Fatti e opinioni 2023

* * * * *

#12# I prezzi dei pannelli fotovoltaici sono ai minimi storici

26/11/2023

Nel 2023 stiamo assistendo ad un notevole calo del prezzo dei moduli fotovoltaici. Sul mercato all’ingrosso il prezzo dei moduli “mainstream” (ovvero quelli più comuni come caratteristiche) sono scesi a novembre a 170 euro/kWp quando a ottobre 2022 avevano raggiunto un picco di 350 euro/kWp. In pratica nel giro di circa un anno il prezzo si è dimezzato:

Prezzo moduli fotovoltaici novembre 2023Nel periodo 2021-22 il prezzo dei pannelli si era però incrementato, come conseguenza della crisi di approvvigionamento di materie prime e componenti causata dal boom della domanda dopo il forte calo del periodo covid (vedere il grafico sull’andamento dei prezzi dei pannelli fotovoltaici). Nel 2023 gli approvvigionamenti sono tornati più normali e a livello industriale la forte domanda di pannelli fotovoltaici sul mercato ha portato ad una notevole espansione della capacità produttiva degli impianti. Quindi, dopo una fase di domanda superiore all’offerta, che ha fatto crescere i prezzi, ora siamo in una fase praticamente opposta. Sono i tipici cicli che si susseguono sul mercato e che abbiamo già visto in passato.

Ma il prezzo non si è limitato a tornare sui livelli precedenti gli aumenti, è andato ulteriormente sotto, facendo segnare il minimo storico e proseguendo quindi la lunga fase di riduzione che dura da molti anni.

E qui stiamo parlando di prezzi nominali. In termini di prezzi reali, ovvero considerando che nel frattempo il livello generale dei prezzi è aumentato a causa dell’inflazione elevata, il calo è anche maggiore. In pratica i pannelli fotovoltaici stanno andando in senso contrario all’inflazione: se il prezzo di ogni prodotto sta aumentando, quello dei pannelli invece sta addirittura calando.

Se già in condizioni normali installare un impianto fotovoltaico è conveniente, nell’attuale contesto lo è ancora di più.

Questa situazione di mercato, quindi, avvantaggia i consumatori finali, ma dall’altra parte mette in difficoltà i produttori della filiera industriale fotovoltaica, soprattutto quelli medio-piccoli, che rischiano di non essere competitivi e di dover fermare la produzione. In queste fasi, infatti, si parla di “consolidamento” del settore, ovvero una fase nella quale solo le aziende più efficienti riescono a rimanere sul mercato e a incrementare la propria produzione.

* * * * *

#11# Produzione elettrica mondiale per fonte nel primo semestre 2023

04/09/2023

Vediamo qualche dato per renderci conto come sta andando la produzione elettrica per fonte nel mondo nel 2023. Come già visto in altri articoli, l’elaborazione è basata sulle statistiche mensili fornite da Ember. Tali statistiche sono fornite in tempi molto rapidi mettendo insieme e organizzando dati da molte fonti diverse. Per questo motivo potrebbero non essere molto precise, ma sono in grado di dare comunque una prima panoramica della situazione attuale.

Da notare che la gran parte delle fonti di dati utilizzate fanno riferimento a produzioni nette, ovvero l’energia immessa in rete senza considerare i consumi ausiliari degli impianti. Nei grafici sulla produzione annuale mondiale di energia presenti su questo sito si considera invece la produzione lorda, che è leggermente più elevata. La differenza tra netta e lorda è comunque dell’1-2% in meno per le fonti rinnovabili senza combustione e del 3-4% per le fonti termiche.

Detto questo, vediamo quindi la tabella che riepiloga le produzioni del primo semestre 2023 e le differenze rispetto al primo semestre 2022:

Energia elettrica mondiale primo semestre 2023 EmberCome già scritto nel commento ai grafici sulla produzione mondiale di energia elettrica, in questo periodo ci si aspetta che la produzione fossile raggiunga “il picco”, ovvero non riesca più a crescere ed inizi poi una fase di riduzione, questo grazie alla forte crescita della produzione rinnovabile. Nel 2023 ci si aspettava già un netta riduzione della produzione fossile ma, come si vede, il dato semestrale indica invece una quasi stabilità, con una leggerissima crescita (+9 TWh).

