Il valore totale del PIL è in grado di misurare la “grandezza” di un’economia, ma con il valore pro capite possiamo misurare la ricchezza.
(aggiornato con i dati 2023)
Probabilmente molti non se ne rendono conto, ma l’andamento del PIL totale di cui sentiamo parlare comunemente è influenzato dal variare della popolazione. E’ una cosa ovvia; se la popolazione, ad esempio, crescesse dell’1%, sarebbe normale aspettarsi una crescita del PIL totale dello stesso valore. L’economia diventa più grande ma a livello unitario, ovvero in rapporto alla popolazione, le cose non cambiano. In sostanza, se sia il PIL che la popolazione variano della stessa percentuale, il loro rapporto (il PIL pro capite) non cambia.
Il PIL pro capite rappresenta l’effettiva ricchezza del paese. Nell’esempio precedente per avere un incremento del PIL pro capite è necessario quindi che il PIL totale cresca più di quanto cresce la popolazione. Se il PIL cresce del 3%, l’effettivo incremento di ricchezza, ovvero l’incremento del PIL pro capite, è dato sottraendo l’1% della crescita della popolazione. Il PIL pro capite cresce quindi del 2%.
Riepilogando:
Var. % PIL pro capite = Var. % PIL - Var. % Popolazione
Ovviamente da questa impostazione possono essere determinate le formule inverse:
Var. % PIL = Var. % PIL pro capite + Var. % Popolazione
Var. % Popolazione = Var. % PIL - Var. % PIL pro capite
Le relazioni appena dette forniscono dei risultati approssimati ma che vanno comunque bene considerando che in questo contesto vengono trattati valori piccoli.
Per avere risultati più precisi con valori più grandi, la prima formula diventa questa:
Var. % PIL pro capite = (Var. % PIL – Var. % Popolazione) / (1 + Var. % Popolazione)
Tutta questa divagazione matematica serve semplicemente a capire che con una popolazione crescente l’effettivo incremento della ricchezza di un paese (incremento del PIL pro capite) è inferiore all’incremento del PIL totale.
Con una popolazione decrescente, invece, l’incremento della ricchezza è superiore all’incremento del PIL totale.
Detto questo, iniziamo a vedere un grafico che riporta semplicemente i dati assoluti del PIL pro capite e del PIL totale. Ovviamente, come già visto in altre occasioni, trattandosi di una rappresentazione su periodi lunghi, sono considerati i valori reali:
Nel 2023 il PIL pro capite risulta di 35.351 euro rispetto ad un PIL totale di 2.085,4 miliardi di euro.
Va ricordato che avendo preso come anno di riferimento il 2023 per il calcolo dei valori reali, i dati di questo anno sono gli stessi sia in termini reali che nominali; sono i dati degli anni precedenti che vengono modificati (rivalutati) per compensare l’effetto di svalutazione della moneta da parte dell’inflazione.
I valori del grafico sono rappresentati su due scale diverse, quindi non sono facilmente confrontabili. Risulta evidente, comunque, come l’andamento del PIL pro capite non sia molto diverso da quello del PIL totale. E’ normale, perché la variazione percentuale della popolazione risulta in genere ben più esigua della variazione del PIL, quindi in sostanza modifica poco il risultato del PIL pro capite.
Nel periodo considerato la più ampia variazione percentuale della popolazione è stata del +0,9% nel 1964. Il PIL quell’anno ha fatto segnare un +4%, quindi, in base alla formula detta in precedenza, il PIL pro capite è variato del +3,1% (per la precisione del 3%). La differenza dal PIL totale non è esagerata e in un grafico come quello precedente risulta ben poco visibile. Per variazioni della popolazione meno ampie la differenza è ancora più difficile da notare.
Ad ogni modo, qualche piccola osservazione è possibile farla. Ad esempio, in corrispondenza della crisi del 2011-2013 si può notare come il PIL totale sia tornato in pratica sugli stessi livelli che aveva tra il 1999 e il 2000. Il PIL pro capite invece è tornato sugli stessi livelli che aveva nel 1997, quindi il dato risulta un po’ peggiore, questo perché la popolazione nel frattempo era cresciuta.
