Saldo migratorio stranieri extra UE e richieste di asilo in Europa dal 2013 al 2016

E` vero che l’Italia è stata lasciata sola a gestire l’emergenza migranti degli ultimi anni? Vediamo qualche dato.


 

Come sappiamo in Italia a partire dal 2014 fino a metà del 2017 si è verificata una crisi migratoria che ha visto arrivare via mare alcune centinaia di migliaia di persone partite prevalentemente dalla Libia. Si è trattato di una conseguenza delle cosiddette “primavere arabe”, ovvero di una serie di proteste e guerre civili che hanno coinvolto i paesi del Nord Africa e del Medio Oriente a partire dalla fine del 2010.

La destabilizzazione di queste aree ha provocato un flusso di profughi in fuga dalle guerre e consentito anche il passaggio di migranti provenienti da paesi più lontani.

In Italia è molto diffusa l’idea, ben foraggiata da partiti xenofobi e populisti, che il fenomeno migratorio abbia interessato quasi esclusivamente il nostro paese, con un pressoché totale disinteressamento degli altri stati europei.

La maggioranza degli stranieri che si presenta alle frontiere fa richiesta di asilo anche se magari non ne ha i requisiti, perché questo consente comunque di ottenere un visto provvisorio e rimanere nel paese.

Per poter verificare il reale coinvolgimento degli stati europei nella gestione dei migranti, è possibile quindi far riferimento ai dati statistici disponibili sulle richieste di asilo.

Tale dato però non è sufficiente da solo a descrivere il fenomeno per vari motivi.

Innanzi tutto una parte minoritaria ma consistente degli stranieri non fa richiesta di asilo, perché convinta di non averne i requisiti o perché vuole fare richiesta direttamente in un altro paese.

In secondo luogo, anche tra coloro che fanno richiesta e ricevono il visto, una parte può decidere di spostarsi in un altro paese, magari sperando di trovare lavoro o di ottenere protezione (si tratta dei cosiddetti “secondary movements”).

Bisogna considerare infine che una buona parte delle richieste di asilo, dopo una procedura che può durare più di un anno, viene rifiutata (ad esempio circa il 60% in Italia negli ultimi anni).

I dati sui richiedenti asilo, quindi, possono essere utili per certificare l’ingresso di migranti in un certo paese e in un certo momento ma non danno la certezza che siano ancora in quel luogo.

In questo caso si è deciso di affiancare ai dati sulle richieste di asilo quelli sul saldo migratorio degli stranieri non appartenenti all’Unione europea (extracomunitari). Si tratta quindi della differenza tra gli stranieri che entrano ed escono dal paese nel corso di un anno. Ovviamente tali dati considerano come ingressi coloro che hanno ottenuto un qualsiasi tipo di visto e come uscite coloro che, avendo un visto, trasferiscono la residenza in un altro paese o perdono l’uso del visto (venendo rimpatriati o diventando clandestini).

Nel saldo migratorio è compresa tutta l’immigrazione, sia quella dei rifugiati, sia quella normale basata su visti di lavoro, studio e simili.

Come si può ben capire, entrambi i dati considerati, le richieste di asilo e il saldo migratorio, non sono in grado di descrivere nel dettaglio la situazione dei flussi migratori che ci interessano, ma insieme possono comunque dare un quadro generale della situazione e chiarire qualche equivoco.

Passiamo quindi a vedere i grafici. Ne sono stati fatti due: uno con i dati relativi, ovvero espressi in percentuale sulla popolazione, in modo da renderli confrontabili tra i vari paesi; l’altro con i dati assoluti. E` stato considerato un periodo di quattro anni, dal 2013 al 2016 (i dati 2017 non sono ancora disponibili).