La principale causa di tale risultato è la variazione molto negativa della produzione idrica, che nel 2022 si era ripresa da una produzione già molto scarsa nel 2021, ma quest’anno pare peggiorare nuovamente. Il dato semestrale 2023 è addirittura peggiore di quello del 2021.

La produzione eolica e solare è quella che cresce nettamente di più tra tutte fonti ma viene quasi tutta compensata dal pessimo risultato dell’idroelettrico. Inoltre la crescita di produzione di queste due fonti rinnovabili risulta al di sotto delle aspettative, almeno per ora. Lo scorso anno la crescita nel primo semestre era stata per entrambe maggiore e quest’anno, soprattutto per il solare, ci si aspettava una ulteriore accelerazione nella produzione.

La produzione nucleare normalmente varia poco perché i nuovi reattori installati nel mondo vengono più o meno compensati da quelli che chiudono. Quest’anno ci si aspettava però un certo recupero rispetto al tonfo registrato nel 2022 a causa principalmente di guasti e problemi avuti dalle centrali francesi. Tale recupero, come si vede, praticamente non c’è stato e la produzione è cresciuta solo di 9 TWh.

Anche il dato della produzione totale risulta abbastanza anomalo, con una crescita assai modesta (+60 TWh). Se le tendenze rimanessero queste significherebbe avere una crescita annuale di 120 TWh quando la crescita media degli ultimi anni è intorno ai 600 TWh (lordi).

Almeno per ora, quindi, il 2023 sembra un anno decisamente fiacco per quanto riguarda i consumi mondiali di energia. Evidentemente ha inciso in modo negativo la persistenza di un’inflazione elevata in gran parte del mondo.

* * * * *

#10# Il Governo ha presentato il nuovo Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC)

24/07/2023

Il Governo ha finalmente, con discreto ritardo, aggiornato il PNIEC, il documento di programmazione che definisce gli obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti e gli obiettivi di produzione rinnovabile fino al 2030. Il precedente PNIEC era stato varato a fine 2019 ma risultava già decisamente vecchio e superato, visto nel frattempo il notevole sviluppo delle fonti rinnovabili in Europa e nel mondo.

In realtà si tratta ancora di una proposta e non della versione definitiva, perché il piano deve essere approvato dalla Commissione europea e potrebbe quindi subire modifiche.

Il nuovo PNIEC proposto definisce un obiettivo del 40,5% di produzione rinnovabile al 2030 in termini di energia primaria, ovvero tutta l’energia (elettrica e termica). Nel precedente PNIEC del 2019 l’obiettivo era del 30%. Per il solo settore elettrico il nuovo PNIEC prevede un obiettivo del 65% di produzione rinnovabile. Nel precedente PNIEC era del 55%.

Gli obiettivi sulla produzione rinnovabile quindi, come si prevedeva, sono stati incrementati ma, soprattutto se confrontato con quello che stanno facendo gli altri paesi, con scarsa ambizione. Diciamo che si sono limitati a fare il compitino.

Il solare fotovoltaico è previsto che diventi la prima fonte rinnovabile (pagina 78), e probabilmente la prima fonte in assoluto, con una produzione nel 2030 di circa 109 TWh (di cui 10 TWh specifici per la produzione di idrogeno verde). A pagina 79 c’è il grafico con la previsione di produzione delle varie fonti rinnovabili:

PNIEC settore elettrico 2030La crescita di solare ed eolico molto probabilmente non sarà così lineare come rappresentata nel grafico, ma sarà un po’ più irregolare, seguendo l’andamento delle installazioni.

Per seguire un po’ la loro propaganda il governo ha voluto parlare anche di nucleare nel PNIEC ma, di fatto, quel documento in realtà accantona definitivamente ogni fantasioso proposito, portato avanti da alcuni politici, di avviare in questa legislatura un nuovo programma di costruzione di centrali in Italia. E’ stato tutto rimandato addirittura al prossimo decennio (vedi pagina 151) e in termini molto generici e ipotetici, facendo riferimento sempre al solito nucleare “nuovo” che ancora non esiste e probabilmente non esisterà mai, perché ancora più costoso e problematico rispetto al nucleare attuale.

