Variazione percentuale del PIL reale in Italia e altri paesi dell’area euro (1996-2019)

In termini relativi l’Italia sta guadagnando o perdendo terreno rispetto agli altri paesi dell’area euro?


(i grafici aggiornati sono ora pubblicati su questa pagina)

(aggiornato con i dati 2019)

A volte si sente dire da qualche politico o giornalista che gli scarsi risultati economici dell’Italia dipendono dal ciclo economico negativo internazionale. Si dice insomma che le cause sarebbero esterne, non interne, al punto tale che in realtà la condizione dell’Italia rispetto agli altri paesi europei non sarebbe variata o sarebbe addirittura migliore rispetto al passato.

Verificare queste affermazioni è abbastanza semplice, perché è sufficiente far riferimento ad un parametro che viene citato spesso: la variazione percentuale del prodotto interno lordo. Si tratta di un valore utilizzato proprio per confrontare l’andamento dell’economia tra paesi diversi.

Se due paesi hanno la stessa crescita percentuale del PIL, significa che il rapporto tra i valori assoluti delle due economie (PIL monetario) rimane invariato. Ad esempio, se il paese A ha un PIL che in termini assoluti è il doppio del paese B ed entrambi crescono del 3%, allora tale rapporto tra le due economie rimarrà invariato. Ovviamente, se un paese cresce più dell’altro in termini percentuali, allora il rapporto si modificherà a proprio favore.

Quindi per valutare se l’Italia in termini relativi sta perdendo terreno rispetto agli altri paesi, basta confrontare le variazioni percentuali annuali del PIL. In questo caso si fa riferimento al mercato dell’Unione Europea, il più influente sull’economia italiana. Inoltre, per evitare distorsioni causate dal mercato dei cambi valutari, si è deciso di limitare l’analisi ai soli paesi dell’area euro (19 paesi su 28). Questo peraltro permette di fare valutazioni sull’effetto della moneta unica sull’economia, argomento molto dibattuto.

Vediamo quindi un primo grafico che mette a confronto le variazioni percentuali del PIL dell’Italia con le altre principali economie dell’area euro (Germania, Francia, Spagna) e con il totale dei paesi:

Variazione percentuale del PIL reale in Italia e altri paesi dell'area euro (1996-2018)Questo grafico è sicuramente interessante per le informazioni che riporta ma per evidenziare i dati che ci interessano è possibile prendere come riferimento l’Italia e mostrare le differenze con le variazioni percentuali degli altri paesi:

Differenza tra la variazione percentuale del PIL italiano e di altri paesi dell'area euro (1996-2018)Già dal grafico precedente risultava evidente come nel periodo considerato il PIL italiano crescesse meno del PIL del totale della zona euro (esclusa l’Italia, ovviamente), ma qui risulta più chiaro il variare della distanza tra le due serie di valori.

L’Italia quindi in generale perde terreno rispetto all’insieme degli altri paesi dell’area euro ma non sempre alla stessa velocità. Ad esempio si può notare come dopo il picco negativo del 2012, causato in larga parte dai migliori risultati di Germania e Francia, la differenza abbia assunto una tendenza a ridursi. In particolare nel 2016 c’è stato un sensibile riavvicinamento, con la Francia che ha fatto addirittura un risultato leggermente peggiore del nostro.

Altro aspetto interessante da notare è il comportamento della Germania nei primi anni 2000. Come si vede con l’introduzione dell’euro l’economia tedesca ha avuto risultati peggiori rispetto all’Italia per diversi anni, e la situazione è ancora peggiore se confrontata con gli altri paesi. Tali dati contrastano con la propaganda portata avanti in particolare dai populisti che fa coincidere l’introduzione dell’euro con uno strapotere economico della Germania. D’altra parte non è l’unico argomento dei populisti che fa acqua.

Solo a partire dal 2006 la Germania ha mostrato un cambio di passo che l’ha portata a diventare un traino dell’economia europea. Peraltro tale situazione mostra chiari segni di cedimento in questi ultimi anni.

I due grafici possono essere utili proprio per capire nel complesso “chi traina chi” nell’economia dell’area euro. Durante un ciclo positivo i paesi che mostrano valori di crescita ben superiori alla media sono verosimilmente quelli che trascinano anche gli altri. Stesso discorso, ma con segno invertito, durante i cicli negativi.

Così risulta molto evidente il ruolo di traino in positivo della Germania nei due anni successivi alla crisi del 2009, così come risulta il ruolo negativo di Italia e Spagna durante la crisi dei debiti sovrani del 2012-13.

 


Fonti

I dati sono tratti dal sito web Eurostat sezione “Economy and finance; National accounts (including GDP); Complete database; Main GDP aggregates; GDP and main components (output, expenditure and income) (nama_10_gdp)” selezionando i valori reali con base 2010 (chain linked volumes).
In questo caso l’anno di riferimento non è stato spostato in quanto non avrebbe nessun effetto sulle variazioni percentuali.

 

Precedente Consumo interno lordo di energia primaria per fonte in Italia (1990-2017) Successivo Deficit, fabbisogno e incremento del debito