Saldo migratorio stranieri extra UE e richieste di asilo in Europa dal 2013 al 2016 (percentuali)Saldo migratorio stranieri extra UE e richieste di asilo in Europa dal 2013 al 2016Le serie di dati sono ordinate per saldo migratorio decrescente percentuale (primo grafico). Per molti sarà una sorpresa notare come, nonostante tutta la retorica sul paese lasciato solo a gestire l’invasione dei migranti, l’Italia sia solo in settima posizione (con l’1,11%). Se si considerassero le richieste di asilo la posizione sarebbe addirittura ben peggiore.

Come mai questo scostamento così ampio tra i due valori?
Verosimilmente dipende solo dal fatto che l’Italia ha mantenuto il flusso migratorio a cui era normalmente abituata, che è andato a sovrapporsi a quello delle richieste di asilo.

Se si considerano i dati assoluti le richieste di asilo sono state 297.745. Dai dati del Ministero dell’Interno sappiamo però che gli sbarchi nel medesimo periodo sono stati 548.303. Significa che 250.588 migranti non hanno fatto richiesta di protezione.

Questo da una parte può sembrare negativo, perché significa avere dei clandestini (anche se probabilmente la loro intenzione è quella di andare in altri paesi); dall’altra è positivo perché alleggerisce l’Italia dal dover avviare tutte le procedure per la protezione internazionale.

Ad ogni modo, se anche tutti gli sbarcati fossero rimasti in Italia (improbabile) e avessero fatto richiesta di asilo, ottenendo un visto, si otterrebbe un saldo migratorio di 922.857 pari all’1,52% della popolazione. Con questo valore relativo l’Italia rimarrebbe comunque in settima posizione ma molto vicina alla Norvegia (1,53%).

Dal primo grafico si può notare come abbiano in proporzione accolto più immigrati extracomunitari dell’Italia paesi verso i quali molti italiani muovono critiche. La piccola Malta (3,32%) prima di tutto, ma anche la ben più grande Germania (2,07%) e l’Austria (1,75%).

Tra i paesi di un certo peso che invece hanno fatto meno dell’Italia si nota la Francia (0,69%) e soprattutto la Spagna (solo lo 0,07%).

Da notare la particolare situazione di paesi come Ungheria, Grecia e Cipro, che hanno ricevuto un discreto numero di richieste di asilo (soprattutto la prima), a cui però è seguito un saldo migratorio modesto se non addirittura negativo. Questi in pratica sono stati solo paesi di transito verso altre mete.

Per finire vale la pena tornare sul grafico con i valori assoluti per evidenziare l’enorme ruolo giocato dalla Germania. Da sola ha accolto 1.699.851 immigrati extracomunitari, il 35,8% di tutti quelli arrivati in Europa. Non c’è da sorprendersi che di fronte alle critiche avanzate dai populisti italiani, un ministro tedesco si sia alterato e abbia minacciato di mandare indietro qualche migliaio di profughi che dall’Italia si era spostato in Germania.

Oltre a questo spaccato su quanto successo nel periodo 2013-2016, chi è interessato a dati demografici completi può vedere il grafico sulla popolazione straniera in Italia e paesi europei.

 


Fonti

I dati sul saldo migratorio sono tratti dal sito Eurostat sezione “Population and social conditions; Population (Demography, Migration and Projections); Migration and citizenship; Database; Immigration by age group, sex and citizenship (migr_imm1ctz)” e, nella stessa posizione, “Emigration by age group, sex and citizenship (migr_emi1ctz)”.

I dati sulle richieste di asilo sono tratti dal sito Eurostat sezione “Population and social conditions; Asylum and Managed Migration; Database; Asylum and Dublin statistic; Asylum and first time asylum applicants by citizenship, age and sex Annual aggregated data (rounded) (migr_asyappctza)”.

I dati sulla popolazione utilizzati per calcolare le percentuali sono tratti sempre dal sito Eurostat sezione “Population and social conditions; Population (Demography, Migration and Projections); Population data; Database; Population on 1 January by age and sex (demo_pjan)”. Essendo i dati riferiti al primo gennaio, per i calcoli è stata presa in considerazione la popolazione 2017 (ovvero quella a fine 2016).

 

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