#10# Il disagio mentale dei negazionisti del covid e dei novax è sempre più evidente
22/08/2024
(28/08/2024 – Inserito il riferimento al rapporto dell’ISS “Impatto della vaccinazione”)
A distanza di anni dalla prima diffusione del contagio covid nel 2020 continua ad essere molto presente in giro la propaganda di coloro che negano l’esistenza o la pericolosità di questo virus e al contrario considerano i vaccini contro il covid come mortali e dannosi, inventandosi le storie più assurde.
All’inizio questo delirio poteva in qualche modo essere giustificato dalla diffidenza e dalla paura nei confronti di una malattia nuova e sconosciuta, ma con il passare del tempo e il consolidarsi di informazioni e dati statistici sempre più rilevanti, la posizione di negazionisti e novax è diventata davvero una forma di grave paranoia e disagio mentale. Situazione che peraltro è stata sfruttata e alimentata politicamente in particolare dai partiti della destra balorda, per creare e raccogliere il consenso di questa gente.
Che il contagio covid sia stato qualcosa di grave e reale lo ha dimostrato l’elevato numero di morti attribuiti al virus fin dal 2020, con una significativa prosecuzione nel 2021 e 2022:
E va considerato che queste statistiche sono una rappresentazione per difetto della realtà perché non per tutti i decessi registrati nel periodo è stato sempre possibile fare il test covid.
Il grafico è tratto dalla seguente pagina della Protezione Civile nella sezione “Deceduti” selezionando la voce “Andamento” (ogni singolo riquadro può essere ingrandito cliccando nell’angolo in alto a destra):
https://mappe.protezionecivile.gov.it/it/mappe-e-dashboards-emergenze/dashboards-coronavirus/situazione-desktop/
Ma i disagiati negazionisti e novax sicuramente non sono convinti da questi dati. Da una parte li considerano inattendibili o falsi, dicendo che in realtà quei morti ci sarebbero stati comunque per altre cause. Dall’altra tirano in ballo i vaccini anti-covid, dicendo che sarebbero proprio questi a causare più morti del normale, ovviamente non morti immediate per qualche complicazione (che sono rilevate statisticamente e sono irrilevanti) ma morti in periodi successivi non ben precisati.
In realtà smentire queste idiozie è abbastanza facile. Per capire che il covid è stata una cosa seria ed ha portato effettivamente ad un incremento della mortalità basta andarsi a vedere i dati demografici ufficiali redatti dall’ISTAT, come quelli rappresentati nel grafico sulla Popolazione pubblicato su questo sito. Come si vede il numero di morti ha avuto un notevole incremento nel 2020, con la prima ondata covid, poi sono calati un po’ con le successive ondate ma rimanendo comunque ben sopra la media. Solo nel 2023 in Italia il numero di morti ha iniziato a calare in modo significativo, tornando sulla traiettoria che aveva prima del contagio covid, con una leggera tendenza alla crescita nel tempo a causa dell’invecchiamento della popolazione dopo il boom demografico di metà anni ’60.
Anche per smentire il delirio di chi vuole far credere che i vaccini anti-covid stanno causando un numero incredibile di morti anomale, è semplice. Come visto dai dati ISTAT, passate le ultime significative ondate covid, nel 2023 il numero di morti è tornato praticamente normale, nonostante ormai il numero di persone con più dosi di vaccini anti-covid in Italia sia dell’ordine di qualche decina di milioni. I dati parziali mensili ISTAT relativi al 2024 (scaricabili da qui) per i primi 5 mesi, quelli disponibili finora, indicano un ulteriore calo dei morti (da 286.577 a 270.696).
Se questo non bastasse è utile andarsi a vedere l’andamento dei dati sui nuovi contagi nel tempo (riquadro “nuovi positivi” nella stessa pagina della Protezione Civile precedente):
Questi dati dicono che nel periodo 2020-2022 i contagi sono andati crescendo nel tempo in funzione di una sempre maggiore diffusione del virus (come ci si aspetta nel caso di epidemie). Ma nel 2020 complessivamente il numero di morti è stato addirittura maggiore rispetto ai due anni successivi. Significa che nel 2020 il covid era più pericoloso perché era il primo contatto con un nuovo virus e non c’era ancora stata una reazione immunitaria di difesa, naturale o indotta da vaccino (in Italia le vaccinazioni sono iniziate durante il 2021). Da questi dati risulta quindi che i vaccini non solo non hanno portato a più morti anomale ma che, al contrario, molto probabilmente hanno contribuito a rendere il virus meno pericoloso, riducendo enormemente il rapporto tra morti e contagiati.
