Produzione elettrica netta mensile da fonti rinnovabili nell’Unione Europea nel 2021

Negli ultimi tempi circola molto la notizia che un notevole calo della produzione elettrica rinnovabile in Europa, in particolare eolica, avrebbe causato o comunque influenzato l’incremento dei prezzi dell’energia elettrica e del gas naturale degli ultimi mesi. Vediamo cosa c’è di vero.


Cerchiamo subito di chiarire una cosa: per chiunque sia un minimo informato sulle dinamiche del settore energia e abbia un minimo di sale in zucca, pensare che una semplice variazione della produzione eolica possa portare ad un incremento dei prezzi di elettricità e gas in tutta Europa così consistente e così persistente come lo stiamo vedendo da mesi, è semplicemente impossibile.

La fonte eolica è sempre stata caratterizzata da una certa variabilità della distribuzione mensile della produzione da anno ad anno, e questo non ha mai causato particolari problemi perché l’entità e la durata delle variazioni non sono così significative da poter incidere molto sul mercato energetico. D’altra parte anche la produzione idroelettrica è caratterizzata da una discreta variabilità (vedi ad esempio la produzione italiana) eppure viene usata da molti decenni. Solo la produzione solare fotovoltaica tende ad essere un po’ più prevedibile e costante sui dati di medio e lungo periodo.

Per verificare in modo concreto la situazione è possibile far riferimento ai dati Eurostat sulle produzioni nette mensili delle varie fonti nell’Unione Europea, che sono attualmente aggiornati fino a luglio 2021 (vedi fonti a piè di pagina). Vediamo quindi la situazione della produzione eolica attuale confrontandola con quella dei quattro anni precedenti:

Produzione elettrica netta mensile da fonte eolica nell'Unione Europea (2017-2021)Come si vede l’andamento mensile della produzione eolica 2021 nell’UE non mostra scostamenti particolari rispetto al solito. Vero che rispetto ai primi mesi del 2020 c’è stata una certa riduzione, ma questo dipende più che altro dalla produzione particolarmente sopra la media di quell’anno piuttosto che da un calo del 2021. Peraltro, se si volessero valutare gli effetti di un calo della produzione, bisognerebbe fare un confronto con il 2019, visto che nel 2020, a causa della crisi covid, i consumi sono stati bassi e quindi non ci sono stati certo problemi di approvvigionamento di energia.

Nel grafico è stata indicata la produzione complessiva dei primi 7 mesi dell’anno (gennaio-luglio) e come si può notare la differenza del 2021 sul 2020 è di 16,7 TWh in meno. Si tratta di una variazione insignificante se si pensa che il totale della produzione elettrica in UE nello stesso periodo è stata di 1.580,8 TWh. Niente che possa minimamente alterare gli equilibri dei mercati energetici. Se poi si dovesse considerare non solo il consumo elettrico ma tutto il consumo di energia primaria, non ne parliamo.

Come detto, poi, un confronto più significativo andrebbe fatto sul 2019, quando i consumi di energia erano più elevati e simili agli attuali, e come si può vedere in questo caso la produzione eolica complessiva del 2021 risulta addirittura più elevata.

Peraltro, se si volessero valutare concretamente gli effetti di un ipotetico deficit di produzione di energia che influenza il mercato richiedendo un maggior consumo di combustibili fossili, bisognerebbe considerare l’andamento di tutta la produzione rinnovabile, non solo l’eolica. In questo caso i risultati sono quelli riportati nel seguente grafico:

Produzione elettrica netta mensile da fonti rinnovabili nell'Unione Europea (2017-2021)Come si vede i dati dimostrano ancora più chiaramente che non c’è stato nessun notevole calo della produzione rinnovabile nel 2021. Anche lo scostamento sul 2020 durante i primi mesi, dovuto alla produzione eolica particolarmente sopra la media di quell’anno, è ridotto. Inoltre, sui primi 7 mesi la produzione rinnovabile sta addirittura crescendo, sia sul 2020 e, in modo particolarmente accentuato, sul 2019.

In conclusione, la notizia secondo cui un significativo calo della produzione eolica e rinnovabile nel 2021 avrebbe contribuito se non addirittura causato l’attuale crisi energetica in Europa è totalmente priva di fondamento.

Da aggiungere che gli alti prezzi raggiunti in particolar modo dal gas naturale non dipendono neanche da un particolare incremento del consumo di questo combustibile nell’Unione Europea. Rispetto al 2020, anno della crisi covid, ci sarà ovviamente un recupero, ma i consumi è previsto che ritornino più o meno allo stesso livello del 2019, che non è un livello particolarmente elevato se si pensa che è più basso del valore del 2010 e simile a quello di quasi 20 anni fa (vedere questi dati Eurostat sui consumi primari di gas):

Consumo gas UE Eurostat 2019In sostanza nell’Unione Europea, nonostante il gas naturale venga usato per sostituire progressivamente l’uso di altri combustibili fossili, la tendenza del consumo da molti anni risulta quasi piatta, sia perché i consumi complessivi di energia primaria sono in calo, sia perché la crescita delle fonti rinnovabili degli ultimi anni ha sostituito le fonti fossili.

L’attuale particolare crescita del prezzo del gas naturale, quindi, non sembra giustificata da questioni fondamentali legate alla domanda e offerta. Sembra piuttosto il risultato o di una speculazione commerciale attuata dai produttori-distributori, o di precise scelte politiche tendenti a destabilizzare il settore dell’energia.

 


Fonti

I dati dei grafici sono tratti dal sito Eurostat sezione “Environment and energy; Energy; Complete Database; Energy statistics – quantities; Monthly data; Supply, transformation and consumption; Net electricity generation by type of fuel – monthly data [nrg_cb_pem]”.

La produzione rinnovabile è stata ottenuta come somma delle voci “Combustible fuels – renewable; Pure hydro power; Geothermal; Wind; Solar; Other renewable energies”.

 

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