Ovvero: come varia la popolazione senza l’apporto di nuovi immigrati?
(aggiornato con i dati del 2023)
Si era già visto nel grafico dedicato alla popolazione che in Italia il saldo naturale, ovvero la differenza tra nuovi nati e morti, è decisamente negativo già da qualche anno.
Per confrontare più facilmente valori tra stati con popolazioni diverse possiamo calcolare il tasso di crescita naturale, ovvero il rapporto tra il saldo naturale e il totale della popolazione residente.
Il saldo naturale, e il relativo tasso, indicano quindi di quanto varia la popolazione considerando solo i residenti fino a quel momento, senza considerare il saldo migratorio, ovvero le persone immigrate ed emigrate quell’anno. Va detto però che i nuovi nati e i morti fanno riferimento a tutti i residenti del paese, quindi anche agli immigrati arrivati negli anni precedenti. Nel contesto europeo, essendo la natalità tra gli immigrati in genere più elevata e la mortalità minore (sono più giovani) rispetto agli autoctoni, questo aspetto finisce per influenzare leggermente il dato finale, incrementando il valore del tasso di crescita.
Vediamo quindi il primo grafico (i vari paesi sono stati suddivisi per evitare troppa confusione nella rappresentazione):
L’andamento dei valori segue per l’Italia quello già visto per le nascite nel grafico citato in precedenza (al quale si rimanda per il commento). Infatti l’andamento delle morti è abbastanza regolare nel tempo, a parte la recente epidemia covid, quindi il tasso naturale non ne risulta eccessivamente influenzato. Stessa cosa probabilmente vale per le serie degli altri paesi.
Ad ogni modo si può notare come il tasso di crescita in Italia sia diventato negativo già nel 1994, senza però allontanarsi troppo dallo zero (tanto che nel 2004 è tornato temporaneamente positivo).
Dopo la crisi economica del 2009 è iniziata una nuova fase discendente che ha portato il tasso su valori negativi che non si erano mai visti prima.
Nel 2020, con il notevole incremento del numero dei morti causati dalla pandemia covid-19, il tasso di crescita ha subito un notevole peggioramento raggiungendo il nuovo minimo storico di -5,6 persone ogni mille residenti. In termini assoluti si tratta di un calo di circa 335.000 persone.
Come si vede il tasso di variazione naturale nei due anni successivi è riuscito a recuperare ben poco dal crollo del 2020 perché il dato sulle morti è rimasto comunque elevato a causa degli strascichi del covid. Solo nel 2023 il numero dei morti è tornato quasi normale e questo ha consentito un miglioramento del tasso naturale, che però rimane ben sotto i livelli pre-covid del 2019 in quanto nel frattempo il numero dei nuovi nati ha continuato a calare.
Nel 2023 il tasso naturale è andato al -4,8 per mille residenti, che in termini assoluti corrisponde ad un calo di circa 281.000 persone.
Come si può osservare, la pandemia covid-19 ha avuto un effetto negativo sui tassi di tutti i paesi considerati nel grafico (che sono i più popolosi dell’UE), anche se con un’incidenza diversa. Nessun paese, come si vede, è riuscito a recuperare il tasso naturale del periodo pre-covid, proseguendo con la tendenza al calo già evidente negli anni precedenti. L’Italia rimane comunque da diversi anni il paese con il tasso naturale peggiore e nettamente negativo.
La Germania è stata tra le prime nazioni a sperimentare un calo demografico dei residenti. Non a caso è anche una delle nazioni che ha più massicciamente utilizzato l’immigrazione. Come si vede il tasso è rimasto costantemente negativo dal 1972 ad oggi.
Nel 2020 la Germania è stata uno dei paesi che ha avuto gli effetti negativi minori dalla pandemia di coronavirus, che sono arrivati con un certo ritardo. In questo modo il dato ha mantenuto una tendenza a calare anche negli anni successivi arrivando nel 2023 al -4,0 per mille, il minimo storico per questo paese.
