Andamento del PIL trimestrale (anno 2023)

Vediamo i dati trimestrali del PIL più attuali per renderci conto di come sta andando l’economia in Italia (e non solo) nel 2023.


(dati aggiornati al quarto trimestre 2023)
(i testi relativi ai precedenti trimestri sono riportati sotto)

Dopo aver seguito l’andamento del PIL trimestrale nel periodo covid e post-covid, per mostrare il crollo del PIL e successivo recupero, ho deciso di continuare ad aggiornare questi articoli anche dopo, visto che possono essere utili per avere “il polso” della situazione economica in Italia.

L’ultimo trimestre del 2023 chiude l’anno senza particolari sorprese, registrando una variazione congiunturale (rispetto al trimestre precedente) del +0,2% e una variazione tendenziale ( rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente) del +0,5%.

Ricordiamo che la variazione congiunturale è utile per sapere come sta andando l’economia nel momento attuale, mentre la variazione tendenziale è utile perché facendo riferimento all’anno precedente da un’indicazione su quella che può essere la variazione annuale del PIL. Infatti essendo i periodi di riferimento abbastanza uniformi (e corretti per calendario), la media delle variazioni tendenziali trimestrali da come risultato la variazione del PIL annuale.

Negli ultimi due trimestri, quindi, si assiste ad una crescita, ma molto lenta, tanto che a causa del precedente dato negativo del secondo trimestre, il valore monetario del PIL trimestrale attuale rimane su livelli inferiori a quello del primo trimestre 2023. In pratica in media l’economia da almeno tre trimestri può considerarsi ferma.

Come sempre, per avere il quadro della situazione anche in termini monetari e non solo come variazioni percentuali, vediamo un grafico con i valori del PIL trimestrale reale dal 2019 ad oggi:

PIL quarto trimestre 2023 italia graficoSi nota quanto detto in precedenza; dopo le grandi variazioni in negativo del periodo covid e in positivo del successivo rimbalzo, che è andato anche oltre i livelli pre-covid, negli ultimi tempi il PIL trimestrale ha variazioni poco significative.

Nonostante ciò il PIL annuale del 2023 (dato dalla somma dei quattro trimestri), sarà comunque superiore al PIL del 2022, grazie più che altro al fatto che il T1 del 2022 era ancora ben più basso rispetto ai livelli attuali. In pratica la crescita annuale che si registrerà nel 2023 sarà merito principalmente della passata variazione positiva avuta nel T2 2022, non delle variazioni congiunturali avute nel 2023, che sono quasi inesistenti.

Per avere una visione dettagliata vediamo la tabella che riepiloga tutti i PIL trimestrali dal 2019 e le associate variazioni percentuali per l’Italia e le altre principali economie dell’Unione Europea:

PIL quarto trimestre 2023 paesi tabellaCome si vede, in base alla contabilità trimestrale la variazione del PIL annuale nel 2023 è del +0,7%. Il Documento Programmatico di Bilancio (DPB), varato dal Governo ad ottobre scorso, prevedeva una crescita del +0,8%.

Va detto che il PIL annuale calcolato sui dati trimestrali può non corrispondere perfettamente all’effettivo PIL annuale (il cui dato preliminare verrà diffuso il primo marzo prossimo), in quanto questo viene calcolato sui dati grezzi e non sui dati destagionalizzati e corretti per calendario (oltre ad eventuali rettifiche successive).

Rispetto alle quattro principali economie dell’UE la variazione del PIL annuale dell’Italia nel 2023 che deriva dai dati qui considerati è la terza, dopo Spagna e Francia e prima della Germania.

Come già detto nei commenti precedenti, questi risultati vanno sempre confrontati anche con il livello di indebitamento avuto dai paesi nel frattempo, perché a far crescere l’economia a debito son buoni tutti. La Germania negli ultimi tempi è il paese che registra i risultati peggiori in termini di PIL ma è anche il paese che di gran lunga si è indebitato meno.

L’Italia ha avuto un buon andamento del PIL nel dopo covid, come si può notare dal valore dell’indice che misura la differenza rispetto al 2019 (indice 2019), ma è anche il paese che si è indebitato di più in quel periodo. E nel 2023 la variazione del PIL è solo la terza tra le principali economie nonostante un deficit che, seppur in calo, si mantiene, secondo le previsione del Governo, ancora al 5,3%.

