Popolazione straniera comunitaria, extracomunitaria e naturalizzata in Italia e altri paesi nel 2019

Quello della presenza degli stranieri in Italia è sempre un argomento delicato e dibattuto, tra chi sostiene che c’è un’invasione e chi dice che la situazione italiana è meno rilevante rispetto a molti altri paesi. Vediamo di portare qualche dato per chiarire la questione.


(aggiornato con i dati 2019)
Popolazione straniera comunitaria, extracomunitaria e naturalizzata in Italia e altri paesi nel 2019Come si può vedere, il grafico riporta il peso percentuale della presenza di stranieri regolari rispetto al totale della popolazione residente, distinguendo tra stranieri extracomunitari, comunitari e apolidi o con nazionalità sconosciuta. L’Unione Europea è ancora quella a 28 paesi (compreso il Regno Unito), visto che si tratta del 2019. Per cercare di rendere il dato più completo e significativo ho deciso di aggiungere anche il peso relativo ai naturalizzati negli ultimi 10 anni (ovvero coloro che da stranieri hanno acquisito la cittadinanza del paese nel quale risiedevano).

L’Italia in base a queste premesse nel 2019 ha una percentuale di residenti stranieri pari al 10,4%, suddivisa tra il 5,9% di extracomunitari, il 2,5% di comunitari e il 2% di naturalizzati, con una presenza di apolidi insignificante.

Rispetto alla media dell’Unione Europea (in diciottesima posizione nel grafico), il peso totale degli stranieri in Italia è superiore di 0,6 punti percentuali, mentre quello specifico degli extracomunitari è superiore di 1. Quindi un primo fatto che possiamo accertare è che l’Italia è sopra la media europea.

Tra i paesi con un totale di stranieri superiore all’Italia spicca la Svizzera, con una percentuale del 29,8%, costituita in gran parte da cittadini dell’Unione ma comunque con una presenza notevole sia di extracomunitari che di naturalizzati. Le ragioni di questi numeri elevati, oltre all’esistenza di una cultura dell’accoglienza, risiedono nella ricchezza del paese e nel fatto di utilizzare più lingue ufficiali.

Da notare che il Lussemburgo e il Liechtenstein sono stati esclusi dal grafico a causa di un valore troppo elevato (rispettivamente il 54,1% e il 37,4%) e della scarsa rilevanza della popolazione.

Notevole è anche il dato di Cipro del 20,7%, probabilmente per l’elevata presenza greca, come si può notare dall’alta presenza di comunitari.

Tra i paesi centro-occidentali spicca il valore dell’Austria, che mostra una percentuale di stranieri del 17,6% con un peso degli extracomunitari notevole e non molto lontano da quello della Svizzera.

Tra i paesi con popolazione ed economia rilevanti, sia Germania, Spagna che Regno Unito hanno percentuali superiori all’Italia (13,9%, 13,8%, 11,7%), mentre la Francia è inferiore (9,3%).

Da notare la particolare situazione dei paesi baltici, con Estonia e Lettonia che hanno percentuali di stranieri elevate e quasi completamente composte da non comunitari (essenzialmente russi), mentre la Lituania, il paese più ricco dei tre, tiene le frontiere decisamente chiuse, con una percentuale di solo il 2,4%.

Tra i paesi con percentuale di stranieri inferiore all’Italia risulta abbastanza insolito il dato basso dei Paesi Bassi (8,5%), comunemente considerato un paese ad alta immigrazione.

I paesi con percentuali di stranieri molto basse sono tutti appartenenti all’area geografica dell’Est Europa. Sicuramente influisce su tale situazione il fatto di essere paesi meno ricchi rispetto agli altri, ma c’è anche una componente culturale derivante dal passato periodo della “cortina di ferro” del blocco comunista, che ha abituato la popolazione all’isolamento e allo stesso tempo, per reazione, ha fatto sviluppare forti nazionalismi dopo la fine del regime.

Volendo dare un giudizio complessivo, possiamo dire che da una parte l’Italia è ormai a pieno titolo un paese multietnico, soprattutto se si considera la presenza di stranieri non comunitari. Dall’altra, con quel 10,4% complessivo generosamente ottenuto sommando anche i naturalizzati degli ultimi 10 anni, non si può certo dire di essere “invasi” dagli stranieri. Come si vede, inoltre, esistono diversi paesi con percentuali di stranieri più elevate dell’Italia.

Certo è che, stando le attuali tendenze demografiche in Italia, non c’è dubbio che la percentuale di stranieri, così come è stata calcolata, tenderà ad aumentare ancora per diversi anni. Una volta che saranno usciti dai calcoli (perché naturalizzati da più di dieci anni) una parte dei molti stranieri arrivati durante il picco registrato nel primo decennio degli anni 2000, allora è probabile che la percentuale subirà una certa flessione.

Per completezza di informazione aggiungo anche il grafico con i valori assoluti:

Popolazione straniera comunitaria, extracomunitaria e naturalizzata in Italia e altri paesi nel 2019* * * * *

Chi vuole vedere i grafici passati:

Da notare che i dati demografici sono sottoposti spesso a rettifiche successive, quindi i dati dei vecchi grafici potrebbero essere diversi e meno attendibili rispetto a quelli recuperabili nelle fonti attualmente.


Fonti

I dati sui residenti stranieri sono tratti dal sito Eurostat sezione “Population and social conditions; Population; Demography and Migration; Database; Population on 1 January by age group, sex and citizenship [migr_pop1ctz]”. Da notare che sebbene come anno sia indicato il 2020, essendo riferito al primo gennaio, di fatto si tratta del dato 2019.

I dati sui naturalizzati sono tratti sempre dal sito Eurostat nella stessa posizione precedente ma selezionando nel database “Acquisition and loss of citizenship; Acquisition of citizenship by age group, sex and former citizenship [migr_acq]”. Per il calcolo è stato considerato il decennio 2010-2019.

 

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