Al contrario, nella fase di ripresa culminata nel 2019 il PIL totale è più o meno sugli stessi livelli del 2011, mentre si può notare come il PIL pro capite sia andato un po’ oltre, questo perché la popolazione in quel periodo ha iniziato a calare.
Per comprendere gli effetti nel tempo di queste piccole differenze è possibile rappresentare le due variabili come numeri indice ponendo il 1960 come base 100:
Si nota come il PIL totale sia cresciuto in proporzione più del valore pro capite grazie all’incremento della popolazione. La linea gialla evidenzia l’andamento della differenza percentuale dell’indice del PIL pro capite rispetto al PIL totale. In pratica la linea gialla ci dice quanto il PIL pro capite è più basso rispetto al PIL totale, ovvero, con segno opposto, quanto il PIL totale si è incrementato solo per effetto della maggiore popolazione e non per un effettivo incremento della ricchezza.
Risulta così che nel 2023 il PIL totale è il 14,6% più elevato di quanto sarebbe se la popolazione fosse rimasta quella del 1960, ovvero, moltiplicando il PIL pro capite del 2023 per la popolazione del 1960 otteniamo un PIL totale del 14,6% più basso.
Nel 2013 tale valore aveva raggiunto anche il 16,5%; si è ridotto perché dal 2014 la popolazione residente sta calando.
Ora che abbiamo una panoramica della situazione diamo un’occhiata ai risultati della variazione percentuale del PIL pro capite e del PIL totale negli ultimi 15 anni:
Come si vede, fino al 2013 i risultati del PIL totale sono migliori rispetto a quelli del PIL pro capite perché spinti dall’incremento della popolazione. La differenza tra i due dati rappresenta proprio la variazione percentuale della popolazione (positiva, in questo caso).
Dal 2014 la variazione del PIL pro capite inizia ad essere migliore di quella del PIL totale perché la popolazione sta calando. Si nota che la variazione negativa della popolazione è peggiorata particolarmente nel 2020 a causa del coronavirus (più morti e meno immigrazione) raggiungendo un valore di -0,7%. Già nel 2019, comunque, aveva raggiunto un -0,3%, valore riconfermato poi nel 2021, nel dopo covid.
Come si può vedere nel 2022 e 2023 la variazione negativa della popolazione si è però ridotta molto ed è quasi irrilevante, infatti le variazioni del PIL totale e pro capite arrotondate al primo decimale risultano identiche. Come visto nel grafico sull’andamento demografico della popolazione residente in Italia, il rallentamento nel calo della popolazione rispetto al periodo pre-covid deriva esclusivamente da un certo incremento del saldo migratorio degli stranieri.
Quindi nel 2023 una variazione del PIL totale del +0,9% meno una variazione della popolazione quasi pari a zero, ha portato ad una variazione del PIL pro capite sempre del +0,9%.
Eventuali differenze di un decimale nei calcoli derivano dal fatto che i numeri di partenza sono qui rappresentati arrotondati al primo decimale (ma non nei calcoli dei grafici) e dal fatto che viene applicata la formula più precisa detta in precedenza.
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La variazione del PIL totale viene considerata comunemente come principale parametro di riferimento per valutare le prestazioni di un’economia. Viene lecitamente da chiedersi se non sia il caso di dare invece una maggiore importanza alla variazione del PIL pro capite, visto che rappresenta l’effettiva ricchezza del paese.
La questione non è semplice come sembra. Ad esempio, se si parte dal presupposto che la crescita della popolazione sia di stimolo all’incremento del PIL totale, allora sarebbe normale considerare il PIL pro capite come il solo parametro che misura l’effettiva ricchezza di un paese, in quanto componente “depurata” dall’effetto della variazione della popolazione. Ma è anche vero che la crescita della ricchezza di un paese può favorire la crescita demografica, con un trasferimento della nuova ricchezza sulla nuova popolazione. Questo aspetto rivaluterebbe il ruolo della “grandezza” di un’economia, rappresentata dal PIL totale, anche in termini di ricchezza.