Da notare il notevole ciclo positivo della Spagna che, colpita duramente dal covid, ha poi mantenuto una crescita più costante, tanto che alla fine è possibile che diventi il paese con la maggiore crescita rispetto al 2019.

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(10/11/2023 – Terzo trimestre)

Dopo il deciso rallentamento del PIL nel secondo trimestre (-0,4% in termini congiunturali) questa volta non ci sono stati “rimbalzi” e nel terzo trimestre si registra una variazione congiunturale (rispetto al trimestre precedente) pari a zero, come pure la variazione tendenziale (rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente).

Ricordiamo che la variazione congiunturale è utile per sapere come sta andando l’economia nel momento attuale, mentre la variazione tendenziale è utile perché facendo riferimento all’anno precedente da un’indicazione su quella che può essere la variazione annuale del PIL. Infatti essendo i periodi di riferimento abbastanza uniformi (e corretti per calendario), la media delle variazioni tendenziali trimestrali da come risultato la variazione del PIL annuale.

Le variazioni congiunturali tendono quindi ad anticipare quello che sarà l’orientamento delle variazioni tendenziali nel futuro prossimo. In questo caso i continui rallentamenti congiunturali del PIL hanno ormai portato l’economia sugli stessi livelli di un anno fa (il dato tendenziale pari a zero, appunto).

Il dato complessivo annuale della variazione del PIL sarà comunque positivo, ma solo grazie al dato tendenziale del primo trimestre che era ancora ben sopra lo zero. Il Governo nel recente Documento Programmatico di Bilancio (DPB) di ottobre ha stimato per il 2023 una variazione annuale del +0,8%. Il fatto che la variazione trimestrale tendenziale del terzo trimestre sia pari a zero fa capire quanto ormai siamo sotto la media prevista (ad indicare il deciso rallentamento).

Come sempre, per avere il quadro della situazione anche in termini monetari e non solo come variazioni percentuali, vediamo un grafico con i valori del PIL trimestrale reale dal 2019 ad oggi:

PIL terzo trimestre 2023 italia graficoSi nota come l’economia negli ultimi trimestri in media abbia smesso di crescere fermandosi su un valore intorno ai 445 miliardi di euro reali.

Quasi tutti i principali indicatori economici mensili (tipo la produzione industriale o le vendite al dettaglio in volume) attualmente non mostrano segni di miglioramento, anzi, si nota una tendenza contraria, quindi è improbabile vedere nuove crescite significative del PIL nei prossimi trimestri.

Per avere una visione dettagliata vediamo la tabella che riepiloga tutti i PIL trimestrali dal 2019 e le associate variazioni percentuali per l’Italia e le altre principali economie dell’Unione Europea:

PIL terzo trimestre 2023 paesi tabellaCome si vede, la variazione annuale acquisita per l’Italia è del +0,7%, ovvero ipotizzando che i trimestri mancanti (l’ultimo in questo caso) abbiano un PIL uguale all’ultimo registrato (variazione congiunturale pari a zero). Questo dato quindi è per ora inferiore alla previsione del +0,8% contenuta del DPB.

Il dato annuale acquisito risulta il terzo tra le quattro principali economie europee, dopo Spagna e Francia e prima della Germania. Analizzando questi dati bisogna considerare che la Germania è il paese che negli ultimi anni del dopo covid si è indebitato meno per sostenere l’economia, facendo registrare deficit ben più bassi. L’Italia invece è il paese che si è indebitato di più.

Stesso discorso vale per l’indice che rappresenta il recupero rispetto al periodo pre-covid (Indice 2019). Come si vede l’Italia è prima (anche grazie ad una revisione in positivo di dati passati del T1 2021) ma un ruolo fondamentale in questa situazione lo ha giocato l’indebitamento pubblico. Con la necessità di far quadrare i conti pubblici le cose sono destinate a cambiare, come già si inizia a notare nel 2023, anno nel quale l’Italia non brilla particolarmente nonostante un deficit stimato al 5,3%, in calo rispetto all’anno precedente ma ancora sostenuto e probabilmente più elevato rispetto agli altri paesi.

