Incidenza di povertà individuale assoluta e relativa in Italia (1997-2021)

La povertà è un argomento molto attuale; vediamo come stanno le cose in base ai dati ISTAT sulla spesa per consumi.


(aggiornato con i dati 2021)

La povertà assoluta viene definita prendendo come riferimento il valore monetario di uno specifico paniere di beni e servizi considerati essenziali; se la spesa media mensile di una famiglia o individuo è uguale o inferiore a tale valore allora viene considerata povera.

Vengono definiti panieri diversi in base all’area geografica (Nord, Centro, Sud), all’area metropolitana e all’età dei soggetti. Per fare un esempio, nel 2021 la soglia di povertà assoluta per un singolo individuo di età 18-59 che abita nella periferia di una grande città (più di 250.000 abitanti) o comune sopra i 50.000 abitanti nel Centro Italia è di 770,33 euro.

Se volete sapere se siete poveri (in termini assoluti), potete verificarlo utilizzando il servizio di calcolo della soglia di povertà assoluta messo a disposizione dall’ISTAT.

L’incidenza (espressa in percentuale) è il rapporto tra il numero di famiglie o individui considerati poveri e il totale delle famiglie o individui residenti.

La povertà relativa viene definita prendendo come riferimento la spesa media mensile per consumi pro-capite; se la spesa di una famiglia di due componenti è uguale o inferiore a tale valore allora viene considerata povera. Per definire i valori con nuclei famigliari di diversa ampiezza vengono utilizzati coefficienti correttivi.

La soglia di povertà in questo caso è unica per tutto il paese. Nel 2021 il valore di riferimento per una persona singola è di 629,29 euro. Anche in questo caso viene calcolata la percentuale di incidenza.

Bisogna quindi tener conto che l’indice di povertà relativa tende ad evidenziare una mancanza di equità nella distribuzione della spesa all’interno della popolazione. Ad esempio, se tutti spendono di più ma i ricchi lo fanno in modo maggiore rispetto agli altri, l’incidenza della povertà relativa potrebbe aumentare, anche con una diminuzione della povertà assoluta.

Vediamo quindi il grafico con l’andamento dell’incidenza dei due tipi di povertà negli ultimi anni:

Incidenza di povertà individuale assoluta e relativa in Italia (1997-2021)Come si vede entrambe le tipologie di povertà mostrano oggi un’incidenza superiore a quella di metà anni 2000.

La povertà relativa è passata da un valore di circa il 10,5% ad un picco del 15,6% nel 2017, per poi calare al 14,8% nel 2021. La povertà assoluta è passata da un valore di circa il 3% ad un massimo del 9,4% proprio nel 2021.

E` evidente come una certa ripresa del PIL, avvenuta in particolar modo dal 2015 al 2018, non abbia portato particolari effetti benefici sui due indici di povertà. Alcuni settori della società hanno continuato ad impoverirsi (incremento della povertà assoluta) mentre altri hanno effettivamente goduto della ripresa del livello dei consumi (favorendo l’incremento della povertà relativa).

Con la crisi covid del 2020 che ha fatto, almeno per un certo periodo, crollare i consumi, era inevitabile un netto peggioramento dell’indice della povertà assoluta. L’indice della povertà relativa è invece migliorato perché i livelli di spesa si sono ridotti maggiormente nella fascia alta rispetto alla fascia bassa, caratterizzata da consumi più indispensabili e quindi più difficilmente comprimibili. Nel 2021 la povertà relativa è cresciuta tornando sui livelli pre-crisi covid, ma la povertà assoluta è rimasta invariata sui livelli elevati raggiunti l’anno precedente.

Va ribadito che l’analisi della povertà con questi indici è basata sul concetto di spesa e non di reddito. Bisogna tener conto, quindi, della possibilità che la spesa venga ridotta da una maggiore propensione al risparmio e non solo da una riduzione dei redditi.

Vediamo ora due grafici con le due serie di dati di povertà relativa e assoluta ripartite per zona geografica:

Incidenza di povertà individuale relativa in Italia (1997-2021)Nel grafico della povertà relativa, essendoci un’unica soglia di spesa di riferimento per l’intero paese, vengono evidenziate le differenze nella distribuzione del reddito tra un Sud decisamente povero e un Centro e un Nord più ricchi.

Si può notare come tale disparità sia andata incrementandosi per il Sud Italia a partire dalla crisi del 2009 fino al 2017, dopo il quale c’è stato un certo miglioramento. Il Centro ha in media leggermente ridotto le distanze dal Nord.

Incidenza di povertà individuale assoluta in Italia (2005-2021)Nel grafico della povertà assoluta, essendo calcolate soglie di povertà diverse per ogni zona geografica, il Sud risulta meno staccato rispetto al caso precedente, mentre Centro e Nord sono in media rimaste sullo stesso livello, anche se nel 2020 si nota un incremento particolarmente marcato al Nord.

Pure qui si nota come negli ultimi anni il Sud abbia mediamente mostrato incrementi maggiori rispetto alle altre due zone geografiche.

 


Fonti

I dati dei grafici sono tratti dal sito web Dati ISTAT sezione Condizioni economiche delle famiglie e disuguaglianze; Povertà; Povertà nuove serie; Principali dati.

Altri dati utili sulla metodologia utilizzata si possono trovare negli allegati a questo rapporto ISTAT.

 

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