Da dire che nella scelta di utilizzare come parametro di riferimento il PIL totale ci sono anche sicuramente ragioni di praticità. L’indice pro capite è più complesso da calcolare perché richiede di avere dati statistici attendibili e puntuali sia in ambito economico che demografico. Inoltre, come visto, le variazioni percentuali della popolazione in genere sono di modesta entità, quindi la variazione del PIL pro capite non differisce molto da quella del PIL totale.
Rimane il fatto che in un contesto nel quale in diverse parti del mondo la crescita demografica non è più considerata una cosa scontata e auspicabile, c’è il rischio che l’utilizzo di un parametro come il PIL totale non sia in grado da solo di rappresentare adeguatamente l’andamento dell’economia.
C’è poi da considerare la questione del debito pubblico, che come si sa viene misurato normalmente in rapporto al PIL (percentuale debito/PIL), perché è con il PIL che si può garantire il pagamento del debito e dei suoi interessi (attraverso le entrate fiscali). Come detto in precedenza, se la popolazione cala di una certa percentuale e il PIL totale della stessa percentuale, il PIL pro capite rimane lo stesso. E’ anche improbabile che il PIL totale cali in modo proporzionale al calo della popolazione, calerà meno, quindi con un calo della popolazione è più probabile che il PIL pro capite aumenti.
Un contesto, quindi, che sarebbe positivo, se non fosse per il fatto che anche il debito pubblico che incide sulla singola persona (debito pro capite) è destinato a crescere, e lo farà in proporzione più di quanto lo faccia il PIL pro capite, perché il debito è una misura monetaria non solo attuale ma anche ereditata dal passato (le persone di oggi pagano anche i debiti sostenuti in passato). Un calo costante della popolazione renderebbe di fatto impossibile ripagare il debito pubblico, soprattutto un debito di grandi dimensioni, come quello italiano.
Se i politici, come si sente da più parti, chiedono agli italiani di fare più figli, è perché in futuro abbiamo bisogno di abbastanza persone per pagare il nostro enorme debito pubblico, mica per altro. Il problema è che con questa prospettiva non credo che la richiesta avrà molto successo…
Se non avessimo questo enorme debito, la crisi demografica non sarebbe un problema, anzi, sarebbe auspicabile, visto che in Italia abbiamo una densità di popolazione tra le più elevate al mondo e, come detto, anche il PIL pro capite potrebbe trovarne giovamento.
Fonti
I dati del PIL pro capite sono calcolati dividendo il PIL totale annuale per la popolazione residente alla fine dell’anno. Da notare che i dati ufficiali del PIL pro capite forniti dall’ISTAT sono calcolati invece utilizzando un dato di “Popolazione media” che differisce leggermente da quella qui utilizzata. Il problema è questi dati partono solo dal 1995, quindi si è preferito utilizzare i normali dati di fine periodo per avere un orizzonte temporale più lungo.
I dati della popolazione residente dal 2018 al 2023 sono tratti dal sito Dati ISTAT sezione “Popolazione e famiglie; Popolazione; Popolazione residente al 1° gennaio”. Da notare che facendo riferimento al 1° gennaio di fatto i dati si riferiscono all’anno precedente rispetto a quello indicato.
I dati dal 2001 al 2018 hanno subito recentemente una ricostruzione e attualmente si trovano sempre sul sito Dati ISTAT nella sezione “Popolazione e famiglie; Popolazione; Popolazione intercensuaria; Popolazione residente ricostruita – Anni 2002-2019”. E’ probabile che in seguito tali dati vengano aggiunti alla posizione detta in precedenza.
I dati della popolazione precedenti sono tratti dal sito Serie storiche ISTAT sezione “Popolazione e società; Popolazione residente e dinamica demografica; Popolazione residente per sesso, nati vivi, morti, saldo naturale, saldo migratorio, saldo totale e tassi di natalità, mortalità, di crescita naturale e migratorio totale – Anni 1862-2014 ai confini attuali”.
Per i dati sul PIL reale fare riferimento alle fonti indicate nell’articolo sul PIL e debito.