Questo è peraltro confermato da diversi rapporti redatti dall’ISS durante la pandemia denominati “Impatto della vaccinazione” che sono archiviati qui:
https://www.epicentro.iss.it/vaccini/covid-19-report-valutazione-vaccinazione-archivio
Il primo in lista di quei rapporti, relativo al periodo 27 dicembre 2020 – 31 gennaio 2022, incrociando i dati delle persone colpite dal virus (con diversi livelli di gravità) con i dati delle vaccinazioni, ha determinato l’incidenza relativa della malattia per vaccinati e non vaccinati. In questo modo è stata definita “l’efficacia vaccinale”, ovvero la riduzione del rischio di essere infetto dal covid grazie al vaccino.
Come risultato sono state compilate delle tabelle che riepilogano il tasso di incidenza dei vari esiti della malattia sia in termini di valore osservato che di valore atteso (ovvero in assenza di vaccini), riportando il dato assoluto degli esiti evitati grazie ai vaccini. Ad esempio prendendo in considerazione l’esito più grave (morte) la tabella è questa (pagina 18):
Questi dati indicano quindi nel periodo considerato circa 150 mila decessi evitati grazie ai vaccini (come dato intermedio di una forbice).
Altri rapporti più sintetici redatti durante la pandemia si trovano qui, sempre cercando il documento dal titolo “Impatto della vaccinazione”:
https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/archivio
Il rapporto più recente del 2023 (questo) a pagina 6 e 7 mostra la diversa incidenza del rischio di malattia grave (ospedalizzazione, ricovero in terapia intensiva e/o deceduti nei 28 giorni successivi alla data di diagnosi) per vaccinati e non vaccinati, confermando una notevole maggiore incidenza per i non vaccinati, soprattutto sopra i 60 anni di età.
Dai dati statistici visti e da questi rapporti risulta quindi evidente che negazionisti del covid e novax raccontano un sacco di idiozie deliranti, inventandosi fatti e notizie di sana pianta o travisando e distorcendo il contenuto di notizie reali per far credere quello che vogliono loro.
#9# Le polemiche inutili sulla cerimonia di apertura delle olimpiadi in Francia
01/08/2024
Come si sa la fascio-destra, fanatici religiosi e reazionari vari hanno criticato aspramente la cerimonia di apertura delle olimpiadi di Parigi per una singola scena di connotazione LGBT (su una manifestazione durata ore) che poteva essere confusa con la famosa scena de “L’ultima cena” dipinta da Leonardo da Vinci, e forse, in parte, l’intenzione c’era pure. Stiamo parlando di una delle icone dell’arte più conosciute e parodiate al mondo. Se ne possono trovare decine di esempi. E’ diventata una sorta di icona “pop”.
Il bello, però, è che in termini effettivi è chiaro che quella NON era una rappresentazione dell’ultima cena leonardesca ma quella di una festa pagana del periodo classico rappresentante le divinità dell’Olimpo (che ha anche più attinenza con il contesto delle olimpiadi). Una chiara spiegazione della questione viene data qui:
https://www.open.online/2024/07/29/olimpiadi-2024-parigi-ultima-cena-drag-queen-dioniso-fc/
Ovviamente alla fascio-destra, fanatici religiosi e reazionari vari ha fatto comodo la prima interpretazione della scena, in modo da poter accusare di un “sacrilegio della religione”. In realtà è evidente che, a parte i preti e qualche genuino baciapile, a gran parte di ‘sta gente non gliene frega nulla della questione “sacrilegio”; viene usata solo come pretesto. Poteva essere la rappresentazione di qualsiasi altra cosa e il risultato sarebbe stato lo stesso. Quello che dava veramente fastidio a molte di queste persone era SOLO la connotazione LGBT di quella scena.
Infatti quando gli organizzatori hanno chiarito che quella scena non era “L’ultima cena” e si sono pure scusati per la possibilità che fosse considerata tale, le critiche non si sono fermate. L’unico vero problema per chi criticava non era il tipo di scena ma il fatto che chi l’ha rappresentata facesse parte della comunità LGBT. Non sopportano gli omosessuali e compagnia bella, tutto qua.
