immigrazione, ma nel 2019 eravamo comunque ad un saldo negativo di 193.874 persone, con una tendenza al peggioramento.

Sarà mica il caso di iniziare a considerare maggiormente la variazione del PIL in valori pro capite piuttosto che in valori assoluti?

Nel 2020 la variazione del PIL totale è stata del -8,9%, mentre quella del PIL pro capite è stata ovviamente migliore, con un -8,3%. Su variazioni così ampie la differenza sembra poca, ma su variazioni più normali le cose cambiano. Con una popolazione che cala costantemente in modo significativo, considerare la variazione del PIL totale rischia di essere poco realistico dell’effettivo andamento dell’economia.

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#17# I nuovi paladini della difesa delle libertà individuali

06/05/2021

E’ divertente vedere come la destra (in particolare quella fascistoide) in Italia oggi tenda a fare propaganda a favore delle libertà individuali che, secondo loro, sarebbero minacciate da una possibile dittatura (quella sanitaria e quella comunista, a seconda dei casi).

Fino a poco tempo fa la propaganda egemone in tutta la destra era di segno esattamente opposto; si lasciava intendere che in Italia e nel resto dei paesi occidentali c’era troppa libertà, troppi vizi, troppa vita gaudente e si strizzava l’occhio verso paesi dittatoriali severi e austeri, portandoli come modello (qualcuno arrivò addirittura ad elogiare la Corea del Nord). E’ bastato un anno di coronavirus per far loro cambiare completamente idea. -LOL- Comunque, meglio così.

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#16# Quanto inciderà il PNRR sull’economia italiana nei prossimi anni?

05/05/2021

Fare una previsione è semplice perché viene fornita nel PNRR stesso (pagina 246):

PNRR PILQuindi, con un andamento abbastanza uniforme, nel 2026 è previsto che il PIL sia 3,6 punti percentuali più elevato rispetto allo scenario base, ovvero senza il PNRR. Significa in pratica avere circa uno 0,6% di PIL in più rispetto al normale ogni anno fino al 2026.

Vista la molta enfasi che viene posta sul PNRR, forse molti si sarebbero aspettati un impatto maggiore, ma i dati sono questi. L’importanza del PNRR non è tanto nei numeri ma nelle modalità, visto che per la prima volta è stato concepito un debito comune europeo. Una novità che potrebbe avere un seguito anche in futuro.

A pagina 247 ho notato che nello scenario di riferimento (quello che prevede lo scostamento di +3,6 punti percentuali di PIL nel 2026) viene considerato un moltiplicatore fiscale su tutto il periodo di 1,2. Ovvero, ipotizzando di spendere “100” in maggiore spesa pubblica (fatta a debito), si pensa di ottenere “120” in maggiore incremento di PIL.

E’ un moltiplicatore che se fosse relativo ad una intera normale manovra economica sarebbe elevato ma, considerando che si tratta di un intervento mirato basato in prevalenza su investimenti, è solo un poco più elevato del consueto (diciamo che su un periodo come quello considerato un valore intorno a 0,9-1 è lo standard).

Nel complesso si conferma, comunque, che si tratta di spesa “pesante” ovvero che incide molto sul PIL (in termini relativi, in termini assoluti dipende ovviamente da quanti soldi sono in gioco).

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#15# Accelera l’inflazione non il PIL

30/04/2021

Il PIL nel primo trimestre 2021 fa segnare una variazione del -0,4% sul trimestre precedente e del -1,4% sul primo trimestre 2020.

https://www.istat.it/it/archivio/257203

Personalmente mi aspettavo una variazione esigua ma positiva, non negativa. Comunque gli indicatori rimangono tutti positivi e l’impressione è che ci possa essere un buon recupero congiunturale nel T2-T3 (se la situazione sanitaria non peggiora di nuovo). La stima annuale di una variazione 2021 al +4,5% contenuta nel DEF secondo me rimane per ora pessimistica.

A conferma che l’economia sembra in ripresa, nel frattempo l’inflazione ad aprile accelera con un incremento congiunturale del +0,4% e tendenziale del +1,1%. L’inflazione acquisita per ora è pari a +1,2% (ovvero ipotizzando che l’indice dei prezzi rimanga stabile al valore di aprile per tutto il resto dell’anno).

https://www.istat.it/it/archivio/257225

Se invece l’indice dei prezzi seguisse fino alla fine dall’anno lo stesso andamento medio avuto nei primi 4 mesi, alla fine il tasso di inflazione risulterebbe del +2,3%.