L’unica cosa concreta sul nucleare in quel documento sarebbe il finanziamento della ricerca, ma poi vai a leggere (pagina 298) e ti rendi conto che i 500 milioni di euro previsti dal “Mission Innovation” in realtà sono indirizzati ad altro e l’uso per la ricerca nucleare è solo ipotetico. -LOL-

* * * * *

#9# Gli indicatori economici su produzione e consumi dicono che l’economia in Italia è in rallentamento

09/06/2023

Secondo gli ultimi dati rilasciati dall’ISTAT l’indice mensile della produzione industriale ad aprile fa registrare la quarta variazione congiunturale negativa consecutiva e il valore di aprile ormai è il 7,2% più basso di quello dello stesso mese del 2022 (variazione tendenziale). Addirittura il dato è più basso rispetto ad aprile 2021, quando ancora stavamo uscendo dalla crisi covid. Vedere la tabella 1 nel foglio di calcolo scaricabile da questa pagina sulla destra:
https://www.istat.it/it/archivio/285401

Produzione industriale aprile 2023Anche l’indice delle vendite del commercio al dettaglio in volume mostra tendenze negative (indice calcolato escludendo l’effetto dell’aumento dei prezzi per l’inflazione, al contrario dell’indice in valore). Ad aprile si registra le terza variazione congiunturale negativa consecutiva. Il valore è il 4,8% più basso rispetto ad aprile 2022 e anche qui è addirittura più basso di quello del 2021. Vedere la tabella 3 nel foglio di calcolo scaricabile dalla seguente pagina sulla destra:
https://www.istat.it/it/archivio/285227

Vendite al dettaglio in volume aprile 2023Questi indicatori dicono quindi che le prospettive per l’economia italiana non sono buone, ma al governo continuano a lodarsi da soli e a dire che va tutto a meraviglia attaccandosi ai dati del PIL del primo trimestre 2023 che risultano migliori rispetto alle altre principali economie europee.

Come detto al punto #7#, però, i dati del PIL migliori degli altri negli ultimi tempi dipendono dal fatto che l’Italia si sta indebitando molto di più. Inoltre, come detto nell’articolo sull’andamento del PIL trimestrale, è probabile che si tratti di un piccolo rimbalzo dopo che nel quarto trimestre 2022 era stata registrata una variazione negativa (i prezzi del gas avevano raggiunto il picco).

Probabile quindi che già nel secondo trimestre 2023 la variazione del PIL in Italia faccia segnare un deciso rallentamento rispetto al primo trimestre e se le tendenze dell’economia rimangono quelle viste negli indici suddetti, è possibile che anche la debole crescita annuale dell’1% prevista dal Governo nel DEF risulti un poco sovrastimata. Come fatto notare in altri commenti, rimane poi l’incognita di cosa accadrà quando l’indebitamento italiano (il deficit) dovrà tornare su livelli più bassi e simili a quelli degli altri paesi europei.

* * * * *

#8# Il centro-sinistra continua ad essere maggioranza nel paese e a perdere le elezioni

30/05/2023

Come fatto notare già in più occasioni, questa destra balorda che ci ritroviamo al Governo a livello nazionale è sempre stata una MINORANZA. Hanno vinto le passate elezioni politiche di settembre 2022 con appena il 43,8% dei voti e anche nelle medie dei sondaggi non sono mai andati oltre il 46% circa. I vari partiti di area centro-sinistra hanno sempre avuto più voti e insieme sfiorano addirittura la maggioranza assoluta.

Nonostante ciò il centro-sinistra continua a perdere le elezioni perché continua a presentarsi diviso in contesti elettorali maggioritari dove vince la coalizione che prende più voti. E’ successo per le elezioni nazionali ed è risuccesso per le elezioni comunali, dove i partiti di area centro-sinistra non solo si sono presentati divisi al primo turno, ma al secondo turno non hanno fatto NESSUN apparentamento. Sembra quasi che ci godano a perdere le elezioni, visto che al primo turno le liste di area centro-sinistra erano maggioranza in buona parte dei casi e potevano tranquillamente vincere.