Perfino il cardinale Gerhard Mueller, capo di quella che una volta in Vaticano veniva chiamata Santa Inquisizione, nelle sue critiche deliranti alla manifestazione ha fatto ben capire che il VERO problema è semplicemente l’esistenza stessa degli omosessuali e transessuali: “La natura ha fatto due generi, maschio e femmina, non 40”, dice. In realtà l’omosessualità e le identità di genere non chiare sono SEMPRE esistite nel genere umano, quindi possono essere considerati come “naturali”, e solo con certe culture e religioni questo è stato considerato un problema. Per riferimento vedere:
https://it.wikipedia.org/wiki/Cronologia_della_storia_LGBT
https://en.wikipedia.org/wiki/History_of_homosexuality
https://en.wikipedia.org/wiki/Transgender_history
#8# Il Governo ha modificato il PNIEC per fare propaganda pro nucleare (senza riuscirci granché bene)
03/07/2024
Il Governo ha varato una nuova versione del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), il documento programmatico che definisce gli obiettivi per energia ed efficienza energetica al 2030. In realtà rispetto alla precedente versione (se ne era parlato qui), varata sempre dallo stesso Governo, in termini di obiettivi è cambiato poco o niente.
Gli obiettivi di riduzione delle emissioni e decarbonizzazione nel settore energia rimangono tutti coperti dallo sviluppo di fonti rinnovabili. In termini di energia primaria (consumo finale lordo) è previsto che le rinnovabili raggiungano nel 2030 una quota del 39,4% rispetto all’attuale 19,2% (nel precedente PNIEC l’obiettivo era il 40,5%). Per il solo settore elettrico è prevista una quota di rinnovabili sui consumi di energia al 2030 del 63,4% rispetto all’attuale 37,1% (nel precedente PNIEC l’obiettivo era il 65%).
Questo risultato di produzione elettrica rinnovabile è previsto che venga raggiunto principalmente con una crescita della produzione solare ed eolica, con una quota al 2030 rispettivamente del 27,2% e del 18,0% sui consumi lordi di energia. Il dettaglio dell’andamento previsto della produzione assoluta in TWh è riportato nel grafico a pagina 104:
Ovviamente questi sono gli obiettivi, poi bisogna vedere se il paese è capace di raggiungerli attraverso un sistema normativo che quantomeno non ostacoli lo sviluppo delle rinnovabili, e per ora l’attuale governo non sta proprio brillando in questo ambito.
Come detto, quindi, gli obiettivi previsti dal PNIEC 2030 nel settore energia riguardano esclusivamente lo sviluppo di fonti rinnovabili. Ma la destra attualmente al governo è sempre stata a favore del nucleare a fissione, così, per fare un po’ di propaganda, hanno voluto inserire una sezione (da pagina 90) nella quale viene presentato uno scenario ipotetico futuro, per il periodo che va da dopo il 2030 fino al 2050, con l’installazione in Italia di 8 GW di impianti nucleari. Con questa mossa propagandistica sperano di far credere che il nucleare è stato inserito come obiettivo nel PNIEC 2030, ma in realtà non è così, si tratta, appunto, solo della presentazione di uno scenario ipotetico al 2050 e quel dato di 8 GW non ha niente a che vedere con gli obiettivi definiti nel PNIEC.
Secondo questo scenario ipotetico l’installazione partirebbe nel 2035 usando la tecnologia dei piccoli reattori modulari per la fissione, e intorno al 2045 usando la tecnologia dei reattori a fusione. Si tratta, quindi, di due tecnologie non ancora disponibili commercialmente, cosa che rende la definizione di quello scenario ancora più difficile e i risultati ancora più aleatori.
Ad ogni modo è interessante notare tre aspetti contenuti in quella sezione aggiunta al PNIEC che non sono propriamente favorevoli al nucleare:
1. Viene archiviata definitivamente ogni velleità di costruire in Italia centrali nucleari nel breve termine (come vaneggiano alcuni politici).
