Il deficit strutturale in Italia e altri paesi previsto nel 2019

Ovvero, perché la Commissione Europea ha bocciato la manovra economica 2019 del Governo.


Molti si staranno chiedendo come mai il Documento programmatico di Bilancio 2019 sia stato bocciato dalla Commissione Europea nonostante preveda un rapporto deficit-PIL del 2,4% e quindi inferiore al ben noto limite del 3%.

Per capirlo bisogna sapere come funziona il Patto di stabilità e crescita. In pratica esistono due sezioni: una preventiva (preventive arm); l’altra correttiva (corrective arm).

E’ solo la sezione correttiva che prevede il vincolo di rimanere sotto al 3% del deficit, oltre al vincolo di avere un rapporto debito-PIL al 60%, obiettivo quest’ultimo applicato in maniera meno stringente. Se non si rispettano questi parametri si può incorrere nella Procedura per deficit eccessivo (Excessive deficit procedure, EDP).

La sezione preventiva ha invece lo scopo di creare le condizioni affinché con il susseguirsi di normali cicli economici positivi e negativi i parametri precedenti non vengano sforati (escludendo casi eccezionali come gravi crisi internazionali). In pratica si tratta di creare un margine di sicurezza entro il quale potersi muovere senza incorrere nella EDP. L’Italia è stata appunto bocciata in questa sezione.

Per chi vuole approfondire la faccenda, un riepilogo di tutti i vincoli lo potete trovare a pagina 14 del Vademecum sul Patto di stabilità e crescita.

Il parametro di riferimento utilizzato nella sezione preventiva è il cosiddetto deficit strutturale (structural balance), calcolato sottraendo al deficit normale una componente ciclica di bilancio e le misure una tantum. In sostanza si tratta del valore di deficit che si avrebbe in condizioni economiche normali (né positive, né negative) considerando solo le misure fisse. Ne deriva che se si è in un ciclo negativo il deficit strutturale tende ad essere più piccolo del deficit normale (lasciando più margini di manovra), mentre se si è in un ciclo positivo il deficit strutturale tende ad essere più grande (dipende comunque dall’entità delle misure una tantum).

La sezione preventiva è centrata sulla definizione di un obiettivo di deficit strutturale da raggiungere nel medio termine (medium-term objective, MTO). Viene aggiornato ogni tre anni ed è calcolato in modo specifico per ogni paese tenendo in considerazione la volatilità dei cicli economici passati, gli effetti sui conti pubblici, il rientro del debito nei limiti previsti e i costi legati all’invecchiamento della popolazione. In ogni caso non può superare il -1% (i deficit in genere sono rappresentati in negativo). Il dettaglio del calcolo lo potete trovare sempre al vademecum citato in precedenza a partire dalla pagina 28.

Ogni anno in aprile e maggio i vari paesi presentano i loro Programmi di stabilità indicando se l’obiettivo MTO è stato raggiunto o, in caso contrario, un percorso di aggiustamento che consenta il suo raggiungimento nel futuro. Tale percorso viene concordato con la Commissione e l’entità degli aggiustamenti può variare in base allo stato dell’economia del paese ma il valore di riferimento è lo 0,5% annuale. La Commissione verifica i dati a consuntivo e calcola anche delle stime del deficit strutturale per il futuro utili per dare indicazioni ai paesi.

Ad ottobre i paesi presentano il Documento programmatico di bilancio nel quale definiscono le ultime intenzioni sul valore del deficit strutturale che si vuole raggiungere per l’anno successivo.

Riepilogando abbiamo: l’obiettivo di medio termine (MTO); gli obiettivi intermedi del programma di stabilità; le stime della Commissione; i nuovi obiettivi per l’anno successivo contenuti nel Documento programmatico di bilancio. Tutti valori definiti in termini di deficit strutturale.

Vediamo quindi un grafico con questi valori per l’Italia e altri paesi europei per il 2019. A scopo informativo è stato aggiunto anche il deficit normale:

Il deficit strutturale in Italia e altri paesi previsto nel 2019Possiamo subito notare che l’Italia ha un obiettivo di medio termine (MTO) pari a zero, esattamente come la Spagna, che ha un rapporto debito-PIL ben inferiore ma tende ad avere un economia instabile. Il Portogallo, che ha un debito peggiore dell’Italia, ha addirittura un obiettivo positivo, mentre Francia e Germania ne hanno uno negativo.

Osservando gli obiettivi intermedi del programma di stabilità ci si rende conto che nessuno dei paesi indicati ha raggiunto l’MTO, eccetto la Germania, che lo ha addirittura superato.

Come si vede, però, le stime della Commissione sono ben più negative rispetto agli obiettivi del programma di stabilità (sempre escludendo la Germania). Non è un caso, quindi, che gli obiettivi dichiarati nel Documento programmatico di bilancio ad ottobre siano stati corretti per riavvicinarsi a quelli del Programma di stabilità. Lo si può notare bene per Francia, Spagna e Portogallo, mentre per l’Italia la correzione risulta ben inferiore.

Lo scostamento dall’obiettivo del Programma di stabilità è di 0,9 punti percentuali nel caso dell’Italia, mentre è di 0,2 per la Francia, di 0,1 per la Spagna e zero per il Portogallo.

E’ proprio questo aspetto, oltre al peggioramento rispetto ai programmi precedenti, ad aver determinato la bocciatura dei programmi di bilancio italiani. Gli obiettivi intermedi non sono poi così inflessibili, visto che ogni anno con il varo del Programma di stabilità vengono aggiornati al nuovo contesto, quindi se un paese è rimasto indietro, vengono sempre un po’ alleggeriti. Oltre all’entità dello scostamento, quello che sicuramente non è andato giù alla Commissione è che ci sia stata una modifica unilaterale, non contrattata e fatta “in corsa”.

22/11/2018 – aggiornamento

La Commissione Europea ha proposto l’avviamento della procedura per deficit eccessivo (Excessive deficit procedure, EDP) che, come detto, è relativa alla sezione correttiva del Patto di stabilità e crescita.

Come è possibile visto che l’Italia era stata bocciata nella sezione preventiva?

E’ semplice; in realtà l’Italia, a causa del suo debito enorme che è più del doppio del vincolo del 60% previsto dal Patto, è sempre stata suscettibile di vedersi avviata una EDP, ma finché il Governo si mostrava disponibile a seguire un programma di risanamento, veniva chiuso un occhio.

Se l’Italia si rende decisamente inadempiente anche nella sezione preventiva, come è successo, a questo punto la Commissione può ritenere di far applicare direttamente la procedura di infrazione relativa alla sezione correttiva (la EDP) senza passare dalla procedura intermedia (chiamata “Significant Deviation Procedure”).

 


Fonti

I dati sull’obiettivo di medio termine, sul Programma di stabilità e le stime della Commissione sono tratti dal sito della Commissione Europea sezione “Assessment of the programmes 2018”.

I dati del Documento programmatico di bilancio sono tratti dalla sezione “Draft budgetary plans” dal quale sono tratti anche i dati sul deficit normale.

 

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