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(02/08/2023 – Secondo trimestre)

Nel commento precedente era stato detto che la crescita dell’economia sarebbe stata più lenta nel secondo trimestre dopo una crescita nel primo trimestre insolitamente al di sopra delle aspettative (+0,6% con il dato aggiornato). Inoltre in questo commento era stato fatto notare come gli indicatori economici su produzione e consumi abbiano in Italia una tendenza negativa già da diversi mesi, indicando quindi scarse prospettive per la crescita del PIL.

Il risultato di tale situazione lo si è visto subito bene, visto che nel secondo trimestre il PIL ha fatto segnare una variazione congiunturale (rispetto al trimestre precedente) addirittura negativa, con un -0,3%. Si tratta della variazione trimestrale congiunturale più negativa dai tempi del covid nel 2020.

Anche la variazione tendenziale (rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente) ha subito un netto ridimensionamento passando da un +2,0 ad un +0,6%.

Ricordiamo che la variazione congiunturale è utile per sapere come sta andando l’economia nel momento attuale, mentre la variazione tendenziale è utile perché facendo riferimento all’anno precedente da un’indicazione su quella che può essere la variazione annuale del PIL. Infatti essendo i periodi di riferimento abbastanza uniformi (e corretti per calendario), la media delle variazioni tendenziali trimestrali da come risultato la variazione del PIL annuale.

Quindi la variazione congiunturale è quella che in concreto da il “polso” della situazione economica, mentre la tendenziale indica, appunto, la tendenza rispetto all’anno precedente. Non è detto che le due cose combacino sempre. Se il precedente anno, ad esempio, le variazioni congiunturali sono ben positive e poi inizia una fase negativa meno accentuata, in termini di variazioni tendenziali si possono avere facilmente tutti dati positivi (che è proprio la situazione attuale).

Il fatto che la variazione tendenziale nel secondo trimestre sia del +0,6% non è una cosa molto positiva, perché le stime del governo contenute nel DEF dello scorso aprile (pagina 9) indicano una variazione annuale al +1,0% (mentre vari istituti di ricerca economica stimano qualcosa di più). Ovvero significa che questo trimestre il PIL è andato sotto la media annuale prevista.

Come sempre, per avere il quadro della situazione anche in termini monetari e non solo come variazioni percentuali, vediamo un grafico con i valori del PIL trimestrale reale dal 2019 ad oggi:

PIL secondo trimestre 2023 italia graficoCon i valori monetari si nota bene come nel 2023 anche se il PIL continuasse a calare con la stessa inclinazione negativa dell’ultimo trimestre, la somma dei quattro trimestri risulterebbe comunque superiore a quella del 2022, perché soprattutto il T1 era allora ancora molto basso.

In pratica, nonostante una possibile congiuntura negativa nel 2023, il PIL annuale può comunque far registrare una variazione positiva grazie alla rapida crescita avuta nel 2022 (sembra strano ma funziona così).

Per avere una visione dettagliata vediamo la tabella che riepiloga tutti i PIL trimestrali dal 2019 e le associate variazioni percentuali per l’Italia e le altre principali economie dell’Unione Europea:

PIL secondo trimestre 2023 paesi tabellaCome si vede la variazione congiunturale del secondo trimestre in Italia è nettamente la peggiore tra le principali economie dell’UE.

Questa frenata ha ridotto anche le prospettive per la cosiddetta variazione annuale acquisita, ovvero la variazione annuale del PIL che si otterrebbe a fine anno se nei restanti trimestri il PIL rimanesse invariato (variazione congiunturale pari a zero). Come si vede il dato è del +0,8% ma (con i dati aggiornati) se avessimo avuto nel secondo trimestre un PIL fermo, la variazione acquisita sarebbe stata del +1,0%.

Se le tendenze negli indicatori economici su produzione e consumi non cambiano, con questi dati inizia a diventare più difficile raggiungere a fine anno la stima del +1,0% indicata dal Governo nel DEF e ancora di più le stime di altri che indicano una crescita fino al +1,3%.

Per fare un’ipotesi, per raggiungere a fine anno il +1,0%, nel prossimo trimestre sarebbe necessario avere un +0,3% congiunturale e nel successivo un +0,2%, due crescite non proprio insignificanti nell’attuale contesto. Bisogna considerare che da quando il PIL trimestrale è tornato sopra i livelli del 2019 (ed è quindi finita la fase di “rimbalzo”) la variazione percentuale media del PIL trimestrale è stata del +0,1% (dal T3-2022 al T2-2023). Può darsi comunque che gli effetti dell’attuazione del PNRR diano una mano.