2. Viene affermato chiaramente che il modello di simulazione del sistema energetico utilizzato ha previsto anche uno scenario al 2050 che raggiunge l’obiettivo di emissioni nette pari a zero usando solo fonti rinnovabili SENZA nucleare (vedi grafico seguente). Si tratta di un risultato abbastanza ovvio, ma la propaganda pro nucleare tende a diffondere sempre l’idea che questo sia impossibile…
3. Viene affermato che lo scenario con nucleare costerebbe 17 miliardi in meno, su tutto il periodo preso come riferimento, rispetto allo scenario senza nucleare e con solo rinnovabili. Anche prendendo per buona questa stima, 17 miliardi su un periodo di 20 anni sono pochissimi come risparmio. Oltretutto non stiamo parlando di incentivi pubblici ma del totale degli investimenti previsti nel settore in quel periodo, che complessivamente ammonterebbero a diverse centinaia di miliardi. Quel risparmio ipotetico va misurato su tali cifre.
Questo scenario sul nucleare, che come detto per forza di cose è basato su assunti poco certi e difficili da stimare, è stato sviluppato appositamente nell’ambito delle attività della “Piattaforma Nazionale per un Nucleare Sostenibile” (-LOL-), ovvero un’iniziativa pro nucleare voluta e finanziata dal governo. A voler essere un po’ realisti e maliziosi, quindi, è praticamente certo che il nucleare venga “trattato bene” in questo studio. Nonostante ciò, come visto, non solo il nucleare non risulta una tecnologia indispensabile per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione (vedi il secondo punto), ma anche i vantaggi prospettati in termini di ipotetico risparmio sono modesti.
Insomma, volendo vedere la situazione da una prospettiva diversa, se fare a meno di una tecnologia problematica come la nucleare costa così poco, sarebbe da metterci una firma…
#7# Quello dell’occupazione di suolo agricolo da parte del fotovoltaico è un falso problema
09/05/2024
Il fatto che gli impianti fotovoltaici a terra vadano ad occupare del suolo agricolo è ritenuto da alcuni un grave problema, nel senso che provocherebbe una notevole diminuzione della produzione agricola. Ma in concreto si tratta di un falso problema creato da una percezione errata della realtà. Basta recuperare qualche dato e fare due semplici calcoli matematici per capire la situazione.
Secondo l’ISTAT in Italia abbiamo ben 16,5 milioni di ettari di superficie agricola, dei quali addirittura 4 milioni di ettari risultano inutilizzati, come indicato da questo rapporto alle prime righe del testo:
https://www.istat.it/it/files//2019/12/C13.pdf
La superficie agricola totale è pari a 16,5 milioni di ettari e quella utilizzata si avvicina ai 12,6 milioni
(…)
La superficie investita in seminativi è pari a 7,2 milioni di ettari, in coltivazioni permanenti è di 2,2 milioni di ettari in prati e pascoli è di 3,2 milioni di ettari.
Un impianto fotovoltaico a terra occupa in media circa 1,8 ettari per MW, come indicato nel rapporto statistico GSE a pagina 27:
https://www.gse.it/documenti_site/Documenti%20GSE/Rapporti%20statistici/GSE%20-%20Solare%20Fotovoltaico%20-%20Rapporto%20Statistico%202022.pdf
Significa che volendo realizzare, per ipotesi, una cifra enorme come 50 GW di fotovoltaico solo su terreno agricolo, sarebbero necessari 90.000 ettari con un’incidenza sul totale della superficie agricola di solo lo 0,5%. E volendo questi impianti potrebbero essere realizzati tutti tranquillamente su terreni non utilizzati.
Risulta evidente, quindi, che in ogni caso l’incidenza del fotovoltaico sull’attività agricola è insignificante; stiamo parlando di qualcosa che nell’ipotesi peggiore si misura in termini di qualche DECIMALE di punto percentuale. Chi ipotizza scenari disastrosi e apocalittici per la produzione agricola a causa del fotovoltaico è quindi totalmente fuori dalla realtà.