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#14# Il Governo Draghi è nato su un cumulo di bugie

29/04/2021

Per quanto non abbia niente in particolare nel merito contro il Governo Draghi, a distanza di qualche mese non posso fare a meno di notare alcuni aspetti:

  1. Da quando è in carica il Governo Draghi ha già fatto due scostamenti di bilancio; uno di 32 miliardi usati per il “decreto sostegni”:
    https://www.adnkronos.com/governo-draghi-prima-manovra-32-miliardi-per-ristori-e-fisco_6M92nCndST3OwviUGrt1cS
    e l’ultimo di 40 miliardi per quello che viene chiamato “decreto sostegni bis”:
    https://www.money.it/Decreto-Sostegni-bis-Imprese-40-miliardi-aiuti-scostamento-bilancio
    Con questi scostamenti il deficit 2021 è passato da una previsione del 7% ad una dell’11,8%, eppure era il precedente Governo quello accusato di essere “spendaccione”. Non solo, si tratta sostanzialmente di sussidi dati a pioggia, gli stessi per i quali ancora una volta veniva criticato il precedente Governo.
  2. Nessuno vuole prendere più il MES, eppure fin tanto che c’era il precedente Governo sembrava una questione di vita o di morte.
  3. Siamo a fine aprile e il PNRR non è stato ancora presentato in UE. Al precedente Governo venivano addebitati gravi e colpevoli ritardi per non aver ancora presentato il piano a GENNAIO.
  4. Il Parlamento non è stato per niente coinvolto nella stesura del PNRR; ha solo dato una veloce approvazione formale. Il precedente Governo per lo stesso motivo, peraltro in modo preventivo, veniva accusato di essere eversivo e antidemocratico.

Direi che ce n’è abbastanza per affermare che il cambio di Governo e di maggioranza è stata una forzatura basata su pretesti, e non si sa nemmeno quanto realmente il risultato sia positivo per il paese.

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#13# Il mix delle fonti di produzione elettrica nel 2020 in alcuni paesi del mondo

25/04/2021

Ecco qualche dato sulla composizione percentuale delle fonti per il settore elettrico nel 2020 e nel 2019 con la associata variazione, giusto per vedere dove si sta spostando il mix produttivo.

Va considerato che il 2020 è un anno particolare perché a causa della crisi covid i consumi sono calati o sono cresciuti meno del solito. Questo ha avvantaggiato leggermente le fonti non programmabili come fotovoltaico ed eolico, la cui produzione in termini assoluti si è comunque incrementata quasi ovunque in modo significativo.

Mix energetico IEA 2020I dati sono tratti dalle statistiche mensili dell’IEA (si tratta di dati provvisori).

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#12# Il PIL nel 2021 probabilmente crescerà più di quanto dicono le stime finora

19/04/2021

https://ladiscussione.com/84250/ambiente/energia/a-marzo-i-consumi-elettrici-ai-livelli-pre-covid/

A marzo i consumi elettrici ai livelli pre-Covid

(…) Estendendo l’analisi al primo trimestre del 2021, il confronto rispetto all’omologo trimestre del 2019 registra una flessione del -2,1% che in termini rettificati si attesta sul -1,3%. (…)

Quindi nel primo trimestre 2021 i consumi elettrici sono appena l’1,3% in meno rispetto al 2019 (anno precedente alla crisi covid).

I consumi elettrici sono un buon indicatore dell’andamento dell’economia anche se rispetto alla variazione del PIL nell’attuale contesto di crisi tendono a fornire dati un po’ più positivi (alcuni consumi tendono ad essere “fissi”).

Nel 2020 il PIL reale è calato dell’8,9%. Dato un valore di 100 al PIL del 2019, significa che il PIL del 2020 è di 91,1. Nel 2021 se il PIL seguisse perfettamente i consumi elettrici del primo trimestre, andrebbe a 98,7 (-1,3% sul 2019). La variazione del PIL 2021 sul 2020 sarebbe quindi del +8,3% (98,7/91,1-1).

Come detto si tratta di un valore sovrastimato. Nel 2020 la variazione dei consumi elettrici è stata di 3,6 punti percentuali più elevata rispetto alla variazione del PIL. Se applicassimo lo stesso scostamento al calcolo precedente, la variazione del PIL 2021 sarebbe del +4,4%, ma in questo caso si tratterebbe di un valore sottostimato perché lo scostamento di 3,6 punti percentuali è decisamente anomalo e difficilmente replicabile considerando il confronto 2019-2021.