Nel confronto con le altre principali economie dell’UE la crescita acquisita per l’Italia rimane comunque la seconda (insieme alla Francia). Per quanto riguarda invece l’indice che misura la variazione rispetto 2019 (indicato in tabella come indice 2019) l’Italia risulta prima nel T2-2023, seppur di poco. Come si vede in Italia il PIL è oggi l’1,5% più alto rispetto al 2019.

Nel valutare questo confronto tra tendenze economiche bisogna anche tener conto di quanto i vari paesi si stanno indebitando (deficit) per sostenere l’economia. Come fatto notare in questo commento, nel post covid, dal 2021 in poi, l’Italia è di gran lunga il paese che si sta indebitando di più, quindi il miglior recupero dell’economia rispetto agli altri va ridimensionato valutando anche questo aspetto.

La Germania, che mostra il recupero economico peggiore sul 2019, è anche però il paese che di gran lunga si è indebitato meno in questi ultimi anni, ed è anche quello che quindi avrà meno bisogno di sistemare i conti pubblici quando verrà il momento.

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(30/04/2023 – Primo trimestre)

La crisi di approvvigionamento di materie prime, soprattutto energetiche, iniziata nel 2021 e che ha provocato nel 2022 una crescita del tasso di inflazione come non si vedeva dagli anni ‘80, è stata molto intensa ma alla fine è durata poco. Nei primi mesi del 2023 la situazione è già abbastanza tranquilla, come si può vedere dall’andamento del prezzo dell’energia elettrica sul mercato all’ingrosso. I prezzi (fortemente influenzati da quelli del gas) non sono ancora tornati su livelli normali ma sono comunque andati calando durante tutto l’inverno, quando invece ci si aspettava il contrario. Di fatto il periodo di emergenza è passato, e nel prossimo futuro andranno progressivamente a regime tutti gli interventi previsti per diversificare le fonti di approvvigionamento di gas e allo stesso tempo ci sarà un deciso aumento della produzione rinnovabile. Tutto ciò, nonostante le importazioni di gas russo siano ancora ai minimi termini, rende assai improbabile un ritorno ai prezzi molto alti visti durante l’estate 2022 ed è anzi probabile una ulteriore normalizzazione.

Questa situazione migliore del previsto ha reso un po’ più elevate le prospettive di crescita in Italia e non solo. Come riportato nel commento del precedente trimestre, il governo nel Documento programmatico di bilancio (DPB) varato a fine 2022 riportava ancora una previsione della variazione del PIL 2023 di solo il +0,3%. Nel più recente Documento di economia e finanza (DEF), varato questo aprile, la stima è stata portata al +1,0% (tabella a pagina 9).

Si tratta di risultati comunque modesti che, dopo i grandi numeri visti durante il “rimbalzo” dell’economia nel post-covid, sanciscono il ritorno per l’Italia di un contesto più usuale di crescita lenta, nel quale avere una variazione annuale positiva superiore all’1% è già considerato un buon risultato. Nonostante il contesto migliorato, tutte le promesse elettorali populiste di certa politica che prometteva in Italia un nuovo “boom” economico, ovviamente non si sono realizzate. Anzi, considerando che i conti pubblici, dopo la forte crescita della spesa pubblica a debito del periodo 2020-2022, non sono ancora tornati a posto (nel 2023 è previsto un deficit al 4,5%), e considerando la parte di PNRR non contabilizzata come debiti, i risultati previsti per l’economia italiana nel 2023 sono più modesti del solito.

Questa è la situazione prevista a livello annuale. I dati del PIL del primo trimestre 2023 mostrano comunque un risultato un poco superiore a quanto ci si potesse aspettare in base alle stime annuali. La variazione congiunturale (rispetto al mese precedente) ha fatto registrare infatti un +0,5%, un piccolo rimbalzo dopo il -0,1% del trimestre precedente. La variazione tendenziale (rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente) ha fatto registrare un +1,8%.