#6# Secondo l’IEA fotovoltaico+batterie si appresta a diventare la tecnologia più economica per produrre energia
02/05/2024
L’International Energy Agency (IEA) ha pubblicato recentemente un interessante rapporto sull’utilizzo delle batterie nei vari ambiti della transizione energetica:
https://www.iea.org/reports/batteries-and-secure-energy-transitions
Nella sezione dedicata all’uso delle batterie come sistemi di accumulo per gli impianti fotovoltaici di grande scala, a partire da pagina 101 del rapporto in pdf, viene scritto:
Solar PV plus battery storage is already competitive with coal- and natural gas-fired power in some markets. Based on comparisons of the value-adjusted LCOE in the STEPS, its competitiveness will soon spread to most leading markets, opening massive potential for growth. [n.d.r. – STEPS è lo scenario di riferimento dell’IEA, ovvero quello più probabile]
In China, the value-adjusted LCOE of solar PV plus battery storage falls below that of coal-fired power around 2025 in the STEPS. In India, solar PV plus battery storage is already more competitive than coal, and it remains so in the years ahead. In the United States, solar PV plus battery storage outcompetes new efficient gas-fired power plants before 2025 and substantially extends its lead by 2030. In the European Union, solar PV plus battery storage already easily outcompetes natural gas-fired power, thanks in part to the relatively high natural gas prices in the European Union and relatively low utilisation rates for gas-fired power plants together with the significant price placed on CO2 emissions.
Batteries paired with solar PV are also highly competitive with other low-emissions sources of electricity that are commercially available today. The value-adjusted LCOE of solar PV plus battery storage is significantly lower than nuclear power in most markets today, though in China it does not cross this threshold until around 2025 in the STEPS. Its closest competitors are solar PV on its own, onshore wind in most markets, and offshore wind in China and the European Union.
By 2030, solar PV plus battery storage in the STEPS has a value-adjusted LCOE that is equal to or lower than that of solar PV alone in the United States, European Union, China and India, with the added value provided by the battery fully compensating for its added cost. This indicates that the most cost-effective option for new solar PV projects in these markets is likely to be to pair with battery storage.
Beyond 2030, additional low-emissions power technologies are on track to become commercial, including carbon capture, hydrogen and ammonia and advanced nuclear designs such as small modular reactors. While the costs of these technologies are less certain, it is likely to be difficult for them to compete successfully in most parts of the world with solar PV plus battery storage.
Quelle riportate sono indicazioni molti importanti e interessanti perché la fotovoltaica da sola è già da tempo la tecnologia più economica per produrre energia in gran parte del mondo, ma la variabilità di produzione e la mancanza di un sistema di accumulo ne limitano le possibilità di diffusione, principalmente in una prospettiva futura. Se anche accoppiato ad una batteria un impianto fotovoltaico risulta più competitivo di altre fonti di produzione, allora ogni barriera e limite al suo utilizzo viene meno.
Queste indicazioni dell’IEA sono anche particolarmente rilevanti considerando che questo istituto ha sempre avuto un approccio molto prudente nelle sue previsioni sul fotovoltaico.
#5# La destra balorda al governo sulla questione ucraina fa solo propaganda (tanto per cambiare)
08/04/2024
Giusto qualche settimana fa la nostra Presidente del Consiglio era in Ucraina a promettere un pieno e incondizionato appoggio al Paese contro l’aggressione del regime criminale russo. Vedi:
Meloni a Kiev: “Ucraina, parte della nostra casa: la difenderemo.”
https://www.rainews.it/articoli/2024/02/-meloni-ad-hostomel-kievucraina-parte-della-nostra-casa-e-la-difenderemoil-g7-a-kiev-53125ed4-846e-40ef-9ada-4951ec2940f1.html
Una posizione da condividere pienamente, una volta tanto. Il problema è che, come al solito, la destra balorda al governo fa solo propaganda ad uso e consumo dei media ma poi all’atto pratico combina poco o niente, se non proprio si mette a fare l’esatto opposto. E’ un atteggiamento incoerente e confuso che ormai può essere considerato un “marchio di fabbrica” nel modo di fare politica di questa destra balorda, che non è casuale ma è proprio voluto. (vedi punto #3#).
L’Italia è uno dei paesi che sta fornendo meno aiuti all’Ucraina e il governo non manca mai di mostrarsi incredibilmente debole e tentennante. Basta pensare a tutti i patetici dubbi in merito al fornire all’Ucraina armi che siano in grado di colpire anche da una certa distanza, perché questo potrebbe irritare il regime russo. Un atteggiamento che definire patetico è poco. C’è una guerra in corso, mica stanno giocando in Ucraina.
Se non bastasse il Governo e la nostra Presidente del Consiglio si sono affrettati a dichiarare che in nessun caso l’Italia invierà proprie truppe sul territorio ucraino. Una dichiarazione così perentoria che da una parte risulta assolutamente poco credibile, perché non si sa come la situazione può evolvere, ma soprattutto dall’altra parte è una dichiarazione che mostra una incredibile debolezza nei confronti del regime russo, che politicamente ne trae un enorme vantaggio.
