Spesso questi tre termini vengono considerati come sinonimi ma in realtà non lo sono.
Il deficit è il disavanzo pubblico (entrate meno spese) calcolato secondo il principio contabile di competenza economica.
Il fabbisogno è il disavanzo pubblico calcolato secondo il principio di competenza di cassa.
Chi ha studiato ragioneria alle superiori o all’università dovrebbe ricordarsi la differenza. Secondo la competenza economica, l’evento contabile si registra nel momento in cui si verifica il costo o ricavo. Secondo la competenza di cassa, nel momento in cui abbiamo l’uscita o l’entrata di denaro. Le due cose non sempre corrispondono e questo crea problemi di attribuzione dei valori a cavallo tra due periodi contabili.
L’incremento del debito per forza di cose è determinato in base alla competenza di cassa, quindi è dato dal fabbisogno integrato però da alcune correzioni, in ordine di importanza:
- variazione delle disponibilità liquide del Tesoro;
- diversi criteri contabili adottati per valutare i titoli;
- introiti da privatizzazioni.
Il deficit è comunque l’indicatore più utilizzato perché redatto secondo le regole internazionali e quindi confrontabile con altri paesi. Nei documenti di bilancio, per calcolare l’incidenza sul debito, il deficit è dunque integrato con il cosiddetto aggiustamento stock-flussi (stock-flow), che è il saldo delle differenze tra competenza economica e di cassa più le tre correzioni dette sopra. Nella maggior parte dei casi lo stock-flussi risulta dello stesso segno del deficit, ovvero lo va ad incrementare, generando alla fine un incremento del debito maggiore. In genere i valori sono comunque di appena qualche decimale e difficilmente superano il punto di PIL.
Come riferimento e approfondimento potete leggere:
https://www.bancaditalia.it/statistiche/tematiche/finanza-pubblica/fabbisogno/index.html
Grafici relativi a deficit e debito su questo sito:
Andamento dei conti pubblici in Italia: entrate, spese, saldi e interessi
Prodotto interno lordo e debito pubblico lordo in Italia
Tassi di interesse medi pagati sul debito pubblico in Italia