Si parla sempre più spesso di riscaldamento globale. Vediamo quali sono i dati dei principali istituti che si occupano di rilevare le temperature.
(aggiornato con i dati 2020, aggiunti i dati del JMA e ampliato a 10 anni il periodo di riferimento)
Per dimostrare l’esistenza di un riscaldamento globale in genere vengono pubblicati dati sulla variazione della temperatura rispetto alla media di un periodo di riferimento su tempi molto lunghi.
In questo caso ho deciso di considerare un periodo più breve, mostrando le variazioni solo a partire dal 1980 rispetto ad un valore medio calcolato su dieci anni (1980-89). Ciò consente da una parte di evitare valori poco attendibili per la loro lontananza nel tempo, dall’altra di concentrarsi sul periodo nel quale sono avvenuti i cambiamenti più importanti.
Nel primo grafico vengono rappresentati i dati di quattro istituti tra i più noti per la misurazione delle temperature globali (vedi fonti a piè pagina). Il secondo riporta una media delle quattro serie di dati precedenti. Per ogni serie è stata calcolata la regressione polinomiale (grado 7). Ecco i due grafici:
Da Questi dati risulta sicuramente evidente la tendenza ad avere temperature globali più elevate rispetto agli anni ‘80. In particolare si notano due fasi di crescita: una iniziata durante la seconda metà degli anni ‘80 fino alla prima metà degli anni 2000; l’altra, più marcata, durante il secondo decennio degli anni 2000.
Come si vede, la variazione della temperatura ha toccato un picco di +0,695°C nel 2016 (grafico con dati medi). Dopo una discesa di due anni il valore è tornato a salire facendo segnare nel 2020 la seconda temperatura più alta del periodo considerato (+0,687°C). Nel complesso si può notare come gli ultimi sette anni siano stati i più caldi registrati.
E’ noto che il riscaldamento globale viene addebitato all’incremento delle emissioni antropiche di CO2 (e altri gas serra minori). Confrontando il grafico con le emissioni globali con quello della temperatura non è comunque possibile individuare una correlazione perfetta. D’altra parte il clima della terra è un sistema molto complesso ed è normale che non risponda in maniera immediata e proporzionale alla modifica di alcune variabili.
Chi obietta che una variazione massima di 0,695°C è molto poca o che magari per la propria esperienza personale in inverno fa ancora molto freddo, bisogna sempre ricordare che questi dati fanno riferimento alla temperatura media di tutto il pianeta e di un intero anno. Significa che prendendo in considerazione singole aree geografiche e singole stagioni, si possono avere valori di anomalie abbastanza diversi tra loro. Se nel complesso la temperatura globale è comunque cresciuta e da qualche parte in certe stagioni ha fatto più freddo del normale, significa che altrove e in certi periodi deve aver fatto molto più caldo, con tutto ciò che ne consegue.
La variazione della temperatura globale è quindi un indice molto importante e in grado, nella sua generalità, di riassumere adeguatamente eventuali squilibri nel sistema climatico.
Fonti
I dati sono tratti da quattro istituti diversi:
- dal sito NASA – GISS sezione “Datasets; Temperature; GISS Surface Temperature Analysis; Combined Land-Surface Air and Sea-Surface Water Temperature Anomalies” scaricando il file relativo alle temperature globali.
- dal sito University of East Anglia – Climatic Research Unit (UEA/CRU), selezionando “Explore temperature and other datasets; Main webpage for the temperature datasets; HadCRUT4; Hadley Centre; Download Data; Global (NH+SH)/2”.
- dal sito del National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) – National Centers for Environmental Information (NCEI).
- dal sito del Japan Meteorological Agency selezionando il link in fondo alla pagina “Annual Anomalies of Global Average Surface Temperature”.