Negare una QUALSIASI ipotesi di intervento diretto in Ucraina significa fare un favore al regime russo, lo capirebbe anche un bambino. E’ una questione proprio di strategia politica e militare. Non a caso la Francia, il Regno Unito, la Polonia, i paesi scandinavi e altri paesi europei dell’est hanno molto più razionalmente e intelligentemente previsto qualsiasi ipotesi, anche quella di un intervento militare diretto. Non è solo la posizione più realistica ma è anche la posizione di giusta deterrenza nei confronti del regime russo. Se ci sarà mai un intervento Nato o europeo in Ucraina, l’Italia si accoderà, come sempre è accaduto in situazioni simili, anche solo per non rimanere isolata, facendo la solita figura di quelli che non hanno una posizione chiara e vanno a rimorchio.
Va ricordato che l’obiettivo dichiarato del regime russo non è la conquista di qualche territorio conteso, che è stato solo il pretesto per iniziare la guerra. Fin dall’inizio l’obiettivo è quello di sottomettere l’Ucraina per farla ritornare sotto la loro sfera di influenza. Il regime russo pretende di avere il diritto di controllare l’Ucraina, la considerano una cosa loro, lo hanno ripetuto mille volte; non sono disposti ad accettare una Ucraina autonoma che guarda ad occidente. Ma gli ucraini non ne vogliono sapere di tornare sotto il controllo del regime russo, ovviamente, posizione comune a tanti altri paesi che confinano con la russia.
In tali condizioni una soluzione diplomatica che preveda un accordo di pace tra Ucraina e russia è quindi impossibile. Quelli che straparlano continuamente di “pace” ad ogni costo in realtà parteggiano chiaramente per i russi. E’ gente schifosa, falsa e viscida che inneggia e giustifica continuamente la guerra di putin e allo stesso tempo predica peloso pacifismo per tutti gli altri. Bisogna considerare che la propaganda pro russia è ben presente in occidente e gentaglia del genere (spesso prezzolata) la trovi ovunque.
L’Ucraina ha bisogno di ricevere un sostegno reale e concreto, non discorsi e passerelle organizzate per i media. E la guerra fatta indirettamente non è detto che sia l’unica soluzione possibile e, soprattutto, non è detto che sia la soluzione migliore.
#4# Produzione mondiale di energia elettrica per fonte nel 2023
15/03/2024
Al punto numero #2# abbiamo visto i dati di produzione elettrica per fonte del 2023 nell’Unione Europea forniti da Ember. Adesso sono disponibili anche i primi dati sulla produzione mondiale. Si tratta, per ora, solo dei dati mensili. I dati annuali verranno aggiornati da Ember probabilmente tra qualche settimana, quando verrà pubblicato anche il nuovo rapporto annuale (Global Electricity Review). Facendo la somma dei dati mensili è comunque già possibile avere i dati annuali, che in genere sono praticamente gli stessi pubblicati successivamente da Ember (al limite potrebbero esserci piccole rettifiche).
I dati sono visibili in grafico e scaricabili dalla solita pagina selezionando come dataset “Generation monthly”:
https://ember-climate.org/data/data-tools/data-explorer/
Si tratta di produzioni nette.
Ecco la tabella di riepilogo con i dati annuali:
Il dato più interessante è quello della produzione solare, che per il secondo anno consecutivo si conferma la fonte di energia mondiale che cresce di più. Questa fonte sta continuando a far registrare incrementi annuali crescenti nel tempo, ovvero sta mantenendo ancora una progressione esponenziale (lo scorso anno gli stessi dati Ember indicavano +261 TWh). Considerando che le installazioni di potenza fotovoltaica nel mondo sono cresciute molto nel 2023 (vedi i dati di questo rapporto IEA), e che queste installazioni incidono ovviamente solo in modo parziale sulla produzione del medesimo anno, è molto probabile che anche nel 2024 l’incremento annuale vada crescendo.
A compensare questa crescita del solare c’è però un rallentamento della produzione eolica che, sebbene sia la seconda fonte per crescita, negli scorsi due anni era arrivata a registrare incrementi di 250-260 TWh. Bisogna vedere se questa tendenza al rallentamento continuerà o se si tratta solo di una fase temporanea.