La Spagna, al contrario, è una delle nazioni che ha avuto la fase di decrescita più tardi rispetto ad altri. Ad ogni modo sono riusciti a recuperare e negli ultimi anni sono entrati anche loro in zona nettamente negativa facendo segnare i valori più bassi del periodo considerato. Gli effetti della pandemia covid nel 2020 e anni successivi sono molto simili a quelli italiani. Nel 2023 il tasso naturale è andato al -2,4 per mille.
La Francia è l’unica in questo grafico che mantiene un tasso di crescita costantemente positivo e senza eccessive variazioni. Negli ultimi anni si nota comunque l’inizio di una fase discendente e, come visto spesso per gli altri paesi considerati, si registrano sempre nuovi minimi storici.
Nel 2020 l’incidenza del covid non è stata particolarmente forte ma il dato ha recuperato assai poco nel 2021 e successivamente ha continuato a calare. Nel 2023 il tasso è sceso al +0,7 per mille residenti.
Vediamo velocemente i grafici relativi ad altri paesi:
Da notare come il covid abbia colpito duramente i paesi dell’Europa dell’est, in questo caso Polonia e Repubblica Ceca.
Da notare anche come la Grecia abbia un andamento della crescita naturale simile a quello dell’Italia.
Notevole la crisi demografica della Russia a partire dai primi anni ‘90. I dati più recenti sono migliorati ma rimangono mediamente ben negativi. Come già detto, l’epidemia covid ha colpito pesantemente i paesi dell’Est Europa e, come si vede, anche in Russia c’è stato un vero e proprio crollo demografico. Nel 2022 si registra un buon recupero ma il dato rimane ben sotto il livello pre-covid.
Italia e Giappone già da diversi anni sembrano seguire un tracciato comune verso valori sempre più negativi, ma il Giappone aveva mantenuto in passato una natalità ben superiore e questo significa oggi e nel prossimo futuro ritrovarsi con una maggiore incidenza di persone anziane.
Vediamo un confronto tra l’Italia e l’Unione Europea (UE27):
Il tasso di crescita naturale dell’Unione Europea negli ultimi anni mostra una tendenza al calo, così come visto per molti singoli paesi europei, finendo per andare in zona negativa. A livello europeo si nota bene come gli effetti negativi della pandemia covid mostrino un picco nel 2020 ma siano poi proseguiti nei due anni successivi. Solo nel 2023 gli effetti del covid sono andati concretamente a ridursi ma il dato del tasso naturale rimane comunque ben più basso del 2019 a causa della prosecuzione della tendenza al calo della natalità già vista negli anni precedenti.
Nel 2023 il tasso di variazione naturale della popolazione nell’UE è del -2,6 per mille, pari a circa 1.174.000 persone in meno.
L’Italia è sotto la media dell’Unione Europea dal 1976.
Infine vediamo un grafico con il tasso di variazione naturale di tutti gli stati europei nel 2023 ordinati in modo decrescente:
Come si vede l’Italia è decisamente nella zona negativa, ma è in buona compagnia.
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Di quest’ultimo grafico sono disponibili anche le versioni degli anni scorsi:
Va considerato che i dati sono spesso sottoposti a rettifiche successive, quindi i vecchi grafici potrebbero riportare valori non aggiornati.
Fonti
I dati di Stati Uniti, Russia, Giappone e Regno Unito sono stati tratti dal sito World Bank Open Data sezione “Indicators; Health; Birth rate, crude – Death rate, crude”. Il tasso di crescita naturale è stato ottenuto per differenza.
I dati di tutti gli altri paesi sono tratti dal sito Eurostat sezione “Population and demography; Demography, population stock & balance; Database; Population change – Demographic balance and crude rates at national level (demo_gind)” selezionando l’indicatore “Crude rate of natural change of population”.