Il caso più emblematico è quello di Ancona nel quale al primo turno la lista principale di centro-sinistra con il PD aveva preso il 41,28% dei voti arrivando seconda; una lista civica di sinistra al terzo posto con il 6,11%; il M5S al quarto posto con il 3,64% e i verdi sesti con l’1,69%. In pratica il centro-sinistra ha raccolto i voti della maggioranza assoluta degli elettori (la somma è il 52,7%), quando la destra unita ne ha raccolti solo il 45,1%:

Elezioni Ancona 2023Ma la destra, con una minoranza di voti, ha vinto, perché i partiti di centro-sinistra erano divisi al primo turno e al secondo turno non hanno fatto nessun apparentamento, ovvero si sono presentati ancora divisi. Masochismo puro.

Il problema è che nel centro-sinistra i politici hanno la fissazione per la “purezza ideologica” e non vogliono allearsi con chi ha idee un po’ diverse per paura di non sembrare coerenti. Inoltre c’è una certa pretesa da parte di diversi partiti di essere “autosufficienti“. Un atteggiamento che in un contesto maggioritario è totalmente da fessi perché ti porta sicuramente a perdere le elezioni. Nel centro-sinistra dovrebbero imparare a fregarsene della purezza ideologica e fare come i furboni della destra, che pur avendo tra di loro idee incoerenti e spesso opposte (sovranisti ed europeisti, liberisti e statalisti, nazionalisti e autonomisti, ambientalisti e non, omofobi e non, ecc.), si presentano comunque sempre uniti, perché in politica è importante partecipare ma ancora di più vincere.

* * * * *

#7# L’economia italiana cresce più di quella degli altri paesi europei? Sì, a debito

14/05/2023

La destra balorda al governo, alla perenne e spasmodica ricerca di consenso, fa propaganda lodandosi da sola per il fatto che il PIL in Italia negli ultimi tempi sta crescendo più di quanto accade nelle altre principali economie europee. In effetti, come abbiamo visto nell’analisi dei dati del PIL trimestrale, finora l’Italia è il paese che si è ripreso meglio dalla crisi covid del 2020, una tendenza che era già partita nel 2021, con i precedenti governi, quindi.

Ma la cosa che nessuno fa notare è che dal 2021 in poi anche l’indebitamento annuale italiano (ovvero il deficit) è il più grande tra le principali economie europee, come si può notare dalla seguente tabella:
https://ec.europa.eu/eurostat/databrowser/bookmark/f4d53ec0-6757-4511-af76-7af962eeac03?lang=en

Deficit europa 2020-2022Come si vede, se nel 2020 il rapporto deficit-PIL in Italia era più o meno in linea con gli altri paesi (a parte la solita Germania parsimoniosa), dal 2021 invece il valore è risultato nettamente il più elevato. In pratica l’Italia dal dopo covid sta spendendo molti più soldi a debito rispetto agli altri, non è strano quindi che il nostro PIL stia crescendo di più; a farlo a debito son buoni tutti… E bisogna considerare anche che la distribuzione dei fondi del PNRR (che in parte non sono considerati debiti) avvantaggia in modo particolare proprio l’Italia. Anche nel 2023 il deficit in Italia (previsto al 4,5%) sarà probabilmente il più elevato.

Come già fatto notare al precedente punto #4#, questa festa organizzata con soldi presi a debito è destinata ovviamente a finire presto. Nei prossimi anni il deficit è previsto che torni sotto al 3% (come indicato dal governo stesso nel recente DEF) e addirittura, per riuscire a pagare gli interessi su un debito cresciuto molto con la crisi covid, è previsto anche di avere un saldo primario ben positivo (il +2%). E un saldo primario di questo livello indica che le entrate fiscali dovranno essere ben superiori alla spesa pubblica (al netto degli interessi). Un notevole cambiamento rispetto alla situazione attuale. Sarà interessante vedere dove il governo in carica pensa di trovare i soldi per far quadrare i conti nel prossimo futuro…

* * * * *

#6# Prime statistiche sulla produzione elettrica mondiale nel 2022

23/04/2023

Come capita già da qualche anno, le prime statistiche del 2022 sulla produzione elettrica mondiale per fonte vengono fornite con un certo anticipo da Ember, dove eseguono un meticoloso lavoro di recupero dei dati da molte fonti diverse, nazionali e internazionali. Altri enti o aziende che forniscono statistiche in genere aggiornano i dati più tardi, in estate.