Altro dato molto rilevante (e insolito) è il notevole calo della produzione idrica, che segue un altro sostanzioso calo registrato nel 2021 e una ripresa modesta nel 2022. In pratica nel 2023 la produzione è più bassa di quella del 2020. Una situazione molto insolita perché la fonte idrica nel mondo ha ancora buone prospettive di sviluppo, principalmente grazie ai paesi con economia emergente, mentre nei paesi ad economia avanzata tende alla stabilità. Infatti dai primi anni 2000 la produzione idrica stava crescendo a buon ritmo, quasi 86 TWh di incremento medio nel periodo 2001-2020, considerando i dati di produzione lorda utilizzati nei grafici sulla produzione elettrica presenti su questo sito. Questo declino nella produzione idrica pare dipendere essenzialmente da questioni meteorologiche, ovvero, molto semplicemente, ha piovuto meno in quelle zone del mondo che hanno molti impianti idroelettrici. Una volta passata questa anomalia, quindi, si si aspetta nei prossimi anni un certo recupero di questa fonte.
Grazie all’incremento del totale della produzione rinnovabile, la produzione fossile cresce nel 2023 solo di 143 TWh, uno dei dati più bassi mai registrati al di fuori dei periodi di crisi economica globale. Ma se la fonte idrica avesse avuto una variazione “nella media”, nel 2023 le fonti fossili sarebbero state circa a zero come variazione. In pratica come tendenze medie le fonti fossili stanno arrivando al loro “picco”, ovvero ad un contesto nel quale non riusciranno più a crescere (e probabilmente inizieranno a calare).
In tal senso il dato 2023 è significativo perché l’incremento della produzione totale (ovvero i consumi di energia) è simile all’incremento medio registrato dal 2011 (passati gli effetti della crisi globale 2008-9). Stiamo parlando quindi di circa 600 TWh, che se fossero forniti dalle rinnovabili farebbero bloccare la crescita delle fonti fossili e, come detto, ormai come tendenza ci siamo molto vicini.
In questo contesto la produzione nucleare rimane abbastanza irrilevante perché in media mostra variazioni quasi stazionarie. Nel 2023 mostra un dato più positivo della media come parziale recupero rispetto al vero e proprio crollo di produzione registrato nel 2022 (-129 TWh) in gran parte a causa di problemi tecnici ad alcune vecchie centrali nucleari (principalmente francesi).
#3# La destra balorda al governo è un fenomenale esempio di incoerenza e trasformismo politico
12/03/2024
La destra balorda che ci ritroviamo al governo ha vinto le elezioni sguazzando per anni e anni nel peggiore populismo fascio-sovranista. Fino a prima delle elezioni politiche hanno portato avanti tutta la tipica propaganda populista di quel tipo basata su clamorose balle, complottismo, proposte deliranti, eversive e antidemocratiche, lotta ai “poteri forti”, anti-europeismo e anti-occidentalismo, anti-globalismo, lotta a fantomatici nemici del “popolo”, e altre idiozie simili.
Poi, una volta al Governo, si sono progressivamente rimangiati tutto ed hanno iniziato ad atteggiarsi e comportarsi come una tipica destra liberista, europeista, occidentale. In pratica l’esatto opposto di quanto facevano prima… -LOL- Beh, a prescindere dall’orientamento politico uno potrebbe anche essere felice di questo cambiamento.
Il problema è che nel frattempo i politici della destra balorda sono sempre gli stessi, le persone sono sempre quelle di prima. Il problema è che in realtà la destra balorda ha sì cambiato linea ma allo stesso tempo non può rinnegare pienamente la propaganda fascio-sovranista portata avanti per anni fino a poco tempo fa. E tutto questo genera un contesto a dir poco surreale e grottesco.
Quale idea di Italia ha la destra balorda?
Un’Italia sovranista o europeista? Un’Italia nazionalista o autonomista? Un’Italia liberista o statalista? Un’Italia filo-occidentale o filo-russa? Un’Italia inclusiva e moderna o discriminatoria e retrograda? Un’Italia delle libertà e dei diritti o autoritaria e anti-democratica?
La risposta non si sa, mica si capisce. Nella destra balorda ci sono idee estreme e opposte, c’è tutto e il contrario di tutto. Evidentemente il loro obiettivo è quello di tenere i loro elettori imbambolati in uno stato confusionale permanente in modo che non possano reagire e cambiare idea. -LOL-
E la cosa più divertente è che la destra balorda in tutto questo contesto ha anche il coraggio di accusare il centro-sinistra di essere poco coerente e poco unito… -LOL- Hanno la più grande faccia di bronzo mai vista nella storia della politica italiana.