Come al solito per avere il quadro della situazione anche in termini monetari e non solo come variazioni percentuali, vediamo un grafico con i valori del PIL trimestrale reale dal 2019 ad oggi:

PIL primo trimestre 2023 italia graficoSi nota bene il piccolo rimbalzo del T1 2023 dopo lo stop del T4 2022. Nei prossimi trimestri del 2023 è probabile che il PIL cresca un po’ più lentamente seguendo la tendenza media degli ultimi tre trimestri, cosa che porterebbe ad avere una variazione congiunturale di circa il +0,2%. Infatti, se per ipotesi nei successivi tre trimestri 2023 la variazione congiunturale fosse sempre quella, la variazione annuale del PIL risulterebbe del +1,1%, quindi più o meno in linea con le previsioni del DEF.

Per avere una visione dettagliata vediamo la tabella che riepiloga tutti i PIL trimestrali dal 2019 e le associate variazioni percentuali per l’Italia e le altre principali economie dell’Unione Europea:

PIL primo trimestre 2023 paesi tabellaCome al solito per i trimestri del 2023 mancanti è stato inserito il valore del PIL monetario dell’ultimo trimestre disponibile (variazione congiunturale pari a zero), in modo da calcolare la cosiddetta variazione annuale acquisita, ovvero quanto sarebbe il PIL annuale alla fine se nei restanti trimestri il PIL rimanesse invariato. Come si vede tale valore per l’Italia è del +0,8%, un valore di partenza buono se si considerano le previsioni di raggiungere il +1,0% del DEF. Come detto, se invece dello zero come variazione congiunturale avessimo sempre un +0,2%, la variazione annuale del PIL sarebbe del +1,1%.

A partire dal secondo trimestre 2023 ci sarà un netto ridimensionamento della variazione tendenziale a causa del fatto che nel secondo trimestre 2022 il PIL aveva fatto registrare una crescita elevata (+1,1% in termini congiunturali). Ricordiamo che le variazioni tendenziali sono utili perché danno una facile indicazione numerica su quello che può essere il PIL annuale. Infatti, essendo i periodi di riferimento abbastanza omogenei (e corretti per effetto di calendario), la media delle variazioni trimestrali tendenziali da come risultato il PIL annuale.

Nella riga nominata “Indice 2019” è indicato in forma di numero indice (2019=100) il valore di ogni singolo PIL trimestrale rispetto al periodo pre-covid. Come si vede ormai il PIL in Italia è tornato sopra, per la precisione il +1,9%.

Rispetto alle altre principali economie europee il dato della variazione del PIL nel primo trimestre 2023 dell’Italia risulta il più alto, alla pari con la Spagna. La Spagna, che mostra risultati molto positivi da quattro trimestri consecutivi, è stato però il paese che ha accusato di più la passata crisi covid, quindi è partito da una posizione più arretrata. Infatti, come si vede, il valore dell’Indice 2019 è decisamente più basso di quello italiano, che peraltro è per ora il più elevato tra i paesi considerati.

Il paese che ha mostrato i risultati nettamente più scarsi come variazione percentuale del PIL dal 2021 in poi è la Germania, che però è anche il paese che era uscito meglio dalla crisi covid del 2020. Nonostante questi scarsi risultati, quindi, la situazione rispetto al 2019 non è eccessivamente negativa ma la Germania risulta oggi comunque il paese che ha recuperato meno.

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L’articolo con i dati e commenti del 2022 si trova qui.

 


Fonti

I dati del PIL trimestrale per l’Italia e gli altri paesi europei sono tratti dal sito Eurostat sezione “Statistical themes; Economy and finance; National accounts (including GDP); Database; Quarterly national accounts; Main GDP aggregates; GDP and main components (output, expenditure and income) (NAMQ_10_GDP)“.

Vengono presi in considerazione i valori reali (Chain linked volumes) con base 2015 destagionalizzati e corretti per effetto di calendario.

Trattandosi di statistiche recenti è possibile che Eurostat apporti piccole rettifiche successive.

Da notare che le statistiche annuali sulle variazioni del PIL sono basate sui dati grezzi (ovviamente), ovvero non destagionalizzati e non corretti per effetto di calendario. Ciò può portare a piccole differenze rispetto ai dati annuali calcolati nella tabella di sopra. In genere si tratta al massimo di un decimale di punto.

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