Le stime di Ember possono essere osservate e scaricate a partire da questa pagina:
https://ember-climate.org/data/data-tools/data-explorer/

I risultati per il 2022 sono questi:

Produzione mondiale 2022 EmberSi nota come ormai le rinnovabili siano nettamente le fonti che crescono di più, trainate in particolare da eolico e solare. La crescita dovrebbe accelerare ancora, perché se da una parte l’incremento dell’eolico sembra essersi abbastanza stabilizzato, quello del solare è invece destinato a crescere ancora.

Le fonti rinnovabili da sole si avviano quindi a coprire l’intero incremento della domanda
di energia mondiale annuale, che nel 2022 risulta di 691 TWh ma che dal 2011 in poi ha fatto registrare in media un valore di 632 TWh (sempre secondo i dati Ember). Significa che in pratica la produzione da fonti fossili come tendenza sta per raggiungere il “picco” ed inizierà a calare anche in termini di valori assoluti, dopo che già la quota percentuale aveva iniziato a calare dal 2013. Un contesto che su questo sito era stato evidenziato già da un paio di anni, commentando i dati relativi al grafico della produzione elettrica mondiale.

Da notare nel 2022 il notevole calo della produzione nucleare, che normalmente è quasi stazionaria, con variazioni scarse, ma che lo scorso anno ha risentito dei notevoli problemi avuti dalle centrali francesi a causa di guasti, ondate di calore e mancanza di acqua.

* * * * *

#5# La destra balorda al governo predica teorie naziste sulla “sostituzione etnica” e allo stesso tempo incrementa i flussi migratori

20/04/2023

Questa destra balorda già da diversi anni attinge per la propria propaganda politica a teorie aberranti e farlocche di stampo nazista sulla “cospirazione della sostituzione etnica”. Lo fanno in modo consapevole, per fomentare l’odio razzista e anti immigrati e attirare il voto dei fascio-sovranisti-mentecatti, che anche se sono una minoranza (di minorati) fa sempre comodo. E’ inutile quindi che poi nella destra balorda facciano finta di essere sorpresi quando qualcuno fa notare loro quanto sono schifosi.

Ma la cosa divertente è che poi all’atto pratico il governo della destra balorda in realtà vara dei provvedimenti che incrementano i flussi migratori in Italia, perché sono utili e necessari. Il numero dei permessi rilasciati ogni anno per l’ingresso in Italia di lavoratori extra-comunitari è definito dal Governo con il cosiddetto “Decreto flussi“. Nell’ultimo decreto l’attuale Governo ha indicato un numero 82.705 ingressi:
https://www.interno.gov.it/it/notizie/pubblicato-gu-decreto-flussi-2022-lingresso-lavoratori-non-comunitari

Sono ammessi in Italia, per motivi di lavoro subordinato stagionale e non stagionale e di lavoro autonomo, i cittadini non comunitari entro una quota massima di 82.705 unità (articolo 1 del dPCM).

Lo stesso identico decreto varato un anno prima dal Governo precedente prevedeva 69.700 ingressi:
https://www.interno.gov.it/it/notizie/decreto-flussi-2021-69700-ingressi-consentiti-italia-lavoratori-non-comunitari

È di 69.700 la quota massima dei lavoratori non comunitari subordinati, stagionali e non stagionali, e di lavoratori autonomi che potranno fare ingresso in Italia sulla base del decreto flussi 2021, adottato con Dpcm 21 dicembre 2021, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 17 gennaio, serie generale n.12.