Insomma, non sarebbe strano nel 2021 avere una variazione del PIL che sia più o meno una via di mezzo tra i due estremi indicati. Per ora tutte le stime puntano verso la parte bassa e il recente DEF 2021 varato dal Governo indica una crescita del 4,5%.

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#11# Anni e anni di fascio-sovranismo leghista

11/02/2021

  • antieuropeismo
  • opposizione alla moneta unica
  • lotta all’immigrazione per la purezza etnica della stirpe italica
  • avversione al libero scambio e al globalismo
  • a favore della flat tax in opposizione alle imposte progressive
  • negazionismo del coronavirus e novax
  • negazionismo del cambiamento climatico e ostilità verso le politiche ambientaliste
  • propensione a simpatizzare per i regimi antidemocratici, soprattutto fascistoidi
  • esaltazione dell’ordine e della società tradizionale

Tutto rinnegato in un paio di giorni. Mai visto un partito fare una tale abiura di sé. Che poi sarebbe pure una cosa positiva, ma i tempi e i metodi sono davvero insoliti. Che pagliacci.

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#10# Che tipo di Governo?

06/02/2021

E’ evidente che l’atteggiamento molto collaborativo di PD, M5S e LEU nei confronti di Draghi nasconde il tentativo di imporre la propria linea politica e quindi di trasformare un Governo tecnico-istituzionale in un Governo politico. In pratica stanno cercando di “appropriarsi” del possibile Governo Draghi. E questa volta da Italia Viva non possono più porre veti e ricatti perché la situazione rispetto alle trattative per il Conte ter si è ribaltata; sono loro che hanno voluto Draghi, sono loro che hanno molto da perdere se il progetto fallisce.

Oggettivamente questo tentativo di PD e alleati è lodevole ma non è detto che abbia successo, perché altri partiti stanno tentando la stessa strada. Non mi dispiacerebbe l’ipotesi che alla fine tutto porti a far saltare il tavolo e si vada ad elezioni, magari dopo un Governo di scopo.

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#9# L’infatuazione della gente per i Governi tecnici

05/02/2021

A leggere in giro un po’ di commenti esaltati a favore di draghi, ti rendi conto che l’infatuazione per i Governi tecnici alla fine è una forma di antipolitica, simile a quella professata dai populisti e per certi versi peggiore. I populisti ambiscono ad una democrazia più diretta, con la limitazione della rappresentanza politica; i tecnocratici ambiscono proprio ad eliminare la democrazia.

Ed in entrambi i casi c’è sempre qualche furbo che pensa di cavalcare l’onda dell’antipolitica per farsi gli affari propri alle spalle dei fessi.

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#8# Qualche dato oggettivo sull’economia

04/02/2021

Visto che con la crisi di Governo è partita anche una campagna di disinformazione tendente a favorire la nascita di un esecutivo tecnico-istituzionale e a glorificare il nuovo salvatore della Patria, vediamo un paio di dati oggettivi sull’economia.

Il 2020 flagellato dalla pandemia covid-19 si è chiuso con un calo del PIL dell’8,8%, leggermente migliore delle stime fatte in autunno dal Governo stesso nella NADEF e nel DPB (documento programmatico di bilancio) che prevedevano un -9%. Si tratta anche di un risultato nettamente migliore di molte stime che circolavano dopo la prima ondata covid e che prevedevano cali a due cifre (la Commissione europea stimò un calo dell’11,2% a luglio). Come abbiamo visto nell’articolo sull’andamento del PIL trimestrale nel 2020, il calo dell’Italia non è molto diverso da quello della Francia (-8,3%) e migliore di quello del Regno Unito (-10,7%) e Spagna (-11%). Solo la Germania ha fatto nettamente meglio (-5,3%).

Da notare che, se non ci saranno altre gravi ondate covid, nel 2021 in Italia ci sarà inevitabilmente un rimbalzo del PIL che anche nelle ipotesi peggiori sarà comunque almeno di un +3% (il Governo ha stimato un +6%).

Anche nell’ambito dell’occupazione le cose non sono andate male come si poteva pensare. Prima dell’inizio della crisi covid (febbraio 2020) il tasso di occupazione era del 58,9%. A dicembre è del 58%. Per capire se questo calo è grave basta guardare indietro nel tempo. A giugno del 2008 (prima della grande crisi globale dei subprime USA), il tasso di occupazione era al 58,7%. A fine 2009 era sceso al 56,9%. Nel 2013, con la successiva crisi del debito sovrano, il tasso scese ancora toccando un minimo del 55,3%. E’ evidente, quindi, che la crisi attuale dell’occupazione è meno grave rispetto a quella delle precedenti crisi, e questo nonostante il calo del PIL attuale sia ben più marcato (nel 2009 il PIL calò “solo” del 5,3%).