#2# Produzione di energia elettrica per fonte nell’UE nel 2023
28/02/2024
Come al solito diamo un’occhiata ai dati di produzione elettrica dell’anno scorso forniti da Ember con un certo anticipo rispetto ai principali istituti statistici del settore energia, che in genere rilasciano le loro statistiche verso metà anno (anche i grafici sulla produzione elettrica presenti su questo sito verranno aggiornati solo in quel periodo).
I dati annuali elaborati nella seguente tabella potete osservarli in grafico e scaricarli da questa pagina selezionando sulla sinistra come paese “EU”:
https://ember-climate.org/data/data-tools/data-explorer/
Si tratta di produzioni nette.
Come si prevedeva, nel 2023 c’è stato un crollo della produzione fossile dopo due anni di leggera ripresa causata dall’incremento rapido della domanda di energia nel periodo post covid e dalla necessità di compensare i risultati particolarmente negativi della produzione idrica e nucleare (la seconda a causa di problemi alle centrali francesi). La produzione fossile, quindi, continua la sua tendenza al declino iniziata una quindicina di anni fa, grazie in particolare al calo del carbone, che è ai minimi storici.
A spingere questo declino del fossile, negli anni scorsi come nel 2023, è l’incremento della produzione delle nuove fonti rinnovabili (in particolare eolico e solare). Nel 2023 ha anche rimbalzato la produzione idrica dopo i risultai pessimi precedenti, ma sul lungo periodo questa produzione tende ad essere costante.
Nel 2023 il calo della produzione fossile è particolarmente accentuato anche a causa del calo della domanda di energia.
La produzione nucleare, dopo un 2022 particolarmente disastroso e una tendenza al declino che dura da 20 anni, mostra nel 2023 solo un leggero recupero.
A chi vuole approfondire l’argomento della situazione del settore energia al 2023 consiglio di leggere l’European Electricity Review 2024 redatto da Ember, un rapporto decisamente completo e ben fatto.
Nel 2024 la produzione di eolico e solare si prevede che continui a crescere in funzione della crescita della potenza installata (la produzione solare sicuramente, l’eolica dipende un po’ dalle condizioni meteo), ma probabilmente avremo anche un certo rimbalzo della domanda di energia (o comunque non calerà come nel 2023), quindi difficilmente si vedrà una riduzione della produzione fossile così ampia come lo scorso anno.
#1# Le surreali violente proteste dei contadini
04/02/2024
Masse di bifolchi contadini protestano violentemente in Italia e altrove contro l’Unione Europea. Per capire quanto siano surreali e assurde queste proteste basta sapere che circa un terzo di tutto il bilancio comunitario è destinato a sussidi al settore agricolo. Vedere il secondo grafico qui:
https://agriculture.ec.europa.eu/common-agricultural-policy/cap-overview/cap-glance_it#capfinancing
E questo nonostante il settore agricolo contribuisca al PIL europeo per solo circa il 3%. In Italia nello specifico il settore agricolo vale appena il 2,2% del PIL, vedere:
http://grafici.altervista.org/composizione-del-pil-per-settore-economico/
In pratica il settore agricolo non vale quasi niente ma si ciuccia una valanga di sussidi pubblici e i contadini campano praticamente solo grazie a questi; e hanno pure il coraggio di lamentarsi…
E stendiamo un velo pietoso sul patetico tentativo della destra balorda di cavalcare questa protesta, quando poi si scopre che in realtà il governo proprio recentemente ha incrementato le tasse sugli agricoltori togliendo alcune esenzioni previste in precedenza, vedere:
https://www.informazionefiscale.it/stop-esenzione-IRPEF-agricoltori-2024-redditi-agrari-dominicali
Non solo. Il governo poco tempo fa ha varato un “decreto sicurezza” che puniva in termini penali i blocchi stradali perché “danneggiavano il paese”, ma ora si guardano bene dall’applicare quelle norme in questo caso…
In definitiva ci ritroviamo con un governo incapace e confuso che non sa quel che fa.
* * * * *
I testi della sezione Fatti e opinioni del 2023 si trovano in questa pagina.