In pratica non si sono limitati a confermare il decreto flussi precedente, che sarebbe già stato insolito in base alla propaganda anti-stranieri che fanno, ma lo hanno addirittura incrementato. Insomma, questi al governo campano di aberrante propaganda nazista, ma per fortuna raccontano un sacco di balle, come al solito. -LOL-

* * * * *

#4# In Italia il PIL è tornato a crescere poco come al solito

14/04/2023

Finito l’effetto del rimbalzo dell’economia dopo la grave crisi covid del 2020 (nel 2022 il PIL è tornato di poco sopra il livello del 2019) sono finiti anche i numeri grandi per la crescita economica italiana, che è tornata a lottare per avere una variazione del PIL di poco superiore allo zero virgola qualcosa. La situazione è stata ufficializzata dalle previsioni pubblicate dal Governo nel recente Documento di Economia e Finanza 2023 (DEF), come è possibile vedere nella tabella a pagina 9:

DEF 2023 PILE questi sono i risultati previsti compresi gli effetti del PNRR e gli effetti residuali dei bonus edilizi, provvedimenti che sicuramente contribuiscono a parte della crescita ma che sono provvisori e non facilmente ripetibili. In pratica senza queste misure la crescita programmatica sarebbe davvero prossima allo zero…

Dov’è il nuovo miracolo economico promesso dalla destra balorda? Nella loro propaganda dicevano che la scarsa crescita dell’Italia era colpa degli altri, ma questi qui, al netto di provvedimenti a debito non ripetibili, stanno facendo come al solito, se non peggio…

Anche in tema di finanze pubbliche la situazione non è rosea. Nel 2023 il debito/PIL calerà solo grazie all’inflazione più alta del solito che fa gonfiare il PIL nominale mentre gli interessi sul debito, influenzati dai vecchi titoli a media e lunga scadenza, si muovono per ora poco. Come sempre un periodo di inflazione crescente avvantaggia i debitori, soprattutto in ambito di debito pubblico.

Come indicato nella tabella precedente, il particolare tasso di inflazione usato per i calcoli del PIL (deflatore del PIL) nel 2023 crescerà ancora andando a toccare il 4,8%. In questo modo la debole crescita reale dell’1% in termini nominali andrà al 5,8% (la somma, approssimata) ed è questo che porterà ad una diminuzione del debito/PIL. Il problema è che negli anni successivi il deflatore è previsto in diminuzione (come prima o poi accade) e questo porterà quindi ad avere un effetto negativo sul debito, non più positivo. I risultati si vedono proprio dalle previsioni del DEF che a pagina 10 indicano un debito/PIL che nei prossimi anni praticamente smette di calare per stabilizzarsi intorno al 140%, ma per ottenere questa stabilizzazione, come si vede, nel 2026 sarà necessario avere un saldo primario positivo (avanzo primario) di ben il 2%, il valore più alto dal 2013:

DEF 2023 debitoE avere un saldo primario ben positivo significa o incrementare le entrate fiscali o ridurre la spesa pubblica o un mix delle due cose. Anche in questo caso la propaganda populista della destra balorda va a frantumarsi contro il duro muro della realtà…

* * * * *

#3# Come è previsto che sia il futuro del settore energia negli Stati Uniti?

12/04/2023

Visto che in giro ci sono sempre diversi troll a dire che nell’Unione Europea la volontà di sviluppare le fonti rinnovabili sarebbe solo una inutile trovata di ambientalisti troppo idealisti e radical chic, viene da chiedersi: ma negli Stati Uniti che programmi hanno? La questione è interessante perché negli USA in ambito energia (come in molti altri) hanno sempre un approccio molto pratico e pragmatico, quindi difficile attribuire etichette di “idealismo”.

Per farsi un’idea è possibile andare a vedere le previsioni redatte dall’U.S. Energy Information Administration, ente governativo americano, nel suo Annual Energy Outlook 2023, che è stato aggiornato pochi giorni fa:
https://www.eia.gov/outlooks/aeo/

Il settore elettrico in particolare è trattato in questa sezione. Dal comodo schema in figura 2 è possibile così rendersi conto di quelle che sono le previsioni di produzione fino al 2050 delle principali fonti negli Stati Uniti:

EIA AEO2023Come si può notare anche negli Stati Uniti è previsto un notevole sviluppo delle fonti rinnovabili. In particolare la fonte solare è previsto che cresca molto rapidamente andando a diventare addirittura la prima fonte di produzione negli USA tra il 2030 e il 2040. Le fonti fossili, al contrario, rispetto al dato attuale sono indicate tutte in declino.