Va anche detto che il tasso di occupazione ha raggiunto il minimo (57,6%) a maggio-giugno 2020, dopo la prima ondata covid. Significa che come tendenza il tasso ha già ripreso a crescere da diversi mesi. Questo limita le preoccupazioni relative alla fine del blocco dei licenziamenti di fine marzo 2021. Infatti se davvero ci fosse tutta questa voglia di licenziare, non credo che le aziende nel frattempo si sarebbero messe ad assumere.

I dati sull’occupazione sono disponibili nel file scaricabile da questa pagina:
https://www.istat.it/it/archivio/253019

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#7# Governo tecnico?

03/02/2021

Per settimane su tutti i giornali sono fioccate notizie negative sull’operato del Governo montate ad arte per spalleggiare l’azione di renzi e la creazione di un governo tecnico. Ora cercheranno di diffondere qualche notizia positiva per agevolare la cosa, ma finché il governo tecnico non sarà in piedi continueranno con l’azione di terrorismo.

Nel frattempo, come al solito, c’è uno stuolo ebete di adoratori del nuovo salvatore della Patria, il solito tecnocrate. Un atteggiamento masochistico tutto italiano che non ha eguali in Europa.

Nessuno che si renda conto delle difficoltà che ci saranno nel trovare una maggioranza parlamentare che esprima un programma di governo coerente. D’altra parte se non è stato trovato un accordo sul programma tra i 4 partiti della ex maggioranza, non si vede come possa essere trovato su una maggioranza ancora più ampia e variegata.

Nessuno che si renda conto del “vulnus democratico” (questa volta reale) di un Governo istituzionale imposto con il ricatto perché, secondo alcuni, non si può andare a votare. In Europa e nel resto del mondo tutti votano, senza farsi troppi problemi. Con gli adeguati accorgimenti si può votare in sicurezza e per il recovery plan può essere richiesta una proroga delle scadenze di qualche mese senza tragedie. La democrazia è importante e va tutelata.

Io spero che l’accordo tra i partiti sul governo tecnico draghi non venga trovato. Per ora si mostrano tutti disponibili per questioni di tattica politica, ma i nodi verranno presto al pettine.

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#6# Ma Renzi e Calenda giovano al liberal-riformismo di sinistra?

30/01/2021

Le recenti azioni di Renzi sono indifendibili sotto ogni punto di vista, ma la cosa più tragica è che persone come lui (e Calenda) stanno distruggendo il liberal-riformismo di sinistra.

Sono entrambi stati eletti con il PD e poi sono scappati per farsi il loro partitino basato sul culto della personalità. Hanno diviso le forze riformiste, le hanno rese più fanatiche e autoreferenziali, le hanno addirittura messe una contro l’altra. Paradossalmente sembra di vedere quello che successe quando dal PDS-DS si separarono i comunisti duri e puri andando a creare un arcipelago di partitini con falce e martello che operavano come schegge impazzite. Ecco, oggi la situazione del liberal-riformismo di sinistra è simile e ci ritroviamo con la scheggia impazzita Renzi che avvia una crisi di governo senza senso. Non mi pare una buona situazione.

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#5# Crisi di Governo 3

27/01/2021

Ora che Conte si è dimesso tutti a dire che ci vuole un governo diverso e speciale che riscriva il PNRR (recovery plan).

La verità è che qualsiasi correzione fosse necessaria al PNRR (che ricordiamolo è ancora una bozza) poteva essere discussa tranquillamente una volta arrivati alla fase di contrattazione con la Commissione Europea (che è prevista dalle procedure), il tutto senza lo show di renzi, senza crisi di governo e senza tentativi di intromissione dei soliti noti potentati. Anche Gentiloni, il commissario europeo agli Affari economici e monetari, pochi giorni fa non aveva espresso eccessive preoccupazioni per il piano italiano.

Ma purtroppo siamo in Italia e c’è sempre qualcuno che approfitta della situazione per interessi personali…

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#4# Crisi di Governo 2

20/01/2021

Che l’azione di Renzi sia supportata dai sostenitori della ridicola, patetica e pericolosa fascio-destra che ci ritroviamo in Italia, lo trovo normale; è semplice opportunismo.

Che sia supportata anche da altri, lo trovo incredibile. Eppure che tutta la vicenda sia il risultato della stupida arroganza e megalomania di una sola persona che finisce per agire contro gli interessi del suo stesso partito e dei suoi stessi ideali, è una realtà sotto gli occhi di tutti.

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#3# Crisi di Governo

18/01/2021

Inspiegabile. Aprire una crisi di Governo ora, in piena crisi economico-sanitaria e con tutti i provvedimenti in corso, è inspiegabile. Che a provocare tutto sia un piccolo partito, anzi, praticamente una singola persona all’interno di quel piccolo partito, rende tutto ancora più assurdo. E’ incredibile come certa gente tenda a sopravvalutarsi e soprattutto ad essere sopravvalutata.

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#2# Negli Stati Uniti Trump ha ottenuto risultati economici incredibilmente positivi?

09/01/2021

I fanatici di Trump ripetono spesso che il loro idolo, nonostante tutto, avrebbe ottenuto dei risultati economici molto positivi e addirittura senza precedenti. Ma è vero?

Per verificarlo basta poco. Qui potete trovare un grafico con l’andamento del PIL reale degli Stati Uniti:
https://data.worldbank.org/indicator/NY.GDP.MKTP.KD?locations=US

Come si vede l’economia (fino al 2019) è sicuramente cresciuta durante il mandato Trump (2017-2020) ma la tendenza non è molto diversa da quella vista negli anni precedenti nel periodo post crisi del 2009. Crescita sì, ma niente di incredibile, quindi.

Sarebbe interessante, poi, sapere quanto questa crescita è stata gonfiata dal deficit dei conti pubblici. Ecco un altro grafico:
https://data.worldbank.org/indicator/GC.NLD.TOTL.GD.ZS?locations=US

Come si vede nel 2018 e 2019 c’è stato un peggioramento dei conti pubblici rispetto ai cinque anni precedenti e questo senza che ci fosse una particolare crisi economica in corso. Quando c’è da compensare gli effetti di una crisi, infatti, è normale che il deficit/PIL si incrementi.

Infine vale la pena vedere quali sono stati i risultati di uno dei cavalli di battaglia della propaganda populista-sovranista, ovvero il protezionismo, che con dazi e guerre commerciali avrebbe dovuto ridurre le importazioni migliorando la bilancia commerciale del paese. Qui sotto il grafico:
https://data.worldbank.org/indicator/NE.RSB.GNFS.ZS?locations=US

Come si vede la bilancia commerciale degli Stati Uniti non è migliorata per niente durante l’attuale presidenza rimanendo sempre ben negativa.

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#1# Con la piena sovranità monetaria e di finanza pubblica il debito sarebbe più sostenibile?

07/01/2021

Mi capita a volte di sentire persone sostenere che la crescita del debito in rapporto al PIL dell’Italia è colpa dei vincoli di deficit imposti dall’UE e dell’euro, moneta troppo forte per la nostra economia.

Quindi, in pratica, uscendo dall’UE e dall’euro si potrebbero risolvere tutti i problemi di debito avendo la libertà di attuare una politica di più spesa pubblica, più deficit e più svalutazione della moneta (la lira debole) attraverso una politica monetaria espansiva.

Giusto, può funzionare, perché il conseguente incremento del tasso di inflazione nel tempo va a creare dei tassi di interesse reali negativi che tendono a compensare la crescita del debito pubblico rendendo il tutto più sostenibile. E’ esattamente quello che abbiamo visto negli anni ’70 in Italia; nonostante gli elevati disavanzi primari il debito è cresciuto tutto sommato poco.

C’è un problema, però: il tasso di inflazione non può crescere all’infinito. Ad un certo punto si dovrà fermare e, se si è spinto troppo in là, bisognerà pure fare in modo che torni indietro. Ecco quindi che i nodi vengono al pettine: improvvisamente si hanno alti tassi reali di interesse che fanno diventare i nuovi debiti e il rinnovo dei vecchi molto onerosi. Il debito pubblico si impenna. E’ quello che abbiamo visto in Italia negli anni ’80 e primi ’90.

Questo sali e scendi dei tassi reali di interesse non si è visto in quel periodo solo in Italia ma anche in altri paesi, seppur con conseguenze meno gravi.

Qual è la morale di questa storia? Che metodi per fare debiti “a scrocco” sfruttando la “sovranità” non esistono. Che il debito sempre solvibile perché garantito dalla Banca Centrale non esiste, a meno che non si voglia distruggere il valore della moneta (cosa non auspicabile).

Corollario della morale: è preferibile avere una moneta forte e stabile perché ti evita di incappare nelle fregature descritte sopra.