Anche la fonte nucleare è indicata in declino, seppur lento. Infatti negli USA hanno deciso di cercare di utilizzare le vecchie centrali nucleari, costruite in gran parte negli anni ’70 e ’80, per il maggior tempo possibile concedendo delle estensioni della vita operativa (normalmente della durata 40 anni) fino addirittura ad 80 anni. Ovviamente il fatto che venga concessa l’autorizzazione ad operare per 80 anni non significa poi che le centrali riescano davvero a funzionare così a lungo; potrebbero comunque chiudere prima per questioni tecniche od economiche (come già accade). Quindi quella previsione è pure ottimistica.

La previsione negativa della produzione futura deriva anche dal fatto che di nuovo nucleare negli Stati Uniti non se ne fa più. Dopo i due reattori attualmente in costruzione (quelli di Vogtle, che sono stati un fallimento per tempi e costi) negli USA hanno smesso completamente di programmare nuovi reattori; il settore nucleare è praticamente morto. Rimane solo qualche velleitaria sperimentazione sui piccoli reattori modulari (SMR), che è una tecnologia destinata (se va bene) ad essere utilizzata in contesti di nicchia e quindi ad essere totalmente irrilevante. Infatti se dalla pagina detta in precedenza andate al menu “Data -> Reference Case -> Table 9. Electricity Generating Capacity” potete notare che il dato della “Comulative planned additions” per il nucleare rimane fermo per il futuro a 2,2 GW, ovvero la potenza degli attuali due reattori in costruzione di Vogtle:

EIA AEO2023 potenza nucleareIn pratica la possibile incidenza dei piccoli reattori è talmente bassa e improbabile che non viene neanche presa in considerazione.

In definitiva anche negli Stati Uniti, seppur con un certo ritardo rispetto all’Unione Europea, il futuro del settore energetico è previsto che sia incentrato sullo sviluppo delle nuove fonti rinnovabili, le uniche la cui produzione è destinata a crescere rispetto ai livelli attuali.

* * * * *

#2# In Italia ci sono ben 303,27 GW di progetti eolici e solari

16/03/2023

Terna ha allestito un sito web nel quale riporta le informazioni relative alle richieste di connessione alla rete di alta tensione (quella gestita da Terna, appunto) degli impianti solari ed eolici:
https://www.terna.it/it/sistema-elettrico/rete/econnextion

Richieste connessione TernaCome si vede risultano ben 303,27 GW di richieste di connessione suddivise tra:

– Solare 120,07 GW
– Eolico terrestre 75,65 GW
– Eolico marino 107,55 GW

La richiesta di connessione è uno dei primi passaggi che si fanno quando si porta avanti un progetto, quindi non è detto che poi alla fine tutte queste richieste si trasformino in impianti realizzati.

I numeri rimangono comunque considerevoli (basta pensare che a fine 2022 tutta la potenza solare ed eolica installata in Italia ammonta a 36,9 GW) e dimostrano quanto siano diventate competitive queste tecnologie e tutto l’interesse che stanno suscitando.

Il sito indica anche la suddivisione delle pratiche per stato di avanzamento (dalla domanda presentata e ancora da accettare fino al contratto di connessione vero e proprio). L’ultima fase indica gli impianti che dovrebbero essere prossimi alla connessione alla rete. Anche solo considerando questo dato vengono fuori 3,18 GW di fotovoltaico e 1,4 GW di eolico terrestre.

Per il fotovoltaico in particolare, poi, ci sono da considerare tutte le connessioni in bassa e media tensione degli impianti più piccoli, che qui non sono considerate. Più o meno quindi le installazioni nel 2023 dovrebbero essere in linea con le previsioni che vedono un’accelerazione rispetto al 2022 ma con numeri non eccessivamente elevati, almeno per ora.

Bisogna considerare che di quei 303,27 GW quasi 50 GW hanno comunque già presentato la documentazione progettuale per la connessione (ovvero hanno superato il secondo stato della pratica), quindi si presume che siano progetti avanzati che si concluderanno sicuramente con la concreta realizzazione dell’impianto. In prospettiva quindi le installazioni di queste due tecnologie dovrebbero far registrare numeri importanti, in linea con gli obiettivi del programma europeo “Fit for 55” che prevedono di avere nel 2030 in Italia 69,37 GW di solare e 31,75 GW di eolico, ovvero 64,22 GW di potenza in più rispetto al 2022 (in media circa 8 GW all’anno). Gli obiettivi “Fit for 55” li potete trovare in questa pagina scaricando il file excel dello scenario intermedio “MIX” relativo ad energia e trasporti (i dati si trovano nel foglio “IT_B”).

* * * * *

#1# Un articolo molto ben fatto per avere una panoramica del settore energia in Europa

02/02/2023

Chi vuole farsi un’idea concreta e realistica del settore energia in Europa basata su dati e non su opinioni può leggersi questo rapporto di Ember, che è molto completo e ben fatto:
https://ember-climate.org/insights/research/european-electricity-review-2023/

In sintesi, il “ritorno al carbone” dell’Europa di cui molti andavano blaterando in realtà non esiste. Nel 2022 la produzione da carbone è cresciuta tutto sommato poco (+28 TWh) e solo perché la produzione nucleare e idroelettrica è letteralmente crollata (-185 TWh). A metterci una pezza e a salvare la situazione è stata la produzione solare ed eolica, cresciuta in modo notevole (+72 TWh). Anche il calo della domanda di energia ha aiutato (-79 TWh).

Nel 2023 si assisterà ad un vero è proprio crollo della produzione fossile in Europa perché da una parte le nuove rinnovabili continueranno a crescere velocemente e dall’altra idro e nucleare non faranno più segnare variazioni molto negative come quest’anno, in più la domanda di energia sarà fiacca.

Tutte queste cose non sono un fulmine a ciel sereno; chi segue un po’ le statistiche del settore energia le sapeva già da tempo e personalmente ero arrivato alle stesse conclusioni di Ember già diversi mesi fa, come si può leggere al punto #18# e #24# del 2022.

Ember per le sue statistiche così aggiornate attinge dai dati mensili rilasciati dall’IEA e dall’Eurostat con un paio di mesi di ritardo. Inoltre attinge dall’ENTSO-E, che fornisce dati aggiornati in tempo reale, anche se meno precisi rispetto ai precedenti.

Se qualcuno avesse dei dubbi sull’attendibilità dei dati forniti da Ember può andarsi a vedere le fonti originarie. Ad esempio, al collegamento seguente potete trovare i dati Eurostat sulla produzione mensile di eolico e solare nel 2021 e 2022, con gli ultimi dati aggiornati a ottobre 2022. Se fate la somma dei primi 10 mesi 2021 e la confrontante con quella dei primi 10 mesi 2022, vedrete che la produzione delle due fonti risulta incrementata di 70,4 TWh, e mancano ancora due mesi alla fine dell’anno. Nel rapporto Ember si fa riferimento ad un incremento annuale di 72 TWh, quindi il dato è coerente.

Anche sul fatto che la produzione fossile in Europa nel 2023 avrà una netta diminuzione si può fare una verifica parziale andando a vedere i dati ENTSO-E più recenti relativi al mese di gennaio. Per facilitare le cose si può far riferimento al seguente sito che elabora i dati ENTSO-E fornendoli già in comodi grafici. In questo caso potete vedere la produzione per fonte nell’UE nel mese di gennaio 2023 confrontata con quella dei mesi di gennaio degli anni precedenti.

Si può notare esattamente quanto indicato in precedenza: rispetto al 2022 c’è un calo di produzione di tutte le fonti fossili grazie ad una crescita delle nuove fonti rinnovabili (eolico), ad una certa ripresa dell’idroelettrico e a una domanda di energia in calo. La fonte nucleare risulta invece ancora in calo. Si tratta di dati provvisori e riferiti solo al mese di gennaio; per avere un’idea più chiara e attendibile bisognerà aspettare ancora qualche mese. Il solare fotovoltaico è stata la fonte rinnovabile che è cresciuta di più negli ultimi tempi e ovviamente valutando un solo mese di pieno inverno il dato è ancora poco significativo.

Ricordiamo che nell’UE una tendenza al calo della produzione fossile e nucleare non è una novità; è così già da diversi anni, come si può vedere dai grafici sulla produzione di energia elettrica per fonte.

* * * * *

I testi della sezione Fatti e opinioni del 2022 si